sabato, 27 Luglio 2024

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Storia del palloncino in lattice

palloncini in lattice

Oggi il palloncino rappresenta il modo più colorato e spettacolare di addobbare una location, grazie al colore, al volume e alla flessibilità di impiego di questo versatile oggetto. Ha avuto e continua ad avere un ruolo da protagonista neolle decorazioni in eventi come compleanni, matrimonio, etc..

Da cosa sono composti i palloncini e come vengono realizzati?

Prima di rispondere a questa domanda è necessario fare un salto nella storia, all’epoca in cui i palloni venivano realizzati in materiali molto diversi e più pesanti di quelli con cui siamo abituati a vederli oggi.

Prima della nascita dei moderni palloncini, questi venivano realizzati con materiali organici del mondo animale.  Così come per i palloni che si usavano per giochi di gruppo, quali l’antenato del calcio, non era raro vedere palloni e palloncini fabbricati con vescica e intestino di maiale essiccato.

Il materiale con cui sono fabbricati i moderni palloncini che siamo abituati a vedere ovunque fu inventato da  Michael Faraday, fisico britannico, il quale a seguito di esperimenti con idrogeno e vari gas creò il primo prototipo del lattice.

Ma per vedere i primi palloncini in lattice che siamo abituati ad ammirare oggi ovunque si è dovuto aspettare fino all’anno 1930, anno in cui Neil Tillotson creò i primi modelli con il lattice estratto dagli alberi della gomma.

Curiosa la storia dell’esperimento che ha portato alla creazione dei primi prototipi di palloncini in lattice.

Negli anni ’30 del 900 Neil Tillotson, riconosciuto come l’inventore del lattice,  immerse un pezzo di cartone con la sagoma di una testa di gatto nel lattice in forma liquida, creando il primissimo palloncino della storia.

Anche ai giorni nostri la fabbricazione dei palloncini in lattice deriva dalla gomma degli alberi di lattice denominati in latino Hevea Brasiliensis. L’estrazione avviene tramite l’incisione sull’albero che consente la fuoriuscita liquida della sostanza.

La produzione del palloncino avviene in fabbrica, partendo dallo stato liquido e dopo vari processi di lavorazione si ottiene il lattice per la fabbricazione dei palloncini.

Oggi i palloncini non sono soltanto una decorazione, ma esistono tantissmi impieghi d’uso. Da semplici addobbi, a oggetto di azione di marketing a lavoretti con il fai da te, fino ai mille giochi per bambini.

Il loro carattere allegro e colorato si presta bene a decorare qualsiasi ambiente e occasione, dai matrimoni, alle cresime, compleanni, feste Baby Shower, di benvenuto e una miriade di occasioni. Tutti amano i palloncini, portano spensieratezza e armonia.

Le grandi imprese hanno spesso utilzzato i palloncini per azioni di branding anche potenti, cospargendo città e strade con la propria marca.

Al di là del classico palloncino a tinta unita, ne esistono nel mercato di tantissime forme, misure e colori. La varietà infinita di questi addobbi si può notare nei cataloghi delle aziende specializzate in questo prodotto. Un esempio lampante della varietà che si può oggi trovare è quello di PallonciniMix, negozio online dedicato alla vendita esclusiva di ogni tipologia di palloncino. Entrando nel sito dell’azienda un menu con ben 30 categorie ci fa capire quanto siano versatili queste decorazioni.

Se siete quindi abituati a vedere i palloncini solo in feste di compleanno, date un occhio in rete e scoprite i mille ambiti in cui si possono utilizzare i palloncini.

È tempo di Blackout, la nuova tendenza tattoo spopola in rete (FOTO)

Credit: www.qnm.it

Chester Lee ha appena lanciato una nuova tendenza nel mondo degli inchiostri su pelle che ha ribaltato Instagram, si chiama Blackout e ha, naturalmente, a che fare con un colore in particolare: il nero.

Abbiamo superato varie fasi nel corso di questi ultimi anni, in particolar modo da quando il tatuaggio ha aperto le sue porte a più consumatori di quanti ce ne si potesse immaginare, sdoganando anche in culture che sembrava mai avrebbero accettato un rituale del genere.
Così, passato il momento del simbolo dell’infinito, passato quello delle ancora – che vengono comunque richieste con una certa regolarità – e poi ancora quello delle corone, delle stelline, dei nomi e delle dediche, eccoci approdare verso qualcosa di molto più complesso e impegnativo.

La nuova tendenza in fatto di tattoo prevede una copertura totale di una particolare zona del corpo con l’inchiostro nero, in alcuni casi con l’intento principale di nascondere vecchi tatuaggi scomodi.
Per altri, invece, è semplicemente gusto personale ed estetico, sì perché il Balckout non si limita a rivestire di nero un braccio o una gamba, ma forma una base per un lavoro certosino di contrasto, spesso reso dal colore naturale della pelle o dal bianco dell’inchiostro usato per lo più per i punti luci.
Il contrasto dato dai disegni fatti con il bianco o con le strisce non tatuate di pelle valorizza ancora di più il nero e focalizza lo sguardo sulla decorazione, che spesso ha un tema geometrico o classico, come teschi e rose.
Per una resa decisa e pulita, però, è necessario che il lavoro venga fatto con precisione, capacità e pazienza.

Sia il nero usato per una copertura così fitta, che il bianco sono colori davvero molto complessi da utilizzare.
È necessario che la zona scura non riveli punti bianchi e che sia netta e uniforme, mentre per il bianco è fondamentale sapere quale usare e come usarlo, essendo un tono così chiaro, infatti, tende a dover essere lavorato con maggior attenzione, perché potrebbe non rendere da subito.

Per il momento questa nuova attitudine può dirsi abbracciata da un pubblico prettamente maschile, anche se non escludiamo che entro breve anche le ragazze potrebbero dedicare una parte del loro corpo a una base nera, decorata magari da fiori di loto – un richiamo giapponese molto interessante – mandala e altri elementi con un significato decisivo.

Vi lasciamo con qualche immagine che vi spieghi meglio il risultato incredibile di questa nuova moda che potrebbe affascinare molti.

Victoria’s Secret: svelato il segreto delle loro gambe (FOTO)

www.ilgiornaledisicilia.it

Sapete chi ha disegnato le scarpe per il nuovo show di Victoria’s Secret? Uno stilista che amo immensamente e le cui creazioni sono al centro dei desideri di tutte le donne: Brian Atwood.
L’anno scorso l’arduo compito era stato assegnato a Sophia Webster e Nicholas Kirkwood, i quali crearono calzature su misura per completare i costumi super sexy degli angeli della maison; questa volta ad Atwood è stato chiesto di progettare da solo delle calzature straordinarie per completare i look delle modelle, i quali sono basati su sei temi: “Boho psichedelico”, “Farfalle esotiche,” “Ritratto di un angelo”, “Pink Stati Uniti d’America”, “Ice Angel” e “Fuochi d’artificio“.

Certo, le modelle di Victoria’s Secret hanno dei corpi straordinari, ai quali non si renderebbe necessaria l’aggiunta di qualsiasi accessorio; ma nonostante la loro forma fisica strepitosa è chiaro che, già a partire dalle scarpe, ci siano diversi trucchi per farle apparire più belle di quanto siano i realtà.
Le scarpe di Atwood infatti slanciano le gambe come poche altre scarpe al mondo: in alcuni casi gli angeli indossano stivali attillati fino al ginocchio, dove il gioco di colore renderà visivamente le gambe più lunghe.
L’immagine dello stivale ricorda la figura di un pavone, con tanto di piume messe nei lati: avete mai visto scarpe più sexy?
Guardando le foto però si nota anche che la posizione del piede non è proprio ‘umana’: il collo è infatti completamente proteso in avanti, in modo da ‘allungare’ tutta la figura.

www.fashionista.com
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Per la realizzazione di queste meravigliose creazioni lo stilista ha fatto avanti e indietro tra New York e Milano un bel po’ volte e il risultato è davvero spettacolare.

Avoid Humans, lo strumento perfetto per chi odia la gente (FOTO)

Credit photo: theodysseyonline.com

Avete presente quelle mattine in cui vi svegliate e vi sembra di essere catapultati in una pubblicità della Mulino Bianco? Ecco, io no. Perché prima di una certa ora e prima della mia dose quotidiana di caffè proprio non riesco a mettere in moto il corpo, figuriamoci il cervello. Di pronunciare qualche parola non se ne parla – solo piccoli versi – e se mia mamma inizia con le domande o le spiegazioni di quello che devo fare prima di uscire è la fine. Devo attaccare la lavastoviglie? Meglio che mi lasci un bigliettino, non si sa mai.

Il peggio, però, inizia quando metto i piedi fuori di casa. C’è sempre qualcuno che ha più voglia di parlare di quanta ne abbia mia madre – ma le forze dove le trovate? – che ovviamente incontro tutte le sante mattine. Quindi via a tutti i trucchetti per far finta di non vederli e, soprattutto, non sentirli. Cuffie nelle orecchie, sguardo bassissimo e qualcosa di interessante sul marciapiede, ovviamente dalla parte opposta al chiaccherone di turno.

Purtroppo, il più delle volte, questi escamotages non hanno l’effetto desiderato e mi tocca intavolare una conversazione. Sensata. Alle sette e mezza del mattino. Fortunatamente viviamo in un’era super tecnologica e navigando sul web – si, va bene, è vero, ho scritto su Google “come evitare persone loquaci la mattina” – ho scovato un’applicazione per noi che odiamo la gente, almeno alle prime luci del giorno.

Si chiama “Avoid Humans” ed è un piccolo tool online. Il suo compito è semplicissimo: indica quali sono i posti in cui andare per evitare di incontrare altre persone. Non immaginatevi indicazioni di posti completamente deserti, ma almeno starete in compagnia del minor numero di esseri umani possibile e non sarete costretti a conversare se quello che volete fare è passare del tempo soli con voi stessi.

Credit photo: creativity-online.com
Credit photo: creativity-online.com

“Avoid Humans” utilizza il sistema di geolocalizzazione di Instagram e di Foursquare per capire chi si è registrato in un determinato luogo. Non tutti hanno queste due applicazioni, è vero, ma di solito coloro che le hanno e che postano tutto ciò che fanno durante la giornata sono proprio le persone che vogliamo completamente evitare, anche perché quando iniziano a parlare e raccontare la loro vita non la finiscono più.

Credit photo: www.foodandwine.com
Credit photo: www.foodandwine.com

E non è tutto. “Avoid Humans”, in base alle votazioni che si registrano ogni giorno sul sito, è anche in grado di indicarvi i diversi livelli di solitudine, scegliendo tra posti differenti come rifugi, bar, ristoranti e locali. Cosa chiedere di più? Ora possiamo uscire di casa senza essere terrorizzati, almeno fino a quando qualcuno che odiamo non viene geolocalizzato.