Ritrovarsi nudi nel bel mezzo di una lezione è probabilmente uno dei peggiori incubi di sempre, ma non quando si tratta di una lezione di Yoga. Praticare Yoga al naturale sta diventando un’attività sempre più popolare nelle palestre londinesi, dove ci si spoglia nella penombra per concedersi un paio d’ore di meditazione in totale silenzio, a occhi chiusi, prima di rientrare di soppiatto nei propri panni e andarsene senza proferire parola.
Si tratta, tuttavia, di una pratica che, in realtà, affonda le sue radici in tempi antichissimi ed è tuttora in uso presso figure religiose di spicco in India. Negli anni ’60, lo “Yoga a nudo” si diffuse soprattutto tra i seguaci del movimento Hippie americano e oggi ritorna in voga grazie ai sempre più celebri corsi misti che si tengono a New York e a Los Angeles. A Londra, la componente è ancora prevalentemente maschile: l’unico centro in cui si possano seguire lezioni miste in tutta l’Inghilterra è il Naked Yoga London, dove anche l’insegnante Annette istruisce i suoi allievi completamente nuda.
Lo Yoga al naturale è, senz’altro, un modo per superare i propri complessi fisici e accrescere la fiducia in se stessi, ma è soprattutto un’attività critica nei confronti del capitalismo occidentale: spogliandosi, infatti, le persone sono tutte uguali. Nessuno short sportivo all’ultimo grido di cui vantarsi: l’unica cosa a contare davvero è il proprio corpo – e, forse, anche l’anima.
Molte sono le donne ossessionate dai propri difetti fisici che hanno tratto immenso beneficio nel praticare Yoga al naturale e che hanno così trionfato definitivamente sulle proprie fisime. La nudità, però, non è indispensabile al Naked Yoga London, dove ciò che si promuove di più è l’accettazione degli altri e di se stessi. Ad ogni modo, praticare Yoga in totale nudità resta la sola maniera di farne un esercizio rigenerante: superare il fatto che si è nudi, cioè nella condizione di vulnerabilità per antonomasia, significa acquisire, per contro, una forza altrimenti condannata a non svelarsi mai.