Quando le amiche e gli amici della fotografa russa Jana Romanova hanno iniziato a sposarsi e ad avere dei figli, Jana ha cercato un modo per affrontare questo cambiamento.
40 scatti, uno per ogni settimana di gestazione. Prende il nome di “Waiting” il progetto fotografico della fotografa russa Jana Romanova. Le immagini sono disposte in modo da condurre il lettore all’interno del viaggio della gravidanza: se nelle prime immagini le coppie dormono separate, con l’aumentare delle settimane le coppie si avvicinano sempre di più. L’artista ha anche provato a cercare donne che fossero in diversi stadi di gravidanza ma la superstizione russa ha reso tutto più complicato: le donne preferiscono, infatti, non rivelare nulla fino al terzo mese per paura di perdere il bambino.
La grande maggioranza delle coppie non vuole solitamente essere fotografata entro le dodici settimane, per cui la Romanova ha dovuto manipolare l’ordine degli scatti per suggerire che le donne fossero nei primi mesi della gravidanza. In un’intervista ha, infatti, detto: “La prima immagine è di un ragazzo abbastanza robusto e una ragazza molto piccola. Difficilmente potresti dire che è incinta, ma in realtà è al settimo mese”.
Gli scatti non vogliono solo fissare le posizioni della coppia durante il sonno: l’attenzione, infatti, si pone anche sugli oggetti che circondano il letto. Sui vestiti lasciati abbandonati sulla sedia, sul telecomando della tv sparso sul pavimento, i libri dimenticati sul comodino. In effetti le camere sono un vero disastro, tutte le coppie, o quasi, dormono su letti singoli o divani e non è perché siano poveri. Ha più a che fare con l’economia dello spazio: le coppie hanno, nella maggior parte dei casi, da poco iniziato a convivere e devono ancora abituarsi a spazi più grandi.
Per elaborare uno scatto che rispecchiasse la vita notturna di una famiglia che aspetta un bambino, la fotografa doveva passare la notte nelle loro case, posizionare una scala nella camera da letto e puntare la sveglia alle 6:00 del mattino. Lentamente entrava nella camera della coppia e in due ore lo scatto era pronto. A volte le coppie si svegliavano, soprattutto verso la fine. Gli scatti che costituiscono il cuore di “Waiting” sono, infatti, quelli che racchiudono momenti rubati duranti i primi minuti di lavoro.
C’è una foto a cui Jana Romanova è particolarmente legata ed è quella di un uomo con la barba che dorme poggiando la mano sulla pancia della moglie. Quell’uomo è morto in un incidente stradale in Thailandia e il fatto che il giorno in cui è morto proprio quella foto sia stata scelta come copertina di un festival a cui la fotografa stava partecipando le ha spezzato il cuore. “L’ho vista e volevo morire”, ha rivelato la Romanova.
Il progetto fotografico Made in Russia ha riscosso un vero successo e gli scatti hanno fatto il giro del Mondo esposti tra una galleria e un’altra.