Dopo anni di opinabili studi, la Dottoressa Annie Kaszina è giunta alla conclusione che esisterebbero dei paralleli tra la scelta del partner e quella del proprio partner: reduce da una serie di relazioni fallimentari, la donna avrebbe infatti iniziato ad applicare dei criteri di valutazione analoghi rispetto tanto alle creature a quattro zampe quanto a quelle su due.

La Kaszina racconta di aver scelto il suo primo cane sulla base di un colpo di fulmine: occhioni scuri e aria buffa, però, non hanno retto di fronte al “carattere demoniaco” dell’animale, che una volta rivelatosi – per così dire – scomodo, non si sa a quale destino sia andato incontro. Eh sì, perché Annie non precisa quale fine abbia fatto fare al suo cucciolo, ma dice soltanto di averne direttamente scelto un secondo: una mossa astuta grazie alla quale è riuscita a trovare anche un partner più adatto a lei. E, da allora, la donna si sente in diritto di elargire consigli d’amore alle donne in cerca dell’anima gemella, senza rendersi conto che anima e animale sono cose un po’ diverse.

Nel suo libro “Fai più attenzione a scegliere il tuo cane o tuo marito?“, in uscita – pensate un po’ – a San Valentino di quest’anno, la Kaszina cerca di tenerci alla larga da “esemplari” umorali, negativisti e pessimisti, consigliandoci piuttosto di favorire quelli dotati di un temperamento più solare e dolce; ci dice di fare attenzione al pedigree del soggetto in esame, riscontrabile dal modo in cui parla della sua famiglia; ci invita a metterci in guardia dagli egocentrici e dai logorroici, dai maleducati e dagli esuberanti, privilegiando piuttosto chi – con atti di servilismo estremo – ci dimostra di voler essere il nostro cagnolino adorato. Ma noi vogliamo davvero essere padrone di qualcun altro? Pensiamo realmente che le relazioni tra esseri umani siano riducibili alle dinamiche che intercorrono tra uomo e cane? Urgerebbe, perciò, spiegare ad Annie Kaszina che l’amore non è un guinzaglio. E metterle una museruola, se possibile.