“Terra alla terra, cenere alla cenere, polvere alla polvere” questa famosa frase della Genesi è stata presa alla lettera da numerose start-up e progetti in tutto il mondo rendendo la sepoltura più in armonia con la natura.
Così negli ultimi anni sono cresciute sempre più associazioni e aziende che hanno investito, o stanno investendo per dare la possibilità a chi volesse di essere sepolti, una volta giunto il momento, a contatto diretto con la natura in modo da tornare parte di essa e non essere più spaventati dalla morte o trattarla come un tabù ma considerarla semplicemente come parte della vita.
Questa pratica viene chiamata “green burial” o “sepoltura verde” e si è diffusa molto rapidamente in tantissime parti del mondo, dove si è vista questa possibilità come un modo per rispettare maggiormente l’ambiente e ridurre l’impatto economico sulle tasche dei cittadini e dello Stato.
Regno Unito, Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda sono i paesi in cui le sepolture verdi sono permesse. La procedura è semplice: la salma viene posta in una bara biodegradabile, in un sudario, o in una coperta dopodichè viene seppellita nella terra, senza il bisogno di abbattere un albero per la costruzione di una bara.
Gli alberi invece sono i veri protagonisti di questo tipo di sepoltura: infatti sono molti i progetti che vedono l’impiego di un albero per segnare la sepoltura del proprio caro, senza lapidi o altri segni.
Quest’idea è proprio il punto cardine di una nuova star-up italiana, la Capsula Mundi.
Questa start-up è un orgoglio italiano in quanto a progetto di design, ma soprattutto per il suo impatto socio-ambientale.
I fondatori sul loro sito web presentano il progetto con le seguenti parole: “Capsula Mundi è una proposta culturale, un progetto ampio, che propone un diverso approccio al tema della morte. È un contenitore dalla forma arcaica e perfetta, quella dell’uovo, realizzato con un materiale biodegradabile, nel quale viene posto il corpo del defunto in posizione fetale o le ceneri. La Capsula è messa a dimora come un seme nella terra. Sopra di essa viene piantato un albero, scelto in vita dal defunto, che verrà curato da familiari e amici, come un’eredità per i posteri e per il futuro del pianeta. Il cimitero assumerà dunque un nuovo aspetto, non più grigie lapidi di pietra ma alberi vivi a formare un bosco, un bosco sacro. Il progetto è al momento in una fase di start-up ma, sostenuti dal grande entusiasmo suscitato da questa idea in tutto il mondo, stiamo lavorando per renderlo una realtà.”
Per ora questo progetto – che è ancora tale – sta riscuotendo molto favore in molte parti d’Europa dove è stato accolto con entusiasmo. Purtroppo però quest’idea non sarà attuabile in Italia a causa della normativa vigente che si riconduce al “Regio Decreto” del 1934.
Una legge sicuramente da rivedere e aggiornare, considerando che questo tipo di sepoltura apporterebbe solo vantaggi sia dal punto di vista urbanistico che ambientale, riducendo gli spazi freddi e asettici di un cimitero e rispettando ciò che la natura ha sempre voluto, perpetrarsi grazie al nutrimento di altri esseri che hanno vissuto in precedenza.