“Gli uomini sono tutti uguali”, “il principe azzurro non esiste”, “guardano solo le modelle”, quante volte le abbiamo pronunciate fino al momento magico? Quel momento in cui il telefono squilla e l’invito per un appuntamento compare tra rose e cuoricini sullo schermo del nostro smartphone. Quel momento in cui il cuore batte a mille. Quel momento in cui “lui non è come gli altri, lui è diverso” e “lo dicevo io che il principe azzurro esiste”.
Così dopo cerette e coiffeur per lei e sbadigli e panini per lui, il fatidico giorno arriva e tra sguardi e risatine, tra cose dette e non dette, tra cose completamente omesse e altre interamente inventate, la serata procede. L’esplorazione del territorio sconosciuto, che è la persona che si ha di fronte, anche.
Noi di Blog di Lifestyle, aiutate dalla gentile collaborazione di Tommaso Calascibetta, abbiamo simulato un primo appuntamento, convinte che sì, lui non è come gli altri e lei pure, ma le dinamiche dietro il primo incontro restano universali.
Ritardo
Quale appuntamento tra due individui di sesso opposto non è iniziato con un ritardo colossale della metà rosa della coppia? L’indecisione tra versione bomba sexy e versione romantica, i capelli che non obbediscono, i selfies davanti allo specchio e le gocce di Chanel n°5 applicate con un intervallo di 2 minuti e mezzo, non possono che provocare un imponente fuso orario, nonostante i due si trovino sullo stesso meridiano. E così lui che, quando ha parcheggiato davanti al portone della sua amata, era liscio e sbarbato, si ritrova ad accoglierla irsuto, con la barba lunga di quattro settimane. Giusto la lunghezza che va tanto di moda.
E quando lei è lì, che si avvicina ancheggiante alla sua auto, la mente di lui pensa: “Ma perché sempre la stessa storia? Ma se conosci i tuoi tempi, potevi cominciare ieri a prepararti!”
Mentre la di lui bocca squittisce: “Dai tranquilla, non ero qui da molto…”
E la mente di lei, consapevole dell’attesa, si confida tra sé: “Ho proprio esagerato, si vede dalla carotide che pulsa che vuole uccidermi. Ma è il prezzo da pagare per avermi splendida!”
Mentre la di lei bocca sussurra: “Perdonami davvero, mi sono preparata in venti minuti, ho aiutato la signora del piano rialzato a decespugliare il roseto, il nonno del quarto piano a cucinare la carbonara e ho portato a fare i bisognini tutti i cani del condominio. Non è stata colpa mia.”
Location
Dilemma universale, oggetto di approfondimenti geografici e di una settimana di documentari, la location del primo appuntamento è decisamente metà dell’opera. Una scelta ponderata e associata impeccabilmente alla persona che si ha di fronte, è in grado di garantire risultati positivi.
La mente di lui, fino al momento in cui dovrà rispondere al “dove mi porti?”, disquisirà incessantemente: “Tommà, ora non devi fare errori! Dove la porti è già metà della tua reputazione da qui a 10 anni. Pensaci bene, quella è una sofisticata. Non posso mica portarla alla fraschetta da zio Umberto, anche se stasera c’avrei ‘na voglia… e lo sconto non guasta mai. Però no dai, stava pure scritto su quel blog “Le 10 cose da non fare al primo appuntamento”. Bocciato zio. Il McDonald’s è da pezzenti. Eccolo, ce l’ho! Quel localino in centro, con musica dal vivo! No però fermati un attimo, con la fortuna che c’ho questa se sente Gigi D’Alessio. Bocciato pure questo. T-R-O-V-A-T-O! Gli do appuntamento per dopocena, così na bella pezza me la sono tolta, la porto in quel pub sulla scogliera, che è come il nero e sta bene con tutte, e poi mi gioco la carta passeggiata sul lungo mare! E se è tipo da montagna è stato un piacere…”
Mentre la mente di lei, speranzosa, ma incurante, pensa: “Tommà portami dove vuoi, l’importante è che siamo insieme. Evita McDonald’s che sono a dieta magari. Vedersi dopo cena sarebbe l’ideale. Il mare è un classico per chi ci sa fare e sono sicura che tu ci sappia fare, ma diciamolo, la fraschetta da zio Umberto resta il mio posto preferito! Speriamo. E spera pure tu, zio Umberto.”
Test dell’eleganza
Un classico. Che lei sia psicopatica, possessiva o sana di mente, il test dell’eleganza lo piazzerà lì, quando meno lui se lo aspetta, durante la serata. Osservarlo come la LIPU osserva i suoi volatili, quando una sventola penetra nel raggio di cinque metri, è solo l’inizio. La migliore esca è da sempre la cameriera.
Lei: “Carina la cameriera.”
Mente di lei: “Prova a dire di sì e la carotide non ti pulserà mai più.”
Lui: “Mi chiedi se è carina? Ma dici la cameriera? Quella bionda, con quel paio di occhi azzurri da togliere il fiato? Con quel sorriso che fa risaltare ancor di più le fossette sulle guance? E vogliamo parlare della scollatura? No mi dispiace, non l’ho vista bene… stavo versando l’acqua nel bicchiere…”
Mente di lui: “Dai su, 1-1. Un bel pareggio e siamo tutti contenti. Tutta la serata così non la reggo però, ma tra tutti i locali proprio quello con la cameriera pronta per Miss Universo dovevo sceglie? E pure tu però cavolo, un po’ di autocritica: è oggettivamente più figa, STACCE, secondo me tra l’altro è pure antipatica… se.”
Test del bianco e nero
Come la professoressa più anziana del liceo, lei passerà la serata a cercare di capire chi ha di fronte. Se si è fortunati non si dovrà rispondere a domande sul segno zodiacale e sull’affinità tra segni di terra e segni d’acqua. Ma si dovrà rispondere rapidissimamente ad una sfilza di domande, in un gioco che si chiama “aut aut”: dolce o salato, bianco o nero, cane o gatto?
E così lui: “Beh… sì insomma, sinceramente… pensandoci bene, ma proprio bene… Io preferisco i cani. I gatti mi fanno pure leggermente schifo.”
E lei, ovviamente: “Io ho una gatta di nome Kitty. I cani hanno le pulci.”
E straziata, la mente di lui: “Sono un cretino, lo sapevo io che dovevo dire gatti! Ma tra tutte le donne in giro, proprio alla gattara dovevo chiedere di uscire? Mai una gioia oh…”
E in tutta risposta la mente di lei: “Cara Kitty, quando sarò a casa e annuserai l’odore di questo pulcioso cinofilo, ti prego, non odiarmi.”
Conto
Le minime galanterie indispensabili che una donna merita, prevedono lo sportello dell’auto, il baciamano e il conto. Quel momento imbarazzante in cui lei mostra di voler rivendicare la sua indipendenza economica, tirando in ballo opinioni sessiste e lui mostra di non voler rivendicare la sua indipendenza economica, evitando disquisizioni sessiste.
Così la mente di lei: “Dal prossimo appuntamento magari rivendico la mia indipendenza economica. Oggi è il primo, fai il gentiluomo, please!”
La mente di lui: “VOLEVI FREGARMI EH!?!?!? E invece no, me la sono studiata ‘sta cosa. La prossima volta però magari ti porto al Mc…”
E alla fine, lei accennerà un movimento verso la sua borsetta, e lui esclamerà, con lo sguardo di Richard Gere e la suddetta carotide che pulsa: “Tranquilla, faccio io. Ci mancherebbe.”
Questione EX
Tutte le donne vogliono sapere assolutamente tutto delle ex del ragazzo con cui sono uscite. Tutti gli uomini non vogliono sapere assolutamente nulla degli ex della ragazza con cui sono usciti.
Così lei, nata pronta, pronuncia alla prima occasione utile: “Dai, parlami delle tue ex, sono curiosa”, mentre la sua mente pensa: “Accresci la mia autostima, confermandomi che sono meglio di tutte loro, anzi, che sono meglio di tutte le ex di tutti gli abitanti del pianeta.”
E lui, rosso e in iperventilazione, con un tono di voce vicino all’ultrasuono, ululerà: “La mia che? Aaaaaah, ex! Avevo capito Tex, il fumetto. Beh, guarda, in effetti… devo dire che… sono sincero è! Ma ce ne sarebbe una, una cosuccia… siamo stati insieme per poco, appena 8 anni. Ma non è stata una cosa seria, lei non era il mio tipo. Ricordo a stento com’è fatta, non ricordo per niente i suoi capelli rossi, e i suoi occhi verdi, e il suo profumo fresco e leggero… Poca roba.”
Mentre la sua mente: “3-2-1… BOOOOOOM. Sono un cretino, ma di quelli con il patentino sia chiaro! Sono talmente idiota che in una gara di idioti arriverei secondo perché sono troppo idiota!”
Sono stato bene stasera
A serata terminata, c’è solo una cosa che può definitivamente conquistarla: un tenero sms. Personale, ma dietro cui ci siano pensieri sdolcinati. Uno di quelli che le facciano dimenticare che a lui Kitty non piace. Uno di quelli che facciano dimenticare a lui la cifra sul conto, perché ci sono le cose belle a cui pensare.
E così nella mente maschile: “Mo per carità, non sarà stato l’appuntamento dei suoi sogni, però me c’ha portato lei! Il discorso ex non l’ho mica tirato fuori io. Devo farmi i complimenti invece per la storia della cameriera, doppio passo e me la sono scampata… credo. Certo che però ok che a domani ci pensiamo domani, ma ho la strana impressione che stavolta ci sono cascato veramente. Sarà che quando ride smette di piovere, sarà che manco la mia professoressa di storia riusciva a mettermi così in difficoltà… sarà che se è vero che la mamma cucina così bene, io questa me la sposo.”
E sullo schermo: “Sono stato bene stasera, sei simpatica, carina, intelligente. Mi hai fatto passare una splendida serata.”
E lei…Niente, lei si è addormentata.