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Volete andare negli Stati Uniti? Occhio a ciò che postate sui vostri profili Facebook e Twitter. Secondo il Wall Street Journal, il dipartimento della Sicurezza degli USA starebbe valutando un piano che mette al centro dell’attenzione i social network. Ecco come funzionerà: il rilascio del visto di entrata in territorio americano si baserà controllo dei post e delle immagini pubblicate sui social media, in particolare Facebook e Twitter, che diventerebbero parte integrante del processo che porta all’approvazione o meno di un visto di ingresso.

Oltre il Wall Street Journal, anche La Stampa riporta che l’amministrazione di Obama è al lavoro su questo nuovo piano di sicurezza a seguito della strage di San Bernardino avvenuta il 2 dicembre scorso quando in un centro per disabili due persone armate con fucili AK-47, giubbotti anti-proiettile e volti coperti da passamontagna hanno fatto irruzione e sparato in una sala in cui si stava svolgendo la festa di Natale dei dipendenti, uccidendo 14 persone e ferendone 17.

È bene ricordare che questo tipo di controllo sui social network avviene già saltuariamente, come parte di un programma pilota partito proprio durante quest’anno. Evidentemente, visto quanto accaduto a San Bernardino, questo sistema non ha funzionato. Infatti, Tashfeen Malik, la donna di origini pakistane, attiva su Facebook, è una delle attentatrici della strage insieme al marito Syed Farook, cittadino americano. Grazie a lui, la donna era entrata negli Usa con un visto che di solito viene riconosciuto a futuri coniugi di cittadini Usa.

Con questo piano di sicurezza, il governo degli Stati Uniti spera anche di sventare eventuali nuovi attacchi terroristici sul territorio. Qualche giorno fa, la Camera dei Rappresentanti ha approvato un progetto di legge che introduce una novità sul sistema di ingresso in territorio americano che renderà necessario il visto a chiunque abbia visitato paesi come Iraq o Siria negli ultimi cinque anni. La misura si andrebbe ad aggiungere al già esistente Visa Waiser Program, che consente di recarsi negli Stati Uniti, per viaggi o affari, per un periodo massimo di 90 giorni senza visto. Il progetto di legge farà sì che i paesi che partecipano al Visa Waiver Program potranno controllare i viaggiatori attraverso la banca dati dell’Interpol, per stabilire se sono ricercati dalle forze dell’ordine perché legati con il terrorismo o attività criminali.