Domani, domenica 5 giugno, si celebra la Giornata Mondiale dell’Ambiente. Pensando a questo evento l’immaginario delle persone si colora di verde e si riempe di amore per gli animali. Purtroppo però, quello su cui bisogna necessariamente riflettere non è sempre positivo. I dati emersi dal rapporto annuale World Wildlife Crime Report pubblicato dall’Ufficio Drugs and Crime delle Nazioni Unite (UNODC) non è per niente rincuorante. E il WWF ci ha tenuto a sottolineare ciò che sta accadendo sul nostro pianeta dedicato la giornata di domani al bracconaggio e al traffico illegale di natura.
I crimini di natura condannano numerose specie all’estinzione e purtroppo non sono dei fenomeni limitati. Si tratta, per la maggior parte, di specie particolarmente utili per valore ecologico e per lo sviluppo sostenibile di paesi deboli politicamente ed economicamente. In particolare il problema del bracconaggio è diventato una vera e propria emergenza raggiungendo, secondo quanto affermato dal WWF, “un livello di attenzione talmente elevato da avere targets dedicati nell’importante Agenda 2030 con gli obiettivi di sviluppo sostenibile approvati da tutti i paesi del mondo lo scorso anno all’Assemblea generale delle Nazioni Unite la cui implementazione è stata oggetto della seconda United Nations Enviroment Assembly (UNEA2), tenutasi a Nairobi presso la sede dell’UNEP dal 23 al 27 maggio scorsi dove è stata lanciata la campagna Wild for Life dedicata ad arrestare il traffico di specie che a livello mondiale rischiano l’estinzione“.
Ogni anno, in Africa, vengono bracconati almeno 30000 elefanti e circa il 10% dei gorilla di pianura vengono uccisi. In pochi anni sono scomparsi il 70% degli elefanti in Congo e 60% dei rinoceronti in Zimbabwe. Altri animali a rischio in ogni parte del pianeta sono gli squali, le tigri, i leoni e i pangolini.
Quali mercati vanno ad alimentare le uccisioni e la commercializzazione illegale di questi animali? I più vari. Si passa dal settore della moda a quello dell’arredamento, dal cibo ai prodotti farmacologici per finire con il mercato degli animali domestici, che vede una crescente richiesta di animali esotici.
Se vi state chiedendo cosa potete fare per fermare questi terribili fenomeni, la risposta dell’ufficio UNODC è chiara: “tutti siamo potenzialmente complici del bracconaggio e tutti abbiamo la responsabilità di agire, anche attraverso la diffusione della consapevolezza, dell’informazione e delle pratiche di un consumo responsabile. Purtroppo anche in Italia la piaga del bracconaggio fa strage di animali protetti. Milioni di uccelli ogni anno vengono uccisi da doppiette, trappole e reti“.