Vieri C. Timosci, in arte Dr. Dog, è il protagonista della fascia settimanale Dog Factor in onda su Raidue all’interno de ‘I Fatti vostri’, seguitissimo programma con lo scopo di premiare il miglior proprietario di cane con un premio consistente nella fornitura per un anno di cibo per cani.
Dr. Dog, dog trainer ed educatore cinofilo che vive tra Inghilterra, Italia e Germania, opera attivamente con pet di tutti i tipi, dai cuccioli ai cani di grossa stazza, ma anche coi padroni degli stessi.
Abbiamo, dunque, intervistato Dr. Dog perché potesse darci qualche buon consiglio e qualche suggerimento per prenderci cura al meglio dei nostri amici pelosi. Scopriamo insieme il suo parere da esperto del settore.
Nel corso dell’esperienza maturata operando tra Inghilterra, Italia e Germania, quali differenze ha riscontrato tra padroni inglesi, italiani e tedeschi nel rapportarsi ai propri amici a quattro zampe?
Ci sono differenze tra i vari Paesi riguardo al livello di conoscenza di metodi moderni di educazione cinofila. Gli inglesi sono abbastanza avanzati anche dato il legame con gli Stati Uniti. Il concetto del rinforzo positivo è molto diffuso. In Germania c’è una grande presenza di temi cinofili sui media, specialmente in TV. Negli ultimi anni si è visto un grande spostamento dal vecchio concetto ormai superato di dominanza e pressione verso il cane, al concetto moderno di amicizia ed empatia. Noi italiani siamo sicuramente i piú emotivi e tendiamo ad umanizzare troppo i nostri cani. Quante volte mi sento dire: “Ah non c’è nulla da fare, lui è cosí di carattere!”. Come se tutti gli animali nascessero con un carattere pre-definito e non formabile! Sono sicuro che in futuro grazie anche a trasmissioni come Dog Factor che conduco tutti i venerdì su Raidue a mezzogiorno, riusciremo a trasmettere agli italiani i concetti e metodi moderni di educazione cinofila e quindi a migliorare il rapporto tra uomo e cane.
Per quanto riguarda, nello specifico, l’Italia, quali sono secondo lei gli errori più comuni che i padroni italiani commettono nell’educare i propri cani?
Appunto come dicevo, noi tendiamo a umanizzare troppo i nostri cani comunicando con loro come se parlassero italiano. I cani comunicano principalmente con il linguaggio del corpo mentre noi con la voce. È lì che nascono delle incomprensioni. Poi ci sono i classici errori come accarezzare un cane sopra la testa, piegarsi su di lui, fissarlo negli occhi e abbracciarlo. Tutti comportamenti che mettono paura a un cane perché nel suo linguaggio, sono minacce. Ma questi sono errori che incontro un po´in tutto il mondo!
Natale è ormai alle porte e molti colgono l’occasione per regalare un cucciolo a propri cari. Tuttavia, come già ricordato dall’ENPA, non è raro che buona parte di queste creature innocenti finiscano con l’essere abbandonate al momento delle vacanze estive. Cosa vorrebbe raccomandare a chi sceglie di regalare un animale domestico per le feste natalizie?
Si, purtroppo questo succede spesso. Io mi chiedo sempre: come riesce una persona ad abbandonare un cane? Importante è che un cane sia voluto e bisogna essere consapevoli che non è solo per Natale, ma per tutta la sua vita. Tra l’uomo e il cane c’è un rapporto di amore e amicizia reciproca. Ma per raggiungere questo è importante che i cani e i padroni siano ben educati. È proprio questa la ragione perché abbiamo scritto il libro “Dog Factor – Guida all’educazione dei padroni”. Consiglio di cercare un buon educatore cinofilo che usi solo metodi positivi ed abbia una formazione riconosciuta. Vi aiuterà a comunicare con il vostro amico peloso nel modo giusto, usando il linguaggio canino e vedendo il mondo attraverso i suoi occhi. Sarà l’inizio di una bellissima avventura!
Sul suo sito ufficiale si può leggere che la causa scatenante della sua attuale carriera è stata la volontà di educare il suo adorato Fluke: che tipo di problematiche presentava (se ne presentava) la sua ‘anima gemella’ e come le ha risolte?
Fluke era un cane insicuro negli incontri con altri cani. Abbiamo quindi lavorato molto su questo, trasmettendo a lui la tranquillità e sicurezza necessaria per essere all’altezza di tutte le situazioni. È stato un lavoro molto intenso e lungo, ma i frutti sono stati eccezionali. Negli anni è diventato sempre più sicuro di se rendendolo un vero e proprio “istruttore” che a suo tempo ha potuto trasmettere la tranquillità acquisita a cani più giovani.
Operando tra Londra, Roma e Francoforte, come riesce a conciliare il suo lavoro con le cure di cui ha bisogno il suo amico a quattro zampe? Che suggerimenti darebbe a tutti quei pendolari che, per quanto amino i propri cani, per impegni lavorativi non riescono a trascorrere abbastanza tempo con loro?
Beh, per me è facile perché io porto il mio cane Mork sempre con me. Tranne che negli spostamenti brevi dove lui rimane con persone fidate che conosce bene. L’importante è insegnare al cane a stare bene e tranquillo anche con altre persone. Ci vuole tempo e pazienza. I cani sono animali altamente sociali, non sono quindi fatti per stare da soli e/o lontani dal loro amato padrone. Dopo tutto son circa 15.000 anni che gli insegniamo a stare con noi! Bisogna quindi poco a poco fargli capire che stare a casa o con altra gente va bene. Comunque per tutti quelli che vogliono un cane, ma non hanno il tempo necessario, consiglio di non prenderlo. Prima di diventare Dr.Dog sono stato molti anni dirigente d’industria e non avevo il tempo necessario da dedicare a un cane. Ora il mio cane è sempre al mio fianco. Chi lascia un cane solo a casa per tante ore facendo solo un’uscitina per la pipì è meglio che si prenda un pelouche!