Emma Watson ha appena lanciato una campagna per la parità dei sessi chiamata appunto “HeForShe”. Il nome spiega già gran parte del progetto. L’obiettivo è quello di coinvolgere più persone possibili, sia donne che uomini per far si che la parità dei sessi non rimanga solo una flebile speranza.
Il discorso dell’attrice inizia con la sua esperienza da ‘femminista’ .

“Ho cominciato a mettere in dubbio le supposizioni basate sul genere tanto tempo fa. Quando avevo 8 anni ero confusa dal fatto che mi definissero dispotica perché volevo dirigere le recite che allestivamo per i nostri genitori; ma ai maschi non succedeva. Quando a 14 anni, ho cominciato ad essere sessualizzata da certi elementi dei media. Quando a 15 anni, le mie amiche hanno cominciato ad abbandonare le squadre degli sport che amavano perché non volevano apparire muscolose. Quando a 18 anni, i miei amici [maschi] non erano capaci di esprimere i loro sentimenti… ho deciso che ero femminista e la cosa mi sembrava tutt’altro che complicata. Ma le mie ricerche più recenti mi hanno dimostrato che “femminismo” è diventata una parola impopolare. Le donne si rifiutano di identificarsi come femministe. A quanto pare, [io] sono tra le schiere di donne le cui parole sono percepite come troppo forti, troppo aggressive, isolanti e anti-uomini, persino non attraenti. Perché è diventata una parola tanto scomoda?”

Continua Emma:

“Provengo dalla Gran Bretagna e penso che sia giusto che io sia pagata tanto quanto le mie controparti maschili; penso che sia giusto che io sia in grado di prendere delle decisioni che riguardano il mio corpo; penso che sia giusto che le donne vengano coinvolte in mia vece [nella politica] in quelle decisioni che influenzeranno la mia vita; penso che sia giusto che socialmente mi sia garantito lo stesso rispetto che è garantito agli uomini. Ma sfortunatamente, posso dire che non c’è neanche una nazione al mondo in cui le donne possono aspettarsi di ricevere questi diritti. Nessuna nazione al mondo può dire di aver raggiunto la parità dei sessi. Considero questi diritti dei diritti umani”.

Purtroppo, come precisa l’attrice, su questo discorso si è discusso varie volte, in varie occasione. Nel 1997 Hilary Clinton fece un discorso a Pechino sui diritti delle donne. Meno del 30% del pubblico era composto da uomini. Un dato tanto importante, quanto emblematico.

“Come possiamo influire sul cambiamento nel mondo quando solo la metà di esso è invitato o si sente benvenuto a partecipare alla conversazione?” Chiede Emma Watson.

La parità dei sessi è anche un problemi degli uomini. Sì, perchè si parla meno spesso di uomini imprigionati dagli stereotipi di genere ma lo sono anche loro. E appena si libereranno la situazione migliorerà anche per le donne.

“Se gli uomini non devono essere aggressivi per essere accettati, le donne non si sentiranno in dovere di essere sottomesse. Se gli uomini non devono controllare, le donne non dovranno essere controllate. Sia gli uomini che le donne devono sentirsi liberi di essere sensibili. Sia gli uomini che le donne devono sentirsi liberi di essere forti. E’ tempo di concepire il genere su uno spettro, e non come due serie di valori opposti. Se smettiamo di definirci l’un l’altro in base a cosa non siamo, e cominciamo a definire noi stessi in base a chi siamo, possiamo essere tutti più liberi. Ed è di questo che si occupa He For She. Di libertà.
Voglio che gli uomini prendano su di sé questo impegno, così che le loro sorelle, madri e figlie possano essere libere dai pregiudizi, ma anche perché anche i loro figli possano avere il permesso di essere vulnerabili e umani. Rivendichiamo quelle parti di loro che hanno abbandonato e così facendo permettere loro di essere una versione più vera e più completa di loro stessi.

Un invito a non restare indifferenti, a fare qualcosa. Qualcosa per concretizzare ciò che è giusto e che è ancora utopia in alcune Nazioni più che in altre.

“Perché la realtà è che se non facciamo niente, ci vorranno 75 anni, o che io compia quasi 100 anni, prima che le donne possano aspettarsi di essere pagate tanto quanto gli uomini per lo stesso lavoro. 15 milioni e mezzo di ragazze si sposeranno nei prossimi sedici anni e lo faranno da bambine. E con questi ritmi, non sarà prima del 2086, che tutte le ragazze della campagna africana potranno ricevere un’educazione di livello secondario.”

La piccola di Harry Potter si è indubbiamente fatta sentire e si spera porti concreti risultati con questa campagna, che smuova gli animi, sopratutto quelli maschili, ma non solo.