Italiani all’estero, una storia lunga più di un secolo. L’Europa è diventata la nuova “terra promessa” che fino a qualche anno fa era l’incubo da cui scappare. Dal 1945 al 1955 dal Vecchio Continente scapparono oltre 15 milioni di persone. Nel 2010/15 ne ha accolte 2 milioni. E tra gli europei, sembra strano, ma ci siamo anche noi. Tra il 1876 e il 1973, infatti, circa 27 milioni di italiani abbandonarono il nostro Paese: partivano soprattutto da Genova e Napoli per raggiungere New York, San Paolo, Santos.
Oggi la situazione, in fin dei conti, non è molto diversa.
In Gran Bretagna è boom di immigrati italiani: 57mila in un anno, +37%. I dati, diffusi precisamente dall’Istituto di Statistica britannico, tengono in considerazione tutti quelli che hanno ottenuto il “National insurance number”, un documento senza il quale non si potrebbe lavorare. E non parliamo di qualche centinaia. Gli italiani emigrati in Gran Bretagna in cerca di lavoro tra il 2014 ed il 2015 sono stati 57.600 contro i 42.000 dell’anno scorso [Repubblica]. Londra potrebbe essere considerata la tredicesima città in Italia per numero di abitanti: sono, infatti, 250mila gli italiani residenti nella città inglese, tanto quanto la popolazione di Verona.
E cosa dire di tedeschi e italiani che colonizzarono il Sud del Brasile, dove oggi si festeggia addirittura l’Oktoberfest – tipica tradizione germanica – e spuntano come funghi piccoli paesi chiamati nuova Brescia o nuova Padova?
Nel 2014 gli italiani all’estero sono aumentati più degli immigrati residenti in Italia. Eppure oggi gridiamo allo scandalo, alla mafia e alla corruzione, al finto buonismo e alle frontiere da chiudere. Ma, se ci riflettiamo bene, lo scenario non è molto diverso rispetto al secolo scorso, quando a scappare da fame, povertà, guerra e sottosviluppo eravamo noi. Alla ricerca di una nuova vita, una rinnovata identità, un lavoro, una famiglia e un po’ di felicità. E, se continuiamo ancora a pensare, la storia è identica anche adesso. Le condizioni di vita sono cambiate, questo è certo, ma, dati alla mano, sono sempre di più quelli che scappano dallo Stivale che non promette più un futuro degno di nota.
Il The Post Internazionale ha pubblicato qualche statistica in merito
Cambiano i tempi, cambiano gli anni e le abitudini, ma la storia è sempre la stessa.
Quindi, perché gridiamo allo scandalo?