lunedì, 11 Dicembre 2023

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Tatuaggi e inconscio: ecco perché ci tatuiamo (FOTO)

Credit: contest.virginradio.it

Le ragioni per cui decidiamo di tatuarci sono molteplici, ma una cosa è sicura: le motivazioni risiedono nell’inconscio. Per sostenere questa tesi si sono avvicendati psicologi e psicoterapeuti che hanno formulato una vera e propria psicologia del tatuaggio, per dimostrare che solo apparentemente la decisione di incidere per sempre qualcosa sulla propria pelle è un’azione banale.

Credit: guide.supereva.it
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La pratica del tatuaggio pone radici nella storia dell’uomo e risale almeno al 3000/3100 a. C., epoca alla quale risale la mummia del Similaun, da tutti conosciuta come Ötzi, che poteva contare sulla sua pelle tra i 45 e i 57 tatuaggi diversi. La maggioranza di questi tatuaggi, che consistevano in serie di linee e punti tutti diversi, è stata trovata in corrispondenza delle articolazioni, come se fossero stati messi per rinforzarle, a scopo curativo. Tra le civiltà antiche fu in Egitto e nella Roma pre-cristiana che il tatuaggio si diffuse e, inoltre, nel Medioevo si è attestato che molti pellegrini usavano tatuarsi con simboli religiosi per rivendicare la loro identità cristiana. Altri popoli che svilupparono questa pratica furono delle tribù in Oceania, come i Maori e le popolazioni cinesi e giapponesi in Asia. I motivi che spingevano queste tribù a praticare incisioni sulla pelle dei propri membri era rivendicarne la loro appartenenza alla tribù stessa.

Credit: culteducoprs.wordpress.com
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Oggi le ragioni che spingono un individuo ad andare da un tatuatore sono più complesse e addirittura opposte. Ci si tatua non per desiderio di omologazione ma, anzi, per cercare di affermare la propria individualità in un mondo che tende alla standardizzazione. È un modo per dichiarare la propria posizione rispetto alla realtà, ricordando agli altri e soprattutto a noi stessi, chi siamo, cosa vogliamo, da dove veniamo.
Il tatuaggio perciò diventa varco tra il nostro “dentro”, l’inconscio, e il nostro fuori, la nostra parte consapevole e pubblica.

Credit: samuelaurbini.com
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Se le motivazioni possono essere le più disparate e personali, gli esperti sono concordi nel ritenere che il significato del tatuaggio varia a seconda del posto e del soggetto stabilito.
Se il tatuaggio è:
nella parte sinistra del corpo, che in psicoanalisi rappresenta il passato, la persona in questione è pessimista e con scarsa stima di sé.
nella parte destra del corpo, legata al futuro, la persona in questione è solare, creativa e aperta ai cambiamenti.
in un luogo nascosto, come l’ombelico o l’interno coscia, la persona è timida o insicura
sulla caviglia e il soggetto è una donna, essa è molto gelosa, sospettosa ma molto femminile, mentre, se il soggetto è uomo, esso è competitivo e battagliero.
nelle zone genitali, se il soggetto è donna, essa è molto combattiva e sensuale, se uomo, passivo e maldestro.
Anche la grandezza del soggetto incide sulla psicologia che vi è dietro, nel caso il tatuaggio sia di grandi dimensioni, infatti, chi decide di tatuarselo è come se volesse prendere forza e coraggio dal disegno inciso sulla sua pelle.

Credit: www.wellnessworld.it
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Molte volte il significato del tatuaggio, seppur evidente, ha una difficile interpretazione, questo perché l’individuo vuole che la “chiave di lettura” non sia alla portata di tutti.
Certo è che indipendentemente dal suo valore inconscio, personale per ognuno, il tatuaggio è un grande mezzo comunicativo che, in un mondo dove tutto sta perdendo significato, è mezzo per ricordarci la nostra unicità e rimanere in contatto con i nostri sentimenti.

Interior design: specchi per allargare gli ambienti (FOTO)

Credit: giardinistore.ii

Stanchi della monotonia della casa? Volete dare un po’ di luce alla vostra camera ma non sapete come fare? La risposta alle vostre domande si può racchiudere in una sola parola: specchio.

In realtà, lo specchio è forse l’elemento che non può mancare nella casa. Ma non tutti sanno che, oltre alla classica e scontata funzione, questo oggetto ha anche una vera e propria potenzialità: dona luce alla stanza in cui si trova e ha la capacità di farcela sembrare più grande – ovviamente si parla di specchi abbastanza grandi. Vediamo, allora i vari tipi di specchi da utilizzare per ingrandire gli ambienti della nostra casa e, soprattutto, in che modo questo è possibile.

Specchio lungo su parete

Se una stanza vi sembra molto stretta, istallate uno specchio lungo su una delle pareti. Avrete un effetto di continuità della stanza.

Piastrelle specchio

Piccole ma eleganti, queste piastrelle danno l’effetto di ampliare le dimensioni degli oggetti intorno ai quali sono posizionate, come ad esempio un camino. Possono essere utilizzate anche come delle vere e proprie piastrelle.

Credit: vivereconstile.it
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Porte armadio a specchio

Applicate, appunto, sull’armadio queste porte specchiate ingrandiscono e illuminano la stanza da letto – inoltre è il sogno di chiunque potersi vedere dalla testa ai piedi in un enorme specchio.

Credit: scottoarredamenti.com
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Specchio nel corridoio

Molto spesso si sottovalutano i corridoi, considerati ambienti di passaggio e per questo motivo ‘snobbati’. Ma se volete dare luce e rendere meno angusto il vostro corridoio, l’essenziale p applicare uno specchio dal soffitto fino al pavimento su una o entrambe le pareti.

Specchio sul soffitto

Potrebbe sembrare pericoloso ma, applicare lo specchio sopra le vostre teste è un modo fantastico per allargare la vostra piccola camera. La sensazione che verrà fuori sarà sicuramente quella di profondità e continuità con il ‘cielo’.

Credit: trame.com
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Specchio su due pareti

Applicando su due pareti degli specchi, non soltanto abbiamo la sensazione di ingrandire la stanza, ma avremo anche un bellissimo gioco di riflessi e lucentezza grazie ai raggi del sole che si specchiano o alle luci.

Tatuaggi sulle dita per decorare le mani (FOTO)

Tatuaggi sulle dita, la nuova rivoluzione fashion che sta spopolando in quest’inizio di 2016: niente più smalti colorati e ore dall’estetista per unghie curate e alla moda; niente più anelli, di qualsiasi forma, colore e dimensione. Da adesso, per decorare le nostre mani, arrivano i bellissimi e super piccoli (quindi niente fastidiosi o ingombranti) tatuaggi sulle dita.

Prima di farvi dei tatuaggi sulle dita dovete stare attente a dei piccoli accorgimenti per bellezza e salute: essendo una posizione molto esposta, la pelle delle mani sarà sicuramente più rovinata, senza contare il freddo e i geloni che d’inverno ci fanno impazzire. Non spaventatevi subito se il tattoo sulle dita vi apparirà scolorito e imperfetto: è la zona che avete scelto ad essere particolarmente delicata. Non sarà facile curare questo tatuaggio: non si possono usare saponi e detergenti aggressivi per almeno due settimane, per evitare appunto che il colore si rovini.

Moltissimi, poi, i disegni più scelti dalle donne per i loro tatuaggi sulle dita: mini-cuori, stelle e soli, piccole parole o frasi, motti, frecce, simboli cinesi o giapponesi, triangoli e forme geometriche delle più disparate. Tantissimi gli amanti della musica che scelgono note musicali, strumenti o piccole riproduzioni di spariti da tatuare sulle dita. Senza contare i più romantici con dediche, chiavi e lucchetti d’amore. I più ptilosi preferiscono croci, onde sinuose, intrecci di linee a caso.

Tristezza: un’emozione importante (FOTO)

credits photo: 100hdwallpapers.com

Tristezza, l’emozione più bistrattata e meno rispettata di tutte. Ce la immaginiamo più o meno come in ‘Inside Out”: blu, viola, comunque scura, o di un colore che odiamo, bassa, cicciottella e brutta, così come vediamo noi stessi in preda ad essa.

La evitiamo il più possibile, come la peste. È assolutamente vietato essere tristi. Perché sin da piccoli ci hanno abituato ad inseguire la felicità, a dover essere allegri e spensierati ad ogni costo. E la tristezza diventa solo una debolezza da nascondere, da rinchiudere in un cerchio, che provoca un senso di colpa che ci spieghiamo con difficoltà.

Ma che cos’è la felicità senza un po’ di tristezza? Semplice allegria, qualcosa di cui godere sul momento, che si accantona facilmente e che si perde tra altri mille ricordi. Niente di fondamentale, insomma non un “ricordo base”.

credits photo: youtube.com
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Questo perché la tristezza è importante, essenziale oserei dire. È la tristezza che ci rende profondi, introspettivi ed empatici con gli altri. Che ci far riflettere, ci fa comprendere cosa è davvero importante e cosa non lo è. Che ci connette con il nostro io più vero e ci permette di esplorare lati celati ed inespressi della nostra personalità a cui non diamo mai peso. È la tristezza che rende la gioia importante.

Bisognerebbe imparare a convivere con gli attimi di tristezza, senza dover per forza crogiolarcisi dentro. Forse da piccoli dovrebbero insegnarci che a volte è giusto essere un po’ tristi. Che va bene provare questa emozione, proprio come la gioia, il disgusto, la rabbia e la paura. Che è un’emozione affrontabile senza affondarci dentro, che non ci annienta ma ci fortifica. Che può essere gestita. Che passa, come tutto. E che la gioia, grazie a lei, tornerà a brillare come prima, se non di più.