venerdì, 17 Maggio 2024

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India, un frigo per sfamare i bisognosi fuori dal ristorante (FOTO)

frigo per sfamare i bisognosi
Credit: mashable.com

Il ristorante Pappadavada di Kochi in India ha trovato una soluzione originale e utile contro lo spreco di cibo, un frigo per sfamare i bisognosi fuori dal locale e attrezzato per contenere tutti gli avanzi. L’obiettivo è quello di riempire costantemente il frigo di cibo e permettere ai senza tetto che gravitano in zona di poter sfamarsi ad ogni ora del giorno.

Kochi è una città portuale del distretto federale di Kerala e, come ogni città indiana, è molto popolosa e tanta gente vive sotto la soglia di povertà. Così la giovane proprietaria del ristorante Pappadavada ha avuto l’idea dopo aver visto di notte una senza tetto che svegliata dalla fame frugava tra l’immondizia alla ricerca di qualcosa con cui sfamarsi.

frigo per sfamare i bisognosi

Pochi giorni dopo fuori dal locale è spuntato l’enorme frigo. Anche tanti cittadini di Kochi che possono permetterselo sono stati invitati a donare cibo scrivendo sulla confezione anche la data di scadenza.

frigo per sfamare i bisognosi

Per Minu, che lo rifornisce ogni giorno con 70/80 pasti, il frigo è Namna Maran l’albero della vita.

“I soldi sono nostri, ma le risorse appartengono a tutti” ha spiegato Pauline Minu all’Huffington Post. “Puoi sprecare i tuoi soldi, ma se lo fai con le risorse, sprechi un bene che appartiene alla società”

Barbara D’Urso: petizione contro il suo programma #iorestoacasa

#iorestoacasa e firmo la petizione ed è precisamente quello che ho fatto. Sinceramente l’ultima trovata trash è la stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e sono contenta che qualcuno abbia messo questa petizione.

Ma facciamo un passo indietro.

#iorestoacasa: Barbara D’Urso recita il rosario con Salvini

La questione nasce prima in realtà: guardando il programma scadente della nota Barbarella in molti avevano capito che si poteva usare la candeggina per la pulizia delle zampe dei cani.

Poi Barbarella s’è messa a pregare in diretta, che non c’è niente di male, se non fosse per il fatto che c’era pure Salvini, che usa la religione come uno stratagemma propagandistico.

L’Italia è un paese laico, fra l’altro.
Questa operazione ha sfruttato ancora una volta il potere della religione sugli anziani, così da rafforzare la sua personalità e il suo programma, indegno culturalmente.

#iorestoacasa: L’opinione pubblica sulle preghiere di Barbara D’Urso e Salvini

Paolo Bonolis ha detto: “Francamente non l’ho visto ma me l’ha raccontato mia moglie stamattina. Ha detto ‘Mannaggia la miseria, non sai cosa è successo ieri’.

Un giorno da pecora su Radio1 ha detto “Stanno cercando di soppiantare il Santo Padre. Vuole impossessarsi anche del Vaticano, non solo di Canale 5”.
 

Lucio Presta, che assiste anche Paolo Bonolis, ha detto “Come mai una Testata giornalistica VIDEONEWS accetta di mettere la firma su tanto poco e tanto orrore? Si potrebbe obiettare che forse è l’Editore in persona che desidera mettere in onda questo scempio (si riferisce a PierSilvio)”.

#iorestoacasa: Il boom della petizione contro Barbara D’Urso

Scatta la petizione per far chiudere il programma: attualmente ha superato le 382.000 firme.

Il titolo della raccolta firme lanciata su Change.org è più che esplicito, ‘CancellareIProgrammiDellaDurso’.

“Questa volta ha superato il limite”, ha spiegato sulla piattaforma Mattia Mat, l’utente che ha promosso la petizione il 30 marzo, per chiedere che il suo programma “venga cancellato definitivamente”.

Ovviamente ho firmato: uno perché la religione è una cosa seria e due perché è il momento di dire basta a questa tv spazzatura fatta di programmi vuoti e ridicoli.

Letture a casa: Vardø. Dopo la tempesta

Letture a casa: Vardø. Dopo la tempesta di Kiran Millwood Hargrave, tratto da una storia vera.

Devo dire che i libri che parlano di donne indipendenti mi attirano sempre molte.

Questo mi ha particolarmente incuriosito.

Kiran Millwood Hargrave prende spunto da un fatto realmente accaduto: i processi alle streghe di Vardø del 1620, Vardø. Questo è stato il primo grande processo alle streghe di Norvegia settentrionale e uno dei più grandi processi alle streghe in Scandinavia .

I fatti successi vengono riportati nel libro in versione romanzata ma la storia è praticamente la stessa.

Letture a casa: Vardø. Dopo la tempesta

Siamo nella Norvegia nordorientale ed è la vigilia di Natale del 1617.

Un’improvvisa burrasca si abbatte in mare: gli uomini della comunità di Vardø sono usciti a pesca, nessuno si salva.

Le donne assistono impotenti a riva e poi recuperano i corpi che il mare restituisce loro.

Inizialmente smarrite ricevono poco aiuto e comprendono, a malincuore, che se vogliono sopravvivere a Vardø devono prendere in mano le redini della società.

Le donne devono riprendere le attività e andare a pescare per poter continuare ad andare avanti.

Tutto sembra in equilibrio precario quando arriva il sovrintendente Absalom Cornet, chiamato per mettere ordine in questa comunità di donne sole e molto noto per aver mandato al rogo diverse donne accusate di stregoneria. E’ accompagnato da Ursa, la moglie, totalmente inesperta ed imbarazzata dall’indipendenza delle donne a Vardø. Absalom crede che il maligno dimori in questa comunità in cui le donne credono di poter vivere secondo le proprie regole.

Letture a casa: Vardø. Dopo la tempesta

Lettura interessante ma poco scorrevole devo dire, le donne si crogiolano molto nel dolore e sono molto meno intraprendenti rispetto a ciò che si legge nella trama.

Molto radicata la differenza fra pagani lapponi e cristiani, molto marcata la questione della superstizione.

Sappiamo come andò a finire: ci fu un processo e le donne di Vardø furono torturate, in particolare Mari Jørgensdatter, Kirsti, Else Knutsdatter, Anne Larsdatter da Vadsø e molte di queste donne sono state condannate al rogo.

Urban SPA e il benessere arriva in città

urban spa

Il periodo è quello giusto, l’estate è alle porte e dobbiamo arrivarci in forma. E allora per prepararci velocemente alla fatidica prova costume arrivano in soccorso le Urban SPA, le beauty farm degli hotel più lussuosi che aprono le porte al pubblico e si presentano con trattamenti nuovi ed innovativi per farci recuperare la forma perduta in tempo per le vacanze e smaltire un po’ lo stress metropolitano.

Se negli ultimi anni le tendenze in fatto di benessere riguardano principalmente le cure zen, a Milano le Urban SPA più sorprendenti permettono anche di godersi un panorama mozzafiato grazie alla vista sui luoghi principali della città. Questo è il caso della SPA dell’hotel Armani con vista sul Duomo e della nuovissima Shiseido SPA Milan, di proprietà del colosso giapponese di cosmetici, che occupa il sesto e settimo piano dell’Excelsior hotel Gallia. La Shiseido SPA è la più grande hotel SPA della città, occupando una superficie di oltre 1.000 metri quadri. Offre inoltre una vista impagabile sul nuovo skyline milanese grazie ad un rooftop che affaccia direttamente sull’imponente edificio della stazione centrale.

Nella SPA è presente una spettacolare piscina panoramica ed un centro fitness oltre che un area relax, il Calidarium e la stanza del sale e naturalmente una jacuzzi. Ci sono poi quattro cabine singole per i trattamenti e una Private SPA Suite per quelli di coppia. Vengono offerti diversi rituali e cerimonie di bellezza per viso, corpo, mani e piedi seguendo fedelmente i protocolli originali di casa madre. La caratteristica principale della SPA giapponese però riguarda la totale assenza di macchinari, tutto è eseguito manualmente dalle terapiste che seguono appositi corsi di formazione per effettuare i riti di relax e bellezza.