Dolus-d’Oléron è una cittadina francese che conta 3.258 abitanti e che si trova nel dipartimento della Charente Marittima, all’interno dei confini della regione di Poitou-Charentes. Piccola, in effetti, ma di grande carattere: è bastata una lettera indirizzata ai leader di McDonald’s da parte del suo sindaco per annunciare il secco rifiuto all’aperura di uno dei ristoranti affiliati alla celebre catena di fast food.
È stata in effetti negata a McDonald’s l’autorizzazione a procedere con la pianificazione del progetto in cui si sperava da lungo tempo. E nella lettera, Monsieur Le Maire spiega il rifiuto della sua città, argomentandolo in tre punti chiave: “La costruzione di un modulo di gioco a distanza non regolare; il numero di posti auto disponibili non compatibile rispetto alle leggi relative alla regolamentazione del parcheggio e la viabilità comunale da garantire con un flusso scorrevole di veicoli” .
Accanto alle motivazioni logistiche, però, l’origine del rifiuto al permesso di apertura del McDonald’s si deve anche a un motivo ben più etico, riportato con lucidità e chiarezza nella lettera del sindaco di Dolus-d’Oléron: “Siamo davanti a due sistemi paralleli e opposti, ciascuno con i propri pro e contro. A nostro avviso, dal momento che tutti noi crediamo nel biologico e nel chilometro zero, non è certamente il sistema proposto dall’azienda quello più sostenibile“, si legge nella lettera a nome della maggioranza comunale. La multinazionale-colosso di McDonald’s aveva presentato la domanda per l’autorizzazione alla costruzione lo scorso anno, un’iniziativa contrastata da numerose associazioni raccoltesi in un collettivo chiamato Cacimado (Collectif d’associations contre l’implantation d’un McDonald’s).