[Foto: gqitalia]

Apri Facebook, scorri la tu home ed ecco, ansia: la tua compagna di banco delle elementari laureata, il tuo ragazzo che dispensa like tra le sue amiche, il tuo ex che sta con una alta e magra, la ex del tuo lui che controlla tutto in cagnesco. Insomma, tutto è visibile, tutto è palesato. O almeno il lato bello, quello dell'”ehi quanto sono felice”. Il profilo migliore, insomma. Così tutta la felicità altrui ci arriva addosso come una valanga, moltiplicata per le centinaia di utenti e di post che vediamo ogni giorno. L’effetto? Sviluppiamo una forte ansia, definita FOMO, acronimo di “Fear of Missing Out“, che ci fa sentire insicuri, infelici, invidiosi e insoddisfatti, davanti alla piattaforma.

E la conseguenza immediata, la reazione del nostro cervello a quest’ansia, è proprio quella di voler simulare gioia e solarità sui social network, per non essere da meno alla felicità del resto del mondo, per mostrare a destinatari specifici o a tutti in generale, che te la spassi anche tu, alla grande. Così invadi la tua bacheca di foto con gli altri, di piatti sani e salutari, di canzoni alla moda. Perché solo così ci sei dentro, solo così sei come tutti gli altri. Felice.

Ma quale felicità è più autentica? Quella virtuale o quella reale? Viviamola prima e postiamola poi, se abbiamo fortuna ad averne. Cerchiamola nella vita quotidiana se invece fatica ad arrivare.