Signore e signorine, studentesse, lavoratrici o blogger come me se volete vivere bene lavorando allora preparate le valige per uno di questi paesi. Da un’analisi condotta dalla Commissione Europea è stata stilata una classifica dei paesi in cui le donne lavoratrici vivono meglio grazie al trattamento equo e alle agevolazioni per le madri che lavorano.
Il risultato dell’analisi è un indice chiamato “glass-ceiling index” o più volgarmente “indice del soffitto di cristallo”. L’indice è la media ponderata, per ogni paese preso in esame, di dieci diversi fattori come il livello di istruzione delle donne, la percentuale femminile della forza lavoro, i diritti di maternità o i costi della sanità.
Quasi tutta la top 10 è formata da paesi nordici, l’Islanda, la Norvegia, la Svezia e la Finlandia sono ai primissimi posti.
Questo primato è dato dall’alta percentuale di donne nel mercato del lavoro, quasi al 50% con gli uomini, e il gap di trattamento economico è poco evidente (15,5% in Norvegia rispetto alla media dell’OCSE).
In Islanda oltre il 44% delle poltrone dei Consigli di Amministrazione in società quotate sono occupate da donne, grazie anche al meccanismo delle quote rosa (Scandinavia).
Un ruolo importante in queste Nazioni è giocato anche dall’assistenza all’infanzia e alla concessione di congedi per maternità e paternità. Si è visto infatti come concedendo permessi di paternità ai padri facilitava il rientro nel mondo del lavoro delle donne.
Come prevedibile il nostro caro bel Paese si trova al di sotto della media dell’OCSE con un indice del 53,7%. In Italia le difficoltà per le donne sono tantissime, a maggior ragione nel mondo del lavoro. I dati Istat ci informano che una donna su due non ha un impiego. Le colpe sono molte e da attribuire a vari aspetti della nostra Nazione: la mentalità ancora molto antica ed arretrata, i trattamenti economici squilibrati e sopratutto la poca tutela in caso di maternità.
Se sei una donna in Italia e vuoi lavorare scappa. Il titolo del mio articolo è una provocazione bella e buona. Noi siamo donne. Noi siamo nate per combattere. Noi riusciremo a vincere e a cambiare questo Paese che molto vuole e poco da’ in cambio. Noi siamo donne che ce la mettono tutta sia a lavoro sia a casa quando torniamo stanche ma lo stesso giochiamo con i nostri figli. Per questo e per molto altro ancora noi non dobbiamo arrenderci ma rimanere e combattere per i nostri diritti.