Vivere da fuori sede può essere davvero difficile, tra università, orari al limite dell’umano, spese, affitto e metropolitana. Tutto insieme, poi, ci vuole un po’ per abituarsi. E il lavoro di chi a 18 anni lascia casa, affetti e famiglia per trasferirsi a chilometri e chilometri di distanza diventa ancora più difficile se ci si mettono anche i genitori.

Ce ne sono diverse tipologie: gli apprensivi, gli indifferenti, i “giovani dentro”, i tecnologici, i nostalgici. E tanti altri ancora. Ad ognuno il suo, e non è una scelta. Ecco le categorie più gettonate.

Gli apprensivi

Devi chiamarli ogni giorno, a qualsiasi ora, anche di notte, oppure saranno loro a cercarti. Vogliono sapere tutto, anche quante volte sei andato in bagno durante la mattinata in Università. Sono pieni di consigli e vivono di ansie 365 giorni l’anno.

Lacrima facile

Sono 4 anni che vivi a Milano, torni a casa solo durante le feste di Natale e Pasqua, vivi da fuori sede ormai da una vita e sei più abituato al Duomo e alla metro che non a casa tua. Ma, ogni volta che vai via e torni nel capoluogo lombardo, vedrai i tuoi genitori piangere come bambini che lasciano il proprio piccolo all’asilo per la prima volta. E hai 22 anni.

I Giovani

Per loro sei un coetaneo, ti trattano come fossi uno della comitiva. Pacca sulla spalla e “raccontami tutto figliolo, ci andiamo a prendere un birra e ti aiuto io“.

Gli orgogliosi

Per loro sei sempre il migliore, il più bravo, quello con i voti migliori anche quando “l’esame era difficile, e poi la Prof. non mette mai voti alti“. Parlano sempre di te, quando vanno a fare la spesa, al mercato, da soli in macchina. E anche se non ti laureerai con il massimo dei voti per loro sarai sempre un premio nobel.

I tecnologici

Ti mandano mille immagini, video e foto su Whatsapp, ti chiamano su Skype ogni fine settimana, ti ricaricano il conto online e ti prenotano il biglietto dallo smartphone. E appena esce un nuovo aggiornamento dell’iPhone sono loro i primi a chiamarti per dirti di farlo subito, altrimenti rimani indietro.

I poco tecnologici

Rimasti all’età del paleolitico, rimangono in contatto con i propri figli fuori sede solo per telefono – e per telefono si intende quello con la tastiera dei numeri che girava. Se sei più fortunato ti mandano le lettere, con il piccione viaggiatore.

Gli stalker social

Sanno tutto di te, su Facebook, Twitter, Instagram e Whatsapp. Interessati alla vita sociale dei figli, curiosi di conoscerne gli spostamenti, controllano ogni tuo tag e localizzazione. E poi ti chiamano, per chiederti: “Ma chi era quello con cui eri nella foto su FB?”

I rifocillatori

Sono i migliori, e tengono alla tua salute più della loro vita. Ed ecco che, a scadenze più che regolari, ti mandano quintalate di cibo, pacchi e pacchettini con la dispensa per la settimana.