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In questi giorni l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato un chiaro allarme nei confronti delle carni rosse lavorate, dichiarandole cancerogene.

Questa notizia ovviamente sta facendo molto discutere in queste ore, ma è fondamentale fare un po’ di chiarezza per non destare allarmismi eccessivi.

Prima di tutto è bene chiarire cosa si intende per carni rosse lavorate. All’interno di questa categoria rientrano tutti quei prodotti, a base di carne di manzo e di maiale, come hot dogs, carne in scatola, salsicce, insaccati etc., che sono state sottoposte ad un processo di trasformazione, quale può essere la fermentazione, la salatura, l’affumicazione, al fine di migliorarne la conservazione e di esaltarne il sapore.

Per questa tipologia di prodotti l’OMS parla di alimenti appartenenti al gruppo 1, ovvero quelle sostanze indicate come sicuramente cancerogene, al pari di altri prodotti come il fumo di sigaretta, l’amianto o l’arsenico.
Tutte le altre tipologie di carni rosse non lavorate, muscolo di vitello, di manzo, maiale, si parla invece di alimenti appartenenti al gruppo 2, ovvero sostanze considerate probabilmente cancerogene.

Il parere dell’esperto

L’allarmismo scaturito dalla notizia che la carne rossa lavorata sia cancerogena, è stato tale in quanto la valutazione arriva da un’importantissima organizzazione mondiale, l’OMS, ed in particolare dall’International Agency for Research on Cancer (IARC).

In realtà sono anni che i professionisti del settore, quali medici, nutrizionisti ed esperti, invitano la popolazione ad un consumo limitato e moderato di questi prodotti viste le problematiche associate ad un loro consumo frequente.
Un elevato ed eccessivo consumo di carni rosse infatti, a causa della loro composizione nutrizionale ricca in grassi, può determinare stati di ipercolesterolemia, trigliceridemia, nonché scatenare eventi infiammatori importanti all’interno del nostro organismo.
Inoltre negli ultimi anni studi clinici condotti evidenziano una correlazione tra insorgenza di tumore al colon, allo stomaco, e all’ intestinale, con un eccessivo consumo di carni lavorate.

Allo stesso modo gli stessi protocolli dietetici previsti nei soggetti affetti da neoplasie, messi appunto anche dal Dott.re Veronesi, oncologo vegetariano, prevedono la completa esclusione di carni conservate e lavorate, seguendo una dieta basata sul consumo di legumi, pesci magri, frutta e verdura.

Bisogna inoltre ricordare che la famosa e tanto amata dieta mediterranea, riconosciuta dalla comunità scientifica e patrimonio dell’UNESCO dal 2010, non prevede certo il consumo di salsicce, hotdog o carni in scatola, né di consumare giornalmente le carni rosse non lavorate, ma pone alla base della sua piramide alimentare il consumo di frutta, cereali, e legumi.
Se poi continuando a salire lungo questa figura geometrica, neanche la fascia successiva è rappresentata da manzi, vitelli, e maiali, bensì dal consumo di olio d’oliva, per poi proseguire con i formaggi magri, lo yogurt, ed ancora più su con il consumo di pesce, di uova e di carni bianche magre.
Dobbiamo arrivare in cima alla piramide per trovare le carni rosse, la cui frequenza di consumo consigliata è di una volta alla settimana, in quantità ridotte e soprattutto scegliendo tagli magri e non lavorati.

Del resto è stato osservato che anche una dieta basata su un eccessivo consumo di zuccheri raffinati non solo può comportare stati clinici gravi quali diabete, sindrome metabolica, insulino resistenza, steatosi epatica e malattie cardio circolatorie, ma sembrerebbe essere correlata anche all’insorgenza di neoplasie.

Sono anni ormai che gli studi epidemiologici hanno dimostrato che un’alimentazione ricca in grassi e proteine animali può favorire la comparsa di stati patologici, mentre una dieta ricca in vitamine, fibre, cereali integrali, legumi e verdure sembra avere un effetto protettivo.

Le valutazioni scientifiche riguardo il tema “carni rosse” sicuramente continueranno nei prossimi mesi, ma intanto non bisogna creare allarmismi inutili su temi che per di più sono ormai noti da sempre.
Piuttosto iniziamo a seguire una sana e corretta alimentazione, cambiando prima di tutto il nostro stile di vita.
Questo sì che è il modo migliore per prevenire l’insorgenza di neoplasie o di stati patologici gravi.

Una buona alimentazione è amica della salute.