giovedì, 2 Maggio 2024

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Letture a casa: Vardø. Dopo la tempesta

Letture a casa: Vardø. Dopo la tempesta di Kiran Millwood Hargrave, tratto da una storia vera.

Devo dire che i libri che parlano di donne indipendenti mi attirano sempre molte.

Questo mi ha particolarmente incuriosito.

Kiran Millwood Hargrave prende spunto da un fatto realmente accaduto: i processi alle streghe di Vardø del 1620, Vardø. Questo è stato il primo grande processo alle streghe di Norvegia settentrionale e uno dei più grandi processi alle streghe in Scandinavia .

I fatti successi vengono riportati nel libro in versione romanzata ma la storia è praticamente la stessa.

Letture a casa: Vardø. Dopo la tempesta

Siamo nella Norvegia nordorientale ed è la vigilia di Natale del 1617.

Un’improvvisa burrasca si abbatte in mare: gli uomini della comunità di Vardø sono usciti a pesca, nessuno si salva.

Le donne assistono impotenti a riva e poi recuperano i corpi che il mare restituisce loro.

Inizialmente smarrite ricevono poco aiuto e comprendono, a malincuore, che se vogliono sopravvivere a Vardø devono prendere in mano le redini della società.

Le donne devono riprendere le attività e andare a pescare per poter continuare ad andare avanti.

Tutto sembra in equilibrio precario quando arriva il sovrintendente Absalom Cornet, chiamato per mettere ordine in questa comunità di donne sole e molto noto per aver mandato al rogo diverse donne accusate di stregoneria. E’ accompagnato da Ursa, la moglie, totalmente inesperta ed imbarazzata dall’indipendenza delle donne a Vardø. Absalom crede che il maligno dimori in questa comunità in cui le donne credono di poter vivere secondo le proprie regole.

Letture a casa: Vardø. Dopo la tempesta

Lettura interessante ma poco scorrevole devo dire, le donne si crogiolano molto nel dolore e sono molto meno intraprendenti rispetto a ciò che si legge nella trama.

Molto radicata la differenza fra pagani lapponi e cristiani, molto marcata la questione della superstizione.

Sappiamo come andò a finire: ci fu un processo e le donne di Vardø furono torturate, in particolare Mari Jørgensdatter, Kirsti, Else Knutsdatter, Anne Larsdatter da Vadsø e molte di queste donne sono state condannate al rogo.

Chernobyl: rischio rilascio materiale radioattivo

Un blackout militare lancia tutti nel panico: Chernobyl è senza corrente e siamo tutti a rischio.

Il sistema di monitoraggio delle radiazioni delle due aree ha smesso di trasmettere, il sito ora è in mano russa.

L’Agenzia internazionale dell’energia atomica ha lanciato l’allarme.

Chernobyl senza corrente: cosa rischiamo?

Chernobyl fa di nuovo paura e la causa è la guerra in Ucraina.

Le vasche che contengono il combustibile esausto necessitano della corrente per il raffreddamento, è necessario quindi ricollegare la centrale alla rete.

Energoatom, l’azienda statale che sovrintende al nucleare in Ucraina, dichiara: «I generatori diesel hanno un’autonomia di 48 ore, poi i sistemi di raffreddamento per i depositi di materiale nucleare smetteranno di funzionare, rendendo imminente il rilascio di radiazioni».

Ma neanche questo sembra fermare le intenzioni di Putin.

Chernobyl: cosa sappiamo?

L’Agenzia internazionale dell’energia atomica, l’AIEA, ipotizza che Chernobyl potrebbe iniziare a rilasciare materiale radioattivo.
Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’AIEA, ha espresso preoccupazione in quanto “l’approvvigionamento energetico esterno sicuro dalla rete per tutti i siti nucleari” è uno dei sette pilastri indispensabili della sicurezza nucleare.

Energotom aggiunge: “Il vento può trasferire la nube radioattiva ad altre regioni dell’Ucraina, della Bielorussia, della Russia e dell’Europa. Tutto il personale riceverà una pericolosa dose di radiazioni”.
La portavoce del Ministero degli esteri di Mosca Maria Zakharova ha detto: “Stiamo prendendo tutte le misure necessarie per assicurare la sicurezza dei siti nucleari in Ucraina. La Russia è pienamente consapevole dei potenziali rischi alle infrastrutture nucleari e sta facendo il massimo per assicurare l’adeguata sicurezza degli impianti nucleari dell’Ucraina”

Grossi fa un appello: “Ribadisco il mio urgente appello alle forze dell’ordine che controllano efficacemente l’impianto affinché rispettino le procedure interne di radioprotezione, facilitino la rotazione del personale e adottino altre importanti misure per garantire la sicurezza”.

Al momento i lavori per riparare il collegamento e ripristinare l’alimentazione alla centrale non si possono svolgere a causa della guerra.

Sarà la centrale nucleare a fermare la guerra?

Fiore di neve e il ventaglio segreto di Lisa See

Fiore di neve e il ventaglio segreto, un romanzo di Lisa See. Vi piacciono le storie della Cina antica? A me affascinano moltissimo quindi non potevo non parlarvi di questo libro.

Fiore di neve e il ventaglio segreto: i gigli d’oro

Conoscete la pratica della fasciatura dei piedi?

Si svolgeva nella la prima metà del XX secolo (durante dinastia Song e durante le dinastie Ming e Qing) ed era detta “Gigli d’oro” consisteva nel fasciare i piedi delle bambine piccole in fasce strettissime e poggiarvi una pesante pietra sopra di modo che venisse impedita la naturale crescita del piede. In questo modo il piede veniva deformato e rimaneva piccolissimo.

La donna cresceva ma i suoi piedi continuano ad essere come quando aveva che so 4 anni.

Perché? A quanto pare gli uomini andavano pazzi per l’andatura precaria e oscillante che assumevano le donne camminando, trovandola molto erotica (più perché richiama la sottomissione a cui erano sottoposte le donne).

Sì, è una cosa veramente strana, ma veniva considerato un gesto d’amore: se la madre o la nonna non avessero fasciato così i piedi della bambina questa sicuramente non avrebbe avuto un buon futuro. Per quanto la cosa possa sembrare assurda asteniamoci dal giudicare.

I piedi deformati venivano racchiusi in scarpette di seta, non venivano mai tolte le fasce per tutto il resto della vita ed era impensabile mostrare il piede nudo, per ovvi motivi.

Fiore di neve e il ventaglio segreto: la trama

Dunque vediamo un po’: la storia si svolge nella Cina del XIX secolo in cui troviamo Giglio Bianco una ragazza che non riesce a lasciarsi alle spalle una storia triste e soprattutto la sparizione della sua cara amica, Fiore di neve.

Tutto fra loro è iniziato in un epoca lontana in cui, in Cina, le donne non avevano affatto una vita serena e facile.

Accomunate da un destino simile e dall’isolamento totale che circondava le donne, le due si conoscono e divengono laotong “vecchie se stesse” e si crea un forte legame di amicizia, simile alla parentela, che le porta a praticare il Nu Shu un linguaggio segreto delle donne scritto su stoffa o sui ventagli.

Si scambiano messaggi ed inventano racconti per evadere dalla realtà. Poi un terribile equivoco che cambierà per sempre il loro rapporto, un dramma segreto che non è mai stato rivelato.

Il ragazzo e l’airone: trama e recensione

Ed infine è arrivato anche in Italia: Il ragazzo e l’airone, l’ultimo capolavoro di Hayao Miyazaki. Ovviamente mi sono fiondata al cinema.

Dopo dieci anni da “Si alza il vento”, nessuno pensava più che il maestro sarebbe tornato in pista, si diceva che quello sarebbe stato il suo ultimo film. E invece una bella sorpresa: a 83 anni il maestro non è assolutamente stanco e questo non sarà affatto il suo ultimo film.

Il titolo originale è “E voi come vivrete?” che ci stava tantissimo e difatti non aveva nessun senso cambiarlo, ma si sa che noi occidentali dobbiamo storpiare tutto.

Vediamo la trama, senza spoiler.

Il ragazzo e l’airone: la trama

Siamo a Tokyo, e poco prima che scoppi la guerra del pacifico, un bambino di nome Mahito (che vuol dire sincero) perde la propria madre nell’incendio di un ospedale. Qualche anno dopo, il padre del bambino sposa Natsuko, la sorella minore della moglie. Padre e figlio lasciano Tokyo per recarsi in una villa in campagna. Mahito fa fatica ad ambientarsi ed un giorno, inseguendo un airone scopre una misteriosa torre, per metà sepolta.

L’airone torna a fargli visita e gli dice che la madre non è affatto morta. Mahito viene messo in guardia ma decide di affrontarlo lo stesso.

All’improvviso la zia Natsuko sparisce nel nulla e Mahito decide di cercarla, arrivando così ad inoltrarsi nella torre per scoprirne i segreti.

Ovviamente devo fermarmi qui altrimenti vado a svelare quella che è la parte centrale del film.

Il ragazzo e l’airone: la recensione

Quando è finito il film ho pensato come prima cosa: come ce la fa ogni volta? Come fa ogni volta ha creare dei mondi paralleli, abitati da strane creature e bizzarri individui?

Sebbene la narrazione sia un po’ lenta, la seconda metà del film risulta più scorrevole e veloce.

È un film un po’ più cupo degli altri, che tratta molto la morte e con la solita morale circa il destino del mondo.

Il messaggio che il maestro vuole lasciare con questo film è chiaro: in che mondo volete vivere? Che mondo state lasciando alle generazioni future?

E poi abbiamo la crescita interiore di Mahito, la scoperta delle luci e delle ombre nel carattere di ciascuno ma anche il coraggio di affrontare tutti i problemi e le situazioni più spinose e spaventose.

Come sempre il maestro mette se stesso nella sua opera: la malattia della madre, il suo tormento di voler cambiare poter cambiare il mondo attraverso le sue opere, il suo voler tendere all’infinito sebbene l’età avanzi.

A voi è piaciuto?