In diretta dal Sana (Salone Internazionale del Biologico) che, nella giornata di chiusura, ieri 15 settembre 2015, ha premiato 3 tra i 300 in gara per l’innovazione nel packaging e nel concept, Blog di Lifestyle ha intervistato due delle personalità dello show di cucina vegana, che hanno partecipato alla manifestazione il 12 settembre. Scopriamo chi sono e le loro ricette per adulti e bambini.
Giuseppe Ammendola, scrittore e membro del Comitato Scientifico Associazione Vegani, vive da diversi anni in Francia, dove mantiene il suo stile di vita vegano e presto potrebbe partecipare ad un programma televisivo dedicato alla cucina, non solo vegana. Lo abbiamo incontrato al VeganFest dopo la presentazione della ricetta della sarasiccia. Ecco cosa ci ha raccontato.
Faccio parte del Blog di Lifestyle e la ringrazio per la disponibilità per questa intervista, come prima domanda vorrei chiederle di presentarsi, dirci cosa fa, perché ha scelto la cucina vegana e da dove è partito
Mi chiamo Giuseppe e ho scelto la cucina vegana perché rispecchia la mia sensibilità, nel senso che da diversi anni la amo e cucino diversi piatti per me perché sono vegano. Mi alimento in questo modo per la protezione degli animali e perché è salutare, però il primo motivo che mi ha spinto a cucinare vegano è il fatto che non potevo sopportare di cibarmi di altri esseri viventi.
Ci dica qualcosa in più del suo lavoro nelle cucine professionali
è un anno e mezzo che faccio la nutrizione professionale in Francia, prima facevo tutt’altro. Ero commerciante d’azienda
poi ho seguito vari corsi di cucina vegana. Mi piace mettere della creatività in quello che faccio, ho scritto dei romanzi, ora sono al secondo e ho pensato che cucinare potesse essere qualcosa che poteva riflettere il mio modo di fare e quindi ho scelto la cucina che è vegana perché io mangio in questo modo.
Ci parli un po’ dei suoi romanzi
Ho scritto 5 anni fa un romanzo dal titolo un po’ bizzarro “Rivoglio il mio bidet”, poi ne ho scritto un altro che si intitola “Il cuore e la luna” e preferisco parlare del secondo con il quale sono riuscito a fare più presentazioni. Il primo è stato davvero un lancio, poiché fino a che non sai che effetto può avere sui lettori non credi neppure in te stesso. Il primo romanzo è stato una sfida con me stesso, nel secondo mi sono sentito più a mio agio, ho visto anche delle aspettattive degli amici che mi avevano letto e in effetti è stato un romanzo piacevole, nel senso che ho avuto diversi complimenti. Ho continuato a scrivere e questo romanzo che sto ultimando è un po’ il senso dei messaggi che mi piace far trapelare da ciò che scrivo però è diverso. Ritengo che sia anche molto più leggero, anche se gli altri lo erano ugualmente. Un libro che ha come titolo “Rivoglio il mio bidet” non può essere che un libro leggero. Ho scelto di utilizzare dei simboli e delle metafore per far parlare i miei protagonisti, che esprimono comunque le loro sfide umane attraverso quello che succede, esprimono sentimenti con un linguaggio leggero. Con “Il cuore della Luna”, invece, avevo l’idea di scrivere un romanzo che è una favola. Si intitola “Anche i leoni mangiano la soia” e contiene delle vignette realizzate da una bambina di 12 anni. Queste vignette poi sono state pubblicate anche separatamente. In questo romanzo c’è una protagonista vegetariana però non è un decalogo sul vegetarianesimo, attraverso il percorso dei protagonisti c’è un arrichirsi che avviene proprio tramite il racconto.
Il vostro pubblico target comprende anche i bambini?
Per la favola si, mentre il romanzo li annoierebbe. I bambini sono sicuramente un pubblico importante, il pubblico del futuro, occorre partire da loro per influenzare le scelte di quelli che poi saranno la generazione del futuro. Speriamo che si comporti in modo diverso perché siamo noi che abbiamo la responsabilità dei danni che oggi vediamo nel nostro amato pianeta.
Ha delle ricette da consigliare ai nostri lettori?
Dare delle ricette.. non saprei. Non voglio peccare di presunzione. Ho qualcosa come la ricetta che ho creato stamattina, si chiama sarasiccia, in cui l’ingridiente base è il grano saraceno, però non ne ho tantissime. Mi piace cucinare per cui speso uso ricette già esistenti e magari utilizzo i miei gusti per modificarle e accontentare i miei gusti.
Una rapida guida per creare la sarasiccia?
La base è il grano saraceno, senza glutine, ricco di minerali quindi davvero un toccasana per il corpo. Penso che la sarasiccia sia un alimento buono e che fa bene.
I suoi componenti sono olio di oliva, confettura di pomodoro, brodo vegetale o dado, acqua, scalogno, sale e grano saraceno. Si porta ad ebolizione il grano saraceno facendo molta attenzione che non si rompa e poi si aggiunge a questa pasta ciò che si vuole. Questa mattina ho utilizzato formaggio vegetale, peperoncino che viene utilizzato per la prima tipologia oppure si possono usare pepe nero e semi di finocchio nella seconda tipologia. Ho fatto queste due paste, le ho fatte un po’ raffreddare, le ho messe in un forno adatto a microonde e ho arrotolato delle salsiccie: con spago alimentare si parte dalla testa, si compongono una ad una queste salsiccie e quello che viene fuori è la sarasiccia. Si tiene fuori per 24 ore e il giorno successivo si può mangiare. Se si vuole conservare per ancora 24 ore, vi assicuro che la pasta è ancora più buona.
La ringrazio per questa gustosa ricetta. Quali sono i suoi progetti futuri?
La scorsa settimana ho partecipato ad un casting televisivo per una trasmissione che si tiene sulla M6, una rete francese. Durante la trasmissione ci saranno cinque cuochi che faranno da mangiare per gli altri quattro commensali e a seconda della bontà delle pietanze cucinate dal candidato di turno, i quattro daranno un voto. Mi è stato chiesto di cucinare e io ho avvisato che l’avrei fatto a mio modo secondo la cucina vegana, quindi sarà una bella sfida. La prima selezione è andata bene, la seconda mi hanno detto bene quindi dovrò aspettare giovedi prossimo per vedere se sono tra i 5 candidati, speriamo.
Il nome della sua pagina
La pagina è su Facebook ed è Vegissimo by Giuseppe Ammendola.
Le facciamo un in bocca al lupo. La ringrazio
Patrizia Re invece è rappresentante Peta in Italia e membro del Comitato Etico di Associazione Vegani Onlus Italia, nel corso dello show cooking ha preparato una base di quinoa con verdure per bambini, incluso il suo che ha assistito allo show insieme a suo padre. Ma lasciamo le parole alla creatrice della quinoa double face.
Ha appena presentato una ricetta per bambini, prima di parlare di questo, vorrei chiederle un commento sul Salone internazionale del Biologico.
Sono arrivata da 5 minuti, farò un giro oggi e domani però vengo da alcuni anni e devo dire che a primo impatto è molto più grande e più ricco. Sicuramente ci sono anche più stand. La parte che mi ha colpito molto è questa dedicata al Vegan Fest perché credo che ci siano sicuramente più aziende e quindi questo significa che c’è più interesse.
Com’è nato il suo interesse verso il mondo vegano?
Non l’ho detto prima però sono una vegana per etica. Sono nata come vegetariana, dal 91. Allora ero molto piccola, completamente da sola anche perché non c’erano le stesse tecnologie. Poi pian piano scoprendo più cose, essendo anch’io più informata sui prodotti e sulle scelte che si potevano fare, pian piano il mio percorso da vegetariano è passato al vegano, quando me la sono sentita. Quello che dico sempre è che certe volte ci sono aspettative, c’è chi si sente già arrivato e ci sono dei pregiudizi verso chi mangia ancora latticini, mentre in realtà ognuno ha i tempi propri anche di maturazione per le scelte che va a fare.
Quali sono i consigli per chi decide di diventare vegano?
Sicuramente provare, non avere paura di provare cose nuove, di essere curiosi. Tante volte ci si sente dire “ma allora se non mangi ne carne, ne pesce, ne latticini non mangi niente”. Questo non è vero, si mangiano molte più cose, perché si scopre quello che poi c’è qua attorno, un sottofondo di prodotti e alimenti diversi. La quinoa che ho presentato, non la conoscevo prima. Il mio consiglio è quello di non avere pregiudizi, buttarsi e provare.
A proposito della quinoa, può presentare nel dettaglio la ricetta che ha appena elaborato?
Se vuoi poi posso mandare nel dettaglio il piatto anche con le quantità, però, visto che adesso la mia sfida è di cucinare anche per più persone avendo un bambino piccolo che devo comunque accontentare e che è sempre più interessato a quello che c’è sulla nostra tavola piuttosto che dai cibi del periodo di svezzamento, ho pensato di utilizzare la quinoa, che ho chiamato quinoa double face, un po’ come una giacchetta che fuori è blu e possiamo girare e utilizzare perché non ha l’etichetta. Questa quinoa è composta da verdure di stagione, zucchine e carote, e partendo da questa parte e aggiungendo pochi altri ingredienti la quinoa si può trasformare in polpette vegetali o burger per accontentare un po’ di più il palato dei piccoli poiché la quinoa può non essere apprezzata dai più piccoli essendo in grani e quindi non facile da ingerire.
Che cosa si sente di consigliare alle mamme che scelgono l’alimentazione vegana per i propri figli?
Io mi sento di parlare solo per mia esperienza personale perché sono scelte molto importanti. Quando poi vanno ad influire sulla vita di un’altra persona, al di la di noi stessi, è molto importante che la mamma nello specifico si informi, che sia pronta, che non si senta spinta a farlo e che non si senta nemmeno spinta a fare il contrario, spesso e volentieri spinta da quello che le persone le dicono. Bisogna provare e leggere molto. A me sono serviti tantissimo i libri sullo svezzamento naturale, sullo svezzamento vegano piuttosto che sull’alimentazione naturale, vegana e vegetariana. C’è veramente tanto. Consiglierei la letteratura italiana ma anche internazionale. Questo serve non solo a dare delle idee ma anche a farci sentire più tranquilli. Significa anche che non siamo gli unici a questo mondo ad intraprendere questo percorso. Non solo è possibile ma viene fatto da molte persone con risultati ottimi.
Che alimenti utilizza per suo figlio?
Sono proprio agli arbori, ma a lui piace molto quello che è dolce, quindi cerco di assecondarlo, dandogli ovviamente anche altre cose. Adora la frutta, quindi preparo tantissime pappe a base di frutta e altri ingredienti, come la crema di mandorle piuttosto che olio di lino o altre cose molto sostanziose e importanti per la sua crescita e delle specie di porridge ma a base biologica. E poi sto provando ad introdurre altre cose come le polpettine che ho fatto oggi. In realtà non volevo fargliele provare, perché non penso a mio figlio come la cavia dei miei piccoli esperimenti culinari, però era talmente interessato a quello che stavo facendo che gliel’ho fatto assaggiare e l’ha mangiato con gusto. Quella è stata una prova, però anche pasta di riso con zucchine o con pomodoro e via dicendo.
Ha avuto un mentore nell’avvicinarsi alla cucina vegana?
Nessun mentore, ad un certo punto nel mio cammino mi sono accorta che avevo abbandonato tutti gli alimenti di origine animale, quindi le uova, i formaggi, proprio non li compravo più. All’epoca mi capitava di non fare attenzione agli ingredienti della briosche che mangiavo al bar quindi li mangiavo in questi casi. Per il resto in casa mia non entrava più niente. Poi ci tengo a precisare che l’essere vegano comporta che si stia attenti a tutto quello che si fa, a tutti gli acquisti, anche nei prodotti per la casa, tutti quelli testati sugli animali, così come il dentifricio con cui ci laviamo i denti, il collutorio. Ho cominciato poi ad affinare questa consapevolezza e a fare scelte occulate, così come nell’abbigliamento e nei sottoprodotti alimentari.
Un messaggio per i nostri lettori di Blogdilifestyle?
Siate positivi, curiosi di provare, nuove cose, leggete tanto, informatevi, sia per la parte che per la controparte, cercate di tenere la torta a tutto tondo. Provate anche di partecipare per esempio alla settimanna vegana, provate a fare una giornata in cui mangiate solo vegetali. Vedrete che la salute ne beneficerà.
Dove potrebbero contattarla?
Il mio sito arriverà a breve, e nel frattempo c’è la pagina facebook che si chiama vegupyourlife, che è un’incitazione a provare un lifestyle un pochino più green.
La ringrazio