Quando il ticchettio dell’orologio biologico femminile inizia a diventare più rumoroso, occorre rispondere. E nel momento della scelta e della consapevolezza di passare dalla parte dei figli a quella dei genitori, bisogna fare i conti con la realtà. Una realtà spesso crudele, piena di complicanze, materiali e non.
La storia di Graham e Janet Walton è quella di una coppia unitasi nella coscienza di questa crudeltà. A sedici anni, infatti, a Janet era stato detto che non sarebbe stata in grado di avere figli naturalmente. L’assistenza medica a disposizione, una volta arrivato il momento, era esaurita e l’unica soluzione per realizzare il loro sogno, restava l’adozione.
Un tentativo che è stato sicuramente di buon augurio per la coppia di sposi. Al ritorno da un viaggio a Malta, luogo in cui Janet e Graham avevano valutato una proposta di adozione, la donna scopre di essere incinta. Non di uno, non di due, ma di ben sei gemelli. “Gemelli! Non sapevo cosa fare con dei gemelli! Ad essere onesti, all’epoca non ero nemmeno sicuro di poter gestire un bambino”, queste le parole dell’uomo alla notizia.
Da allora Janet e Graham sono annoverati tra i genitori più famosi del mondo. Genitori di sei splendide ragazze ormai trentenni, affermate e consapevoli della propria fortuna, la stessa che le ha protette durante il più complicato momento della gravidanza e quello della crescita.
Una crescita documentata dai media passo per passo, tanto che, ancora oggi, la proposta di una festa su ITV, in occasione del loro trentesimo compleanno, non fa scalpore. Una ricorrenza per cui le sei sorelle gemelle, hanno richiesto un unico e prezioso regalo: farsi tatuare ognuna sei cuori in sei parti diverse del corpo.
Un pensiero che non ha fatto impazzire la mamma, che ha acconsentito perché “era quello che le ragazze volevano fare”.
Il party, in onda il mese prossimo su ITV, vede le unite gemelle protagoniste di un documentario che racconta la loro storia. I momenti felici, gli scatti di quando erano bambine, i risultati raggiunti, le ricorrenze e il geniale confronto del sestetto, con altri casi simili al loro. Un confronto che le ha rese consapevoli della propria fortuna, delle difficoltà logistiche, economiche e psichiche a cui i loro genitori sono stati sottoposti.
“Non abbiamo mai smesso di ricordare a noi stessi di quanto siamo fortunati”, dice Graham. “Anche nei momenti peggiori, ricordiamo che ci sono persone che non possono avere figli e pensiamo a quanto siamo stati benedetti ad averne non uno, ma sei. In ogni fase, anche se ci sono stati problemi, abbiamo ricordato questo a noi stessi. Le ho amate. Lo farei di nuovo, senza pensarci. È stata una grande, grande avventura”.
E che dopo il compleanno, le prossime ricorrenze prevedano altari e fiori d’arancio, è un ulteriore augurio per questa coraggiosa e numerosa famiglia.