Fumettista italiana, una delle più apprezzate nel campo, Silvia Ziche disegna per Topolino e le sue vignette di Lucrezia appaiono su Donna Moderna. Tra ironia e senso pratico è riuscita a creare storie paradossali eppure così moderne, dopo paperi e topi, alle prese con problemi quotidiani, che sono diventati lo specchio della società in quella lotta quotidiana tra uomini e donne.
Blog di Lifestyle ha intervistato Silvia Ziche che ci ha raccontato un po’ di tutto: com’è nata la passione per il fumetto, ha parlato delle sue storie, e del suo tratto distintivo per cui i suoi lettori amano leggerla: l’espressività dei suoi personaggi. Ecco a voi la signora dei paperi.
Ciao Silvia, grazie per essere approdata a Blog di Lifestyle. In tre parole, come ti presenteresti ai nostri lettori?
Ciao! Grazie a voi per l’ospitalità. Mi chiamo Silvia, e nella vita non faccio altro che raccontare e raccontarmi storie, con disegni e parole.
Come è nata la passione per il fumetto?
Non ricordo un momento in cui la passione sia nata, o un momento in cui ho cominciato a disegnare. Semplicemente, la passione c’è sempre stata. E’ nata con me. Ho imparato a leggere sulle pagine di Topolino, ho cominciato a disegnare prima di cominciare a camminare. E poi è venuto tutto così, in modo naturale.
C’è stato qualche autore Disney che è stato per te fonte di ispirazione?
Giorgio Cavazzano prima di tutti: negli anni settanta, quando ho cominciato a leggere Topolino, le storie non erano ancora accreditate. Ma io, seppur piccolissima, riconoscevo le sue, e le tenevo tutte. Dopo ho imparato a conoscere e amare altri autori, grandissimi. Carl Barks, Floyd Gottfredson, Romano Scarpa, e altri.
La caratteristica delle tue storie è quell’umorismo quotidiano in cui i tuoi personaggi finiscono nelle situazioni più paradossali. Da dove prendi spunto per crearle?
Da tutto. Dalle mie letture, dai film che vedo, dalle parole che ascolto per strada, da quello che mi succede. Tutto viene filtrato, immagazzinato, e recuperato all’occorrenza.
C’è una tua storia che preferisci particolarmente?
Sono affezionatissima alla Papernovela, perché è stata la prima storia che ho scritto per Topolino, e perché è stata la storia in cui mi sono sbloccata, ho capito quanto avrei potuto divertirmi scrivendo.
Papernovela, Paperina di Rivondosa e Topokolossal. Direi che le parodie Disney sono il tuo forte, anche se non deve esser facile ‘riscrivere’ una storia originale in versione papera. Quanto lavoro c’è dietro delle storie a puntate?
Tantissimo. L’idea di solito è un attimo, un momento. Ma arriva solo quando si è fatto tutto il lavoro preparatorio. Una volta avuta l’idea, il resto è tutto lavoro da artigiano: si scrive, si lima, si taglia, si riscrive, si sistema, si aggiusta. E’ un lavoro lungo. Nel caso delle storie lunghe, a puntate, è un lavoro che dura vari mesi.
Confrontando una tua prima storia con una recente, quanto pensi di essere migliorata nel disegno?
Io penso di essere migliorata tantissimo, ma penso di avere ancora un sacco di strada da fare. Le cose vecchie sono piene di difetti che adesso correggerei, le cose che faccio adesso sono piene di difetti che vedrò in futuro, e avrò voglia di correggere. Ma penso che non essere mai del tutto soddisfatti di quello che si fa sia l’unico modo per poter continuare a migliorare.
Topi e paperi a parte, Lucrezia, che appare nelle vignette di Donna Moderna, è diventato un personaggio diventato virale. Quanto ti rispecchi in lei?
Lucrezia è una versione paradossale di me. Pesca a piene mani dalla mia esperienza, ma io non sono lei. Ho più freni, più remore. Quindi un po’ mi nascondo dietro a lei: la mando avanti e sto a vedere cosa succede.
Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere la strada come disegnatore\disegnatrice di fumetti?
Consiglio di disegnare tantissimo, di essere i primi severissimi critici di se stessi, e quando si è convinti di aver dato il meglio, e solo allora, cominciare a mandare in giro i propri disegni cercando un editore e difendendoli con le unghie e con i denti. E’ bene anche testare i propri lavori sul web, con un blog o una pagina Facebook. Così si hanno dei riscontri sinceri (mamme, zie e fratelli ti diranno sempre che si un genio, ma questo non significa che sia vero), e si possono cominciare a correggere i propri difetti.
Grazie Silvia per averci concesso il tuo tempo.
Grazie per la pazienza!