Lo sogniamo dagli ultimi dieci minuti di proiezione della seconda puntata cinematografica. Cosa? Sex and the City 3 ovviamente. Da allora, noi malate di SATC ci crogioliamo nella speranza che sì, arriverà davvero il grande annuncio, il divino trailer, la sponsorizzazione migliore di tutti i tempi. E i tweet di Carrie e Samantha sicuramente collaborano a mantenere viva l’attenzione e la curiosità dei followers. Ma le storie protagoniste non sono le uniche a evolversi: con loro, la splendida Manhattan degli ultimi anni ’90-inizi ’00, quella piena di fiori e semplicità che ricordiamo a fare da sfondo agli splendidi outfit delle quattro protagoniste, si è negli anni trasformata.
Palazzi lussuosi, catene di vendita al dettaglio, hanno preso il posto degli appartamenti intimi alla Carrie, anche se ci sono ancora un sacco di autobus turistici di SATC, per le tortuose strade di West Village. Ma mentre la città è disabitata, la protagonista twitta in un post: “Come al solito, vi terremo aggiornati su ogni dettaglio delle nostre possibilità. Ho l’ordine di restare imbavagliata fino ad allora“. Ma la Warner Bros non rilascia dichiarazioni, e non aiuta il fatto che il produttore esecutivo dello show, Michael Patrick King, abbia mantenuto le voci circa il progetto, in vita per tutti questi anni.
Così il dissidio interiore tra le fan, diventa sempre più consistente la dicotomia tra il sogno di un altro capitolo di Sex and the City, che ci faccia rivivere la fantastica vita delle quattro amiche, e l’incubo che questo sogno invece resti pura e semplice immaginazione. Un incubo che vede l’ex appartamento di Samantha, oggi sede di un museo. Un incubo che vede l’appartamento in affitto di Miranda, oggi a un prezzo d’affetto esorbitante.
Per noi i sogni restano desideri.