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“I cittadini italiani, e quelli cinesi residenti in Italia, sottoscrivano la petizione contro il festival della carne di cane di Yulin, una barbarie incommentabile. Anche l’Expo esca dal suo imbarazzante silenzio sui diritti degli animali e si impegni a far conoscere questa realtà”. Lo ha chiesto la parlamentare Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, durante l’evento “Non sono cibo”, cui ha partecipato il direttore di Animals Asia Italia, Irene de Vitti. Una richiesta lanciata anche sulla sua pagina ufficiale di Facebook, tramite la quale è possibile firmare la petizione di Animals Asia Italia al sito itsnofestival.animalsasia.org/itl per dire basta a questo massacro.

Il web si è subito mobilitato creando altrettante centinaia di petizioni per bloccare questa crudeltà, ottenendo degli ottimi risultati. Oltre Animals Asia Italia, su Change.org le firme di ‘Alza la zampa’ hanno superato oggi quota un milione e mezzo per annullare questa manifestazione disumana.

Ogni anno a Yulin, città-prefettura della regione autonoma cinese di Guangxi, il 22 giugno si svolge il “Festival della carne di cane al solstizio d’estate”, durante il quale migliaia di cani finiscono sulle tavole cinesi, dopo essere stati macellati e cotti. La World Animal Protection stima che circa ogni anno vengono uccisi 25 milioni di animali per continuare questa insensata tradizione. Non solo aumenteranno, scrivono sulla petizione, “gli animali allevati per l’occasione”, ma anche “rapimenti di randagi e di animali domestici” per una delle loro specialità che ci fa rabbrividire: lo spezzatino.

“Gli animali – ricorda l’ex ministro Brambilla – nella maggior parte dei casi sono catturati per strada o sottratti ai proprietari da bande criminali, trasportati e detenuti in gabbie piccolissime e affollatissime, uccisi con metodi crudeli – di solito a mazzate, ma anche col veleno – e spesso scuoiati ancora vivi. Ciò che avviene a Yulin – aggiunge – è ben documentato da video facilmente reperibili su YouTube o servizi analoghi e rappresenta una macchia per l’immagine della Cina”. Tuttavia, se siete troppo sensibili vi consigliamo di non andare a cercare altre immagini sul web.

Michela Vittoria Brambilla invita quindi a firmare la petizione lanciata da Animals Asia contro il festival. “La Cina – ha spiegato de Vitti – sta compiendo importanti passi avanti in materia di tutela del benessere animale. Il festival non solo contravviene alla legge cinese, ma è anche fortemente criticato dall’opinione pubblica e dai media nazionali. Per questo è importante agire ora”.

Tutti possiamo fare qualcosa per fermare quest’abominevole festival che non merita di esistere assolutamente. I cani non sono cibo, ma sono i nostri migliori amici e come tale non dovrebbero finire sulle nostre tavole, ma farci compagnia ogni giorno della nostra vita.