Perché quando si è tristi sembra che il tempo non passi mai? E – al contrario – come mai i momenti sereni passano sempre troppo velocemente?
A risolvere questo misterioso problema ci hanno pensato i ricercatori dell’Università di Leuven in Belgio, che hanno poi deciso di far pubblicare i risultati della ricerca sulla rivista “Motivation and Emotion”.
I ricercatori hanno condotto lo studio intervistando 233 giovani studenti. Prima di tutto, i ragazzi hanno dovuto raccontare le ultime occasioni in cui avevano provato delle forti emozioni, cercando di ricordare anche la loro durata. In seguito agli studenti è stato proposto un questionario riguardo le strategie usate per gestire tutte le emozioni provate.
I risultati confermano la percezione che tutti hanno riguardo ai momenti tristi e a quelli più felici perché “quando siamo tristi rimuginiamo continuamente sulla situazione: pensiamo alla cause, alle conseguenze di ciò che ci sta capitando tentando in ogni modo di trovare una soluzione. Ecco proprio il rimuginare è uno degli elementi fondamentali che determina la durata di un’emozione. Più si rimugina, più a lungo dura la sensazione che viviamo“.
In particolare, la tristezza è la più lunga tra le emozioni: dura 240 volte più a lungo di tutte le altre. Secondo i ricercatori infatti “la tristezza va a braccetto con eventi che hanno un grande impatto emotivo su di noi, come gli incidenti o la morte. Ecco perché è destinata a durare più a lungo“. Anche della vergogna, della colpa, della sorpresa e della felicità.
Non mancano nemmeno le differenze di durata tra emozioni che, almeno a “prima vista”, sembrano molto simili tra loro. Un esempio? Stando a ciò che risulta dallo studio sembra proprio che ci si senta in colpa per molto più tempo rispetto alla sensazione di vergogna. Ma anche l’ansia non scherza: è persino più lunga della paura.
Lo studio però provoca anche stupore: chi l’avrebbe mai detto che la noia, tra tutte le emozioni, è la più breve? Quando ci si annoia però il tempo sembra non passare mai. Tranquilli, gli studiosi hanno trovato una risposta anche a ciò: sembra proprio che “le emozioni più brevi sono collegate ad eventi che hanno poca importanza, mentre quelli che durano di più sono collegate a situazioni che ci sconvolgono a che ci interessano da vicino“.