Dal 1995, sotto gli Oscar, l’edizione americana di Vanity Fair esce con una copertina speciale dedicata all’evento che si estende su tre pagine pieghevoli (l’Hollywood Issue) e presenta scatti di attori e attrici più gettonati del momento. Ad occuparsi delle foto della copertina è solitamente la famosa fotografa di moda Annie Leibovitz. Molto spesso le cover dei magazine statunitensi sono accusate di razzismo (mancanza di attori di colore e latinoamericani) e sessismo (in particolare rivolto ad attrici giovanissime, vestite in abiti provocanti o seminude, affiancate poi da attori più maturi e con più vestiti addosso).
Quest’anno, la Hollywood femminile è in rivolta perché le attrici si sentono sottopagate rispetto ai colleghi uomini (l’ultima guerriera a farsi sentire per il suo salario è stata Jennifer Lawrence), e superata una certa soglia di età, le donne fanno sempre più fatica a trovare ruoli, perché sostituite da colleghe più giovani. Al contrario degli uomini che vengono considerati sex symbol anche a 60 anni. Gli Oscar, invece, sono al centro di polemiche perché dei 20 attori e attrici candidati nemmeno uno è nero.
Vanity Fair ha risposto alla protesta con una copertina che va contro ogni forma di pregiudizio: attrici donne di ogni età e di ogni colore della pelle. Il magazine ha puntato sulla diversità, mettendo insieme, in un solo scatto, le candidate come Miglior attrice agli Oscar (Jennifer Lawrence, Cate Blanchett, Saoirse Ronan, Brie Larson e Charlotte Rampling) insieme alle storiche icone (Jane Fonda, Helen Mirren, Viola Davis e Diane Keaton), a star nascenti (come Alicia Vikander e Gugu Mbatha-Raw), e ad attrici che hanno già vinto un Oscar (Rachel Weisz e Lupita Nyong’o).
Se Hollywood scarta le donne con qualche ruga di troppo, o usa il corpo delle giovani come modo anti-sessista, Vanity Fair prende posizione verso una maggiore rappresentazione e attenzione alle minoranze. È importante notare come non solo Vanity Fair ma anche più riviste importanti abbiano adottato questo atteggiamento, mettendo al centro tematiche come il razzismo e il sessismo (come ad esempio Vogue). Il mondo del cinema femminile viene rappresentato spesso al centro delle riviste per mettere in risalto un sistema più chiuso e statico rispetto a quello della televisione.
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