Perchè leggere i classici? Penso che tutti voi lettori almeno una volta ve lo siate chiesti. Io me lo chiesi quando inizi: erano libri vecchi e sopravvalutati, perché leggerli? Perchè insegnano molto, perché fanno parte di un tesoro letterario di cui non si può fare a meno.
Quando mi fanno questa domanda ogni volta penso a FAHRENHEIT 451 di Ray Bradbury ed è proprio il classico di cui vorrei parlare oggi.
Durante questa quarantena da Coronavirus ho scoperto che in molti lo avevano sempre snobbato ed ora lo hanno riconsiderato (fatevi un giro sui gruppi di lettori su FB e vi farete un’idea).
Fra tutti i classici questo è senza dubbio quello che mi è rimasto più impresso…
Perchè leggere i classici: FAHRENHEIT 451
Guy Montag è un vigile del fuoco, non uno qualsiasi, uno che brucia i libri.
Siamo in un imprecisato futuro posteriore al 1960 ed è vietato possedere libri: se leggi sei un criminale e le pene sono molto severe.
Guy crede fortemente nella sua vocazioni, almeno fino a che non incontra una pazza, ovvero una lettrice.
Clarisse ama i libri ed è pronta a tutto pur di sostenere la ribellione.
Guy ne rimane colpito ed inizia ad avere dei dubbi: cosa c’è dentro i libri? Perchè sono così pericolosi?
Un giorno a lavoro decide di porre fine ai suoi dubbi: sottrae dei libri e li porta a casa.
Il risultato è incredibile.
Decide di mettersi in contatto con un anziano professore per sostenere i ribelli, ma una persona insospettabile manda a monte i suoi piani…
Montag è costretto alla fuga…
Perchè leggere i classici: FAHRENHEIT 451
E’ stato senz’altro uno dei capostipiti delle realtà distopiche, perciò se amate il genere ma questo l’avete sempre snobbato è ora di leggerlo.
Ve lo immaginate un mondo senza libri?
Cosa vi ricorda?
Addirittura i lettori vengono emarginati, finiscono in manicomio, o peggio.
Le persone non devono leggere ovvero non devono pensare con la propria testa, ognuno possiede maxischermi a casa che inculcano in loro tutto ciò che hanno bisogno di sapere.
I libri sono cultura, conoscenza e sapienza e pertanto sono il male.
Anche Guy Montag lo pensava. E credeva di essere libero.