L’idea nasce da tre mamme, britanniche, Melissa Mostyn una giornalista non udente, che ha una figlia in sedia a rotelle, Rebecca Atkinson giornalista non udente e ipovedente e Karen Newell consulente esperta in giocattoli che ha un figlio non vedente, con un unico obiettivo: rendere la disabilità non più solo un motivo di discriminazione.
Un bambino disabile vive il suo problema come un muro che lo allontana dei suoi amici “normali”. Questa sensazione, si rispecchia anche nei giochi, quando non ci si rivede in quelle bambole, così belle e perfette, senza difetti. Ecco perchè tre mamme hanno deciso di dar vita a questo progetto che aiuterà i loro figli, e tanti altri bambini, a sentirsi più vicini, compresi.
Le prime bambole le hanno fatte da sole, poi hanno creato un gruppo Facebook che invitava i genitori di figli disabili a postare idee per giochi e giocattoli e soprattutto le case produttrici di giochi a creare personaggi con diverse disabilità fisiche. La prima è stata la bambola di Trilli con l’apparecchio acustico. La sua foto ha fatto il giro del web e subito sono arrivati contributi di 50 mila persone interessate. Ora la campagna delle mamme prosegue, con richiami alle tradizionali case produttrici e petizioni su Change.org.
Why I don't believe #dolls with #disability invoke pity http://t.co/mGKV0yIDP8 @nypost #parenting @toylikeme pic.twitter.com/Z0jYJgkCLB
— Louise Kinross (@LouiseKinross) May 28, 2015
“Quando ero piccola, non ho mai visto una bambola come me”, racconta Rebecca Atkinson. “Avevo due apparecchi acustici. Nel mondo reale c’erano persone come me. Nel mondo delle bambole, era come se io non esistessi. Cosa diciamo ai sordi e ai bambini disabili? Che non ne vale la pena? Che sono invisibili nella società?”.
Meno di una settimana dopo, la casa produttrice di giocattoli britannica MakieLab ha contattato le tre mamme. Le bambole sono prodotte con la tecnologia della stampante 3D, che permette di rispondere a tutte le esigenze in maniera quasi istantanea.
Sul sito web della Makies si legge: “È fantastico che il nostro processo di progettazione e produzione ha risposto a un bisogno che non è stato soddisfatto dalle tradizionali aziende di giocattoli. Speriamo di rendere i bambini – e i loro genitori – davvero felici con questi accessori inclusi”.