L’italiano – come la matematica – non è un’opinione. E per saperlo usare non serve certo il cervello di Einstein: bastano alcune regole di grammatica e un po’ di buon senso.
Ma non tutti evidentemente la pensano così. Ci sono alcuni che, con l’italiano, proprio non vogliono averci nulla a che fare ne tantomeno se la sentono di instaurarci un buon rapporto. Ed è da post e messaggi scritti in un italiano delirante che nasce la divertente pagina Facebook “Scartare corteggiatori e potenziali amanti per gli errori grammaticali”.
Una sequenza ininterrotta di strafalcioni, parole distorte e contenuti senza senso che farebbero accapponare la pelle ai migliori linguisti italiani. Quasi tanto quanto la fanno accapponare a noi, che alle parole ci teniamo, e tanto.
Apostrofi mancati o usati impropriamente, “k” che spuntano più numerose delle lumache dopo un temporale, congiuntivi che non trovano spazio e condizionali che invece imperversano. Un mix perfetto di orrori della nostra amata(?) lingua che ha portato al successo di questa pagina: oltre 67.000 “mi piace” in poco più di 4 anni di esistenza.
L’ironia e il divertimento certo non mancano. Ma questa pagina porta anche a una riflessione: davvero le generazioni di oggi ci tengono così poco all’italiano? “Ha stato il T9” è la risposta. Quindi la colpa non è dei giovani – che forse non hanno più nemmeno ben presente che cosa sia un dizionario – ma della tecnologia, che porta a commettere strafalcioni degni delle migliori gaffe col congiuntivo di Lapo Elkann. Almeno così sembra.
In tutto questo la cosa essenziale da ricordare è una sola: le parole sono importanti, così come lo è la lingua in cui le si esprime. E a trattarle entrambe bene non ci si sbagliasse mai.