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La superstizione immagina le cose più stravaganti e grossolane, piuttosto che restare a riposo” scriveva Denis Diderot. E non ha tutti i torti, anzi. Non c’è da stupirsi se ancora tanta gente cambia strada quando un gatto nero gli passa davanti, gira con peperoncini nella borsa e cornetti attaccati ai cruscotti delle macchine e si dispera – toccando ferro – quando uno specchio si frantuma, per paura dei famosi “sette anni di guai”.

Venerdì 17

Non sorprendetevi nemmeno se qualcuno, stamattina, appena sveglio, tirerà un occhiataccia al calendario, non sopportando di vedere quel numero – il 17 – nella casella del venerdì. La paura che durante la giornata possa accadere qualcosa di negativo circonda tutti i superstiziosi. Perchè si sa, venerdì 17 non fa prevedere niente di buono, mai.

Perché si soffre di eptacaidecafobia?

Il nome fa paura, come il numero che lo rappresenta: infatti eptacaidecafobia significa paura folle del 17. Questa fobia, soprattutto quella associata al venerdì, ha origini lontanissime e, tra storia e leggende, tra superstizioni e credenze, è arrivata fino ai giorni nostri, influenzando i comportamenti e – in generale – la vita di molte persone.

L’eptacaidecafobia risale all’Antica Grecia: già i seguaci di Pitagora disprezzavano il numero 17, considerato incompleto tra i due numeri 16 e 18, perfetti per la loro rappresentazione di quadrilateri.

Anche nell’Antica Roma c’era questa superstizione, derivata da alcune iscrizioni che si trovavano sulle pietre tombali, in cui si incideva la parola latina “VIXI”, che significa “Ho vissuto”. Questa parola è l’anagramma del numero romano XVII, che corrisponde al 17 nel sistema di numerazione romano.

Sempre a Roma il numero 17 fu utilizzato per identificare una delle legioni romane durante la battaglia di Teutoburgo, combattuta contro i soldati germani di Arminio, che riuscirono a sconfiggere tre legioni: una di queste fu proprio la diciassettesima. Dopo quella guerra, i numeri 17, 18 e 19 – corrispondenti alle legioni battute – non furono più assegnati perché considerati piuttosto sfortunati.

Secondo la tradizione cristiana e, in particolare, stando a quanto si afferma nell’Antico Testamento, il “diciassettesimo giorno del secondo mese” è il giorno dell’inizio del Diluvio Universale. E, il venerdì, sempre secondo l’usanza cristiana, è il giorno malevolo in quanto, proprio di venerdì, Gesù è stato crocifisso.

Ancora oggi questo numero attira strane credenze ed è oggetto di diverse superstizioni. Basti pensare al fatto che nella Smorfia napoletana il 17 indica la disgrazia e che, in alcuni aerei o alti edifici, il numero 17 non compare nelle file o nei piani.

Sciocca superstizione

Nata da false credenze o leggende non importa, venerdì 17 è per moltissimi un giorno portatore di sfortune, disagi e chi più ne ha più ne metta. Bisogna ringraziare di tornare a casa sani e salvi.

Ma, venerdì 17, dopo tutto, è una superstizione, tipicamente italiana o comunque greco-latina. Perché, nonostante tutto, non dovete avere paura di questa così tanto temuta giornata: oggi, il tipico giorno di sventura, subirete la vostra parte giornaliera di sfiga, come l’avete avuta ieri e come l’avrete domani, non preoccupatevi.