martedì, 7 Maggio 2024

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Permesso di uscita per genitori con bambini autistici #iorestoacasa

#iorestoacasa ma i genitori con bambini autistici possono uscire.

Si è creata un po’ di confusione: il governo ha consentito l’uscita di genitori con figli autistici o disabili per una passeggiata nei pressi dell’abitazione.
La concessione è stata interpretata come una possibilità per tutti i genitori con figli di uscire ma non è così.

#iorestoacasa: il governo consente le passeggiate per i disabili

Le famiglie con bambini autistici e disabili si sono mobilitate per chiedere al governo un permesso per poter far uscire i bambini almeno per poco tempo al giorno nei pressi dell’abitazione.

Secondo Federica Zanetto, presidentessa dell’Associazione culturale pediatri (Acp) la richiesta è un gesto di attenzione verso i bambini più fragili soprattutto verso “quelli che vivono in situazioni logistiche critiche, che non sono mai stati presenti nei decreti finora emanati, e in particolare verso i casi problematici (autismo, ADHD, ecc), che sono di gestione particolarmente faticosa tra le quattro mura” citando la sua stessa dichiarazione.

Il tempo passa e la gestione dei bambini con difficoltà può diventare davvero problematica per i genitori, soprattutto perché i centri di supporto ed assistenza sono chiusi.

Massimo Ammaniti, psicoanalista e neuropsichiatra infantile ha dichiarato “Bisognerebbe essere molto più attenti e garantire degli spazi di ricreazione all’aperto per il genitore e il bambino, evitiamo che questi si sentano sequestrati. Scendere a fare una piccola passeggiata o giù in cortile per mezz’ora o un’ora al giorno può solo far bene”.

#iorestoacasa ma se ho un figlio disabile posso uscire

Come funziona in concreto? Il bambino disabile potrà essere accompagnato in una passeggiata nei pressi dell’abitazione, dovrà però munirsi di autocertificazione e documenti che testimoniano il problema del bimbo.

Trovate indicazioni e moduli da scaricare qui https://diversamenteonlus.org/2020/03/28/spostamenti/

E’ stata poi lanciata l’iniziativa del nastro blu, ovvero i genitori che hanno necessità di uscire con un figlio disabile possono mettere legato al braccio un nastro blu.

Mi debbo rivelare scettica su questa iniziativa: i bambini non sanno di essere diversi finché non glielo si fa notare, è giusto stigmatizzare le persone con un nastro colorato o è un gesto che può esser d’aiuto?

Libri da regalare a donne forti: Sotto il burqa

Libri da regalare a donne forti: Sotto il burqa di Deborah Ellis.

Chi fra noi vede una donna con il burqa e pensa che sia una donna sottomessa? Forse è così, o forse no.

Questa è la storia di Parvana, ragazzina undicenne, che abita a Kabul con la madre, il padre, le due sorelle Nooria e Maryam e il suo fratellino di due anni, Alì.

La tranquillità della normale vita viene sconvolta dall’arrivo dei talebani che impongono una nuova legge ferrea, basata sul corano dicono loro, e che colpisce soprattutto le donne. Dunque Parvana è costretta a lasciare la scuola, gli amici ed è costretta a spostarsi di casa molto spesso.


Libri da regalare a donne forti: Sotto il burqa


Una notte senza preavviso, senza motivazione il padre finisce in carcere. Da questo momento la moglie, Parvana e gli altri famigliari sprofondano in una difficile e disperata situazione. La moglie e le sorelle provano ad avvicinarsi al carcere ma vengono duramente cacciate senza poter vedere l’uomo, senza sue notizie.

La signora Weera, amica di famiglia però ha un’idea: travestire Parvana da maschio per poterle permettere di lavorare e mantenere la famiglia, dato che alle donne è vietato lavorare.

Un giorno la madre decide di portare Nooria, la figlia più grande, a Mazar, dove si sarebbe sposata e dove avrebbe studiato e non essere costretta ad indossare il burqa.

Una sera però, Parvana incontra una ragazza senza nulla sul volto, è di Mazar ed è appena fuggita da lì per l’arrivo dei talebani, Parvana a quel punto si dispera non vedendo vie d’uscita.

Il giorno seguente il padre viene scarcerato e decide di scappare con la famiglia da quella città alla ricerca di un luogo sicuro.

Parvana quindi deve lasciare tutti, la signora Weera, la sua nuova amica e Shauzia, la sua compagna di scuola che aveva incontrato un giorno al negozio del tè, anche lei travestita da maschio, che sogna di lasciare Kabul e la sua famiglia litigiosa, e con cui ha condiviso tante belle esperienze.

Libri da regalare a donne forti: Sotto il burqa

E’ un libro molto bello e toccante, Parvana è una ragazzina normalissima che si vede tolto qualsiasi diritto solo perché è una ragazza. Privata di tutto costretta ad essere un uomo dalle circostanze deve vivere una vita da adulto, provvedere alla sua famiglia, angustiarsi per il padre e per chi le è caro.

Una storia di riflessione e di coraggio.

Bellissimo.

Chi è Deborah Ellis?

è una scrittrice canadese, lavora in varie parti del mondo (Africa, Europa orientale, ecc.) a numerosi progetti di sostegno alle popolazioni colpite da guerre o catastrofi umanitarie.

Il suo primo libro è stato Looking for X. In seguito all’esperienza maturata in un campo per rifugiati afghani in Pakistan scrisse il libro Sotto il burqa (The Breadwinner) dove racconta di una bambina costretta a travestirsi da maschio per poter lavorare e guadagnare qualcosa per la sua famiglia, privata del capofamiglia arrestato dai talebani.

Insieme ai successivi Il viaggio di Parvana (Parvana’s Journey) e Città di fango (Mud City) costituisce la “Trilogia del burqa”. In Verso il paradiso (The Heaven Shop) ha affrontato il tema dell’AIDS vissuto dai ragazzi in Africa.

Come passa la serata chi sceglie di non bere

Bere o non bere, questo è il problema: e se vi trovate a leggere quest’articolo è molto più probabilmente per il secondo, con particolare attenzione per coloro che vengono scelti come autisti alla fine delle serate, perché sono i “soliti sobri” e, più in generale, delle persone protettive. Se, perciò, vi sentite anche voi così, vi è probabilmente una serie di step che ognuno di voi fa prima di prendere la decisione definitiva di uscire la sera.

La decisione

Più spesso di quanto possiate pensare, avrete la possibilità di decidere se darvi alla pazza gioia in fatto di alcolici oppure no. E quella scelta, in genere, sarà: “No, grazie. Stasera però ti faccio da autista“. I vostri amici proveranno a convincervi a fare un sorso, a prendervi giusto un drink, a “divertirvi un po'”, ma voi sarete pronti a fargli vedere come giocherellate con le chiavi dell’auto. Si daranno una calmata, sicuramente.

Si comincia a bere

Chiavi messe al sicuro nella tasca e bicchiere d’acqua alla mano: eccovi seduti, solitari, al bancone del bar, mentre i vostri amici si scolano l’impossibile, cantano a squarciagola e ballano finché i piedi glielo consentono. Ad un tratto, vengono verso di voi, vi prendono per mano e vi trascinano in pista a ballare: sorridete e date a vedere di divertirvi, ma c’è qualcosa che non va. Le loro urla e le loro risate sono molto più spontanee, mentre voi ridete come a non voler fare la parte di quelli che non hanno capito la barzelletta per la quale tutti si stanno sbellicando. Vi ritirate, allora, tristemente al posto che occupavate prima al bar: meglio dare uno sguardo al cellulare.

Le conversazioni

Dopo aver ballato, ecco che i vostri amici sentono il bisogno di conversare: vi ritrovate, così, nel mezzo di una cinquantina di conversazioni in cui non capite se siete degli interlocutori effettivi o meno. Ma basta un amico un po’ alticcio che si siede accanto a voi e vi rivolge la parola a ridarvi conforto. O quantomeno a farvi sentire parte di qualcosa.

Il fine-serata

Stavate quasi iniziando a divertirvi per davvero, quando all’improvviso s’è fatto giorno: ora vi tocca accompagnare a casa i vostri amici, ricordandogli continuamente (e invano) di non vomitare, sputare o fare pipì nella vostra macchina. Alla fine della corsa, l’abitacolo non avrà più il buon odore del deodorante che avevate comprato. Ma va bene anche così.

Il genitore

Siete tornati a casa, ma non è ancora tempo di addormentarsi: “bevi dell’acqua” o “non chiamare la tua ex” sono tra i messaggi che vi ritrovate a inviare ai vostri amici, per metterli al riparo da qualsiasi eventuale guaio. Dormite, suvvia: ve lo siete meritato! Al vostro risveglio, non si conteranno i “grazie” che avrete ricevuto.

La personalità in una mano

Photo Credits: Simonahobeammer

La mano è uno degli elementi del nostro corpo che salta subito all’occhio, se una donna non rinuncia ad una manicure perfetta per mostrare mani impeccabili anche gli uomini ormai sanno che le donne fanno caso alle mani maschili e le considerano molto importanti.

Una cosa che probabilmente ancora non sapete, però, è che dalla forma della mano e dalla lunghezza delle dita possiamo capire meglio la personalità e il carattere di chi ci interessa.
Il frutto di una ricerca di alcuni studiosi canadesi ha rivelato che la maggior parte degli uomini che ha il dito indice più corto dell’anulare ha un carattere tendente all’aggressività ma in compenso è più generoso nei confronti del partner e teme il giudizio della persona a cui è interessato. Un uomo con il dito indice più corto regalerà fiori e profumi e sicuramente sarà incline ad offrire una cena.
Per quanto riguarda le donne, avranno una spiccata generosità quelle con il dito indice più lungo dell’anulare. In entrambi i casi tutto dipende dalla maggiore esposizione agli ormoni nell’utero materno.
Per quanto riguarda i due tipi di ormoni accennando agli uomini parliamo di testosterone, nel caso delle donne, invece, si tratta di estrogeni.

Un’altra particolare curiosità è stata riscontrata nelle donne con l’indice più lungo, quindi più esposte agli estrogeni. Queste donne sono quelle che si impegnano di più a curare il proprio corpo per fare colpo e risultare più belle e seducenti agli occhi del partner. Sono proprio queste donne che spendono tempo e denaro nella cura dell’aspetto fisico per impressionare e colpire.

Al primo appuntamento, quindi, occhio alla forma della mano.