Le relazioni di oggi sono un grandissimo problema; sono fidanzata da moltissimo tempo e spesso mi fermo a pensare all’eventualità di una vita da single. Ne sarei terrorizzata.
Il motivo del mio terrore è piuttosto semplice: i rapporti di coppia moderni sono i più difficili di sempre; pieni di se, di ma, di like e di messaggini su Whatsapp.
L’evoluzione ci ha reso, infatti, mentalmente (e forse anche fisicamente) più promiscui rispetto al passato. Le nostre azioni si impennano come succede in borsa: vogliamo avere più opzioni sull’agenda e la sacrosanta libertà di scegliere.
Certo, è gratificante avere finalmente più spazio in società, più opportunità nei sentimenti, ma è vero anche che un menu troppo ricco rischia di disorientarci. Sentimentalmente parlando.
Superato il primo passo della conoscenza iniziale inizia poi il gioco dei ruoli: è il mio fidanzato o no? Stiamo insieme oppure sto sognando? Ho diritto di arrabbiarmi se una tua ex di 10 anni fa ti saluta baciandoti sulle labbra? Sono nella condizione di pensare alle vacanze estive assieme o parto per Ibiza con le amiche? Non è semplice dare una risposta, perché le prime fasi di una relazione sono una specie di limbo. Ti senti al telefono, ci esci, ci vai a letto, parti per un week end fuori ma nonostante tutto non sai ancora lui che ruolo abbia nella tua vita. O che ruolo desidera avere.
L’imbarazzo è enorme quando il vostro legame non è ufficiale: come definirlo con gli amici? Che spiegazione dare ai genitori?
Quando ti chiedono chi è quello che aspetta avanti al portone, come rispondere? In questi casi si rende necessario un passaggio, ovvero rendere la cosa pubblica.
Ma in che modo un rapporto si rende ufficiale? Nella maggior parte delle relazioni moderne pare che l’ufficialità di una frequentazione si raggiunga con il debutto degli amanti sui canali social. Meglio ancora se con una foto abbracciati sulla spiaggia di Santorini, giusto per rendere l’idea e disilludere i pretendenti.
Nonostante i legami amorosi siano per natura soggetti alle definizioni, i diretti interessati hanno difficoltà ad inquadrarli. O a discuterne chiaramente con terzi.
Il motivo d’indugio rimane, probabilmente, il menu troppo vasto. Troppi ripensamenti, rimpianti, ricordi, rimorsi. Lo sostiene anche Gordon Ramsay che i menu troppo ricchi disorientano il cliente. E se lo dice lui c’è da fidarsi.