Dario Franceschini, questa mattina, con un tweet ha informato tutti gli utenti del web riguardo l’apertura del sito che raccoglierà tutti gli eventi di Expo 2015: VeryBello.
“Il nostro obiettivo è quello di rendere più competitiva possibile l’offerta culturale italiana. Expo è l’occasione per diffondere l’offerta turistica del Paese, lavorando sull’idea del museo diffuso che rappresenta la forza dell’Italia. Dobbiamo lavorare sul Paese delle cento città, dei borghi, delle tradizioni, della storia, dei siti archeologici e della bellezza naturale. Vedremo come questa iniziativa funzionerà. Sono molto ottimista, in prospettiva quest’idea potrebbe diventare permanente, anche oltre l’Expo” ha dichiarato il ministro per i Beni culturali e il turismo.
Certamente non sappiamo se si aspettasse un coinvolgimento tale dal popolo del web, ma in pochissimo tempo l’hashtag #verybello è diventato un fenomeno virale. Via libera alle più pungenti critiche sulla scelta, alquanto discutibile, del nome.
Qualcuno lo ha reputato addirittura “imbarazzante” per l’Italia.
“Passi per il nome” sostiene qualcun’altro, “ma il sito è assolutamente indecente. Solo in italiano”
Da Palazzo Chigi rispondono rassicurandoci che le altre lingue arriveranno a breve. Al momento www.verybello.it è disponibile solo in lingua italiana.
“Io comunque non mi lamenterei tanto del fatto che #verybello è solo in italiano. Almeno siamo sicuri che all’estero non ci leggono” twitta un altro utente.
Il riferimento è alle continue -magre- figure che noi italiani siamo abituati a fare di fronte ad altri Paesi, un po’ per ingenuità, un po’ perché ce le andiamo a cercare. Come in questo caso.
No, il nome verybello non è piaciuto proprio a nessuno. Eppure il ministro Franceschini rimane ottimista e cinguetta ancora: “In 6 ore 500.000 accessi a http://www.verybello.it! Come speravamo grande pubblicità da ironie, critiche e cattiverie sul web… Verygrazie!”
Sempre peggio.
Gli utenti non si fermano e continuano ad esprimere il loro sdegno per la scelta di un nome misto italiano/inglese che non rappresenta in alcun modo il Bel Paese, proprio in un’occasione internazionale in cui ci si sarebbe dovuti far notare per le nostre risorse, come Expo 2015.
L’operazione, promossa dal ministro Franceschini, è farina del sacco dell’agenzia di comunicazione Lola, con uffici a Roma e Milano, che sul proprio sito rivendica la partenità del battesimo di “Very bello” . L’intento era quello di promuovere e rispecchiare la cultura e la bellezza della nostra penisola.
D’accordo, “non importa se bene o male l’importante è che se ne parli”. Ma quando se ne parla solo male, vale ugualmente?