“Un mostro dagli occhi verdi, un piccolo tarlo che penetra nei pensieri e insinua dubbi e insicurezze”: nella sua tragedia Otello, Shakespeare aveva colto i punti essenziali della gelosia, ossia quel sentimento morboso nei confronti del partner, che mostra ad alcune persone prive di fiducia in sè tradimenti che in realtà non esistono. Questo mostro, però, non è frutto della fantasia, ma è ben presente nella società, così come conferma Michele Cucchi, direttore del centro medico Santagostino di Milano, il quale per combatterlo ha organizzato un cineforum emotivo.

Nel 2004 si affermava che la maggior parte dei delitti passionali avvenivano tra le mura di casa, superando persino le percentuali di quelli causati dalla mafia. Oggi, la situazione non è affatto cambiata: secondo i dati Eurispes, infatti, dall’agosto 2012 al luglio 2014, sono stati 320 gli omicidi legati alla gelosia, tra cui 206 sono i casi di femminicidio.

La conclusione semplicista e banale sarebbe dunque che alla base di questi omicidi ci sia un sentimento di odio e violenza interiore. Sbagliato. In realtà la gelosia ossessiva nasce da un profondo senso di insicurezza, irrequietudine e incertezza dello stesso assassino. È quanto spiega Cucchi, che per aiutare le persone a superare questo sentimento ha organizzato un cineforum. Si tratta di 4 incontri, il primo dei quali intitolato “Il giallo della gelosia, fra amore e ossessione” ha già fatto il tutto esaurito.

Così come commenta Cucchi “il cineforum ha l’obbiettivo di allenare il cervello emotivo delle persone, entrando nell’opera, sviluppando la competenza emotiva dell’empatia. Il cinema racconta la vita delle persone permettendo di entrare nell’esperienza degli altri e di imparare a capirci meglio.” Ecco perché è importante delineare e conoscere il profilo dei moderni Otello.

La persona eccessivamente gelosa può manifestare il suo sentimento in diversi modi: il primo tra tutti è sicuramente quello del sadismo e della possessione, che lo porta a vivere in una sorta di condizione di pretesa verso un rapporto che dovrebbe essere in realtà di scambio reciproco ed equilibrato. In secondo luogo ci sono coloro che immaginano le cose più assurde come di essere stati traditi senza avere alcuna prova che lo confermi. E infine c’è chi soffre di erotomania, il caso psichiatrico più grave di gelosia delirante, in cui si vantano sul partner dei diritti che in realtà non si hanno.

Per tutti questi profili la migliore soluzione è, secondo quanto sostiene Cucchi, la comunicazione. Confrontarsi, non mentire può aiutare l’altro a sentirsi sicuro e protetto come nel grembo materno. In genere, infatti, è proprio questa mancanza a causare la maggior parte dei delitti passionali. La figura che arriva a compiere l’omicidio nell’80 % dei casi è un disoccupato con un’età media tra i 31 e i 51 anni, proprio il periodo nel quale uomo e donna dovrebbero essere autonomi e indipendenti dalla propria famiglia. Questo rito di passaggio però non sempre viene assimilato nella maniera corretta e in alcuni particolari soggetti genera la cosiddetta sindrome di Otello.

E come ben sappiamo non basta l’amore per vincerla. Occorre un profondo processo di introspezione, leggere dentro se stessi e trovare lì le cause primarie della propria insicurezza. Solo così e grazie alla comprensione da parte dell’uomo o della donna amata, si potrà sconfiggere la gelosia e vivere la relazione d’amore in serenità. Più facile a dirsi che a farsi.