Dopo l’amore ai tempi degli sms, come dimenticare le prime chat come Messenger?
La famosa piattaforma social in cui potevamo svolgere lunghissime conversazioni e scambiarci foto con i nostri amici e che ha sicuramente caratterizzato la nostra adolescenza?
Cos’era Messenger?
Messenger era una miriade di emozioni: la fretta di tornare a casa da scuola per poterci collegare, l’attesa (a volte infinita) che una determinata persona si mettesse on line e che ci scrivesse, il trillo che era una sorta di messaggio in codice del tipo “ehi, ci sei? Ho voglia di chattare con te”, l’emozione delle prime videochiamate, in cui alle volte vedevamo il viso di quella persona per la prima volta, e il divertimento delle lunghe conversazioni estive che duravano fino all’alba.
E chissà quanti amori e quante amicizie sono nate per via di Msn. Ma come potevano crearsi dei rapporti con altre persone solo tramite una chat?
Hai MSN?
Tutto iniziava così, con questa frase.
Chissà quante volte, dopo aver conosciuto qualcuno durante una vacanza, al bar, a scuola, in discoteca etc, ve l’hanno chiesta.
Davate il vostro indirizzo email, di cui oggi nella maggior parte dei casi ve ne vergognate per il nome stravagante, e aspettavate che il diretto interessato vi aggiungesse.
Il trillo
Una sorta di messaggio in codice. Bastava quello per far capire che noi c’eravamo, eravamo on line, e aspettavamo solo lei/lui.
A volte questa persona ricambiava con un altro trillo come per dire “ci sono anch’io”, oppure, i più coraggiosi, ricambiavano il nostro richiamo con un “ehi” affiancato da un emoticon sorridente.
On line, Off line, Status e lunghe conversazioni
Da qui susseguivano delle lunghe e piacevoli conversazioni interrotte solo da “cause maggiori” come lo studio, la cena o perché si era fatto tardi e l’indomani c’era scuola.
Ci salutavamo con un “a domani” che per noi rappresentava un barlume di speranza.
Così aspettavamo il nuovo giorno, attendevamo ansiosamente l’ultima campanella della giornata e arrivati a casa la prima cosa che facevamo era precipitarci in camera per accendere il computer; ci mettevamo in stato on line e aspettavamo che anche quella persona si collegasse.
Quante volte siamo rimasti delusi quando tardava a mettersi on line tanto da porci mille domande “magari non è ancora tornato da scuola”, “forse sta pranzando fuori”, “avrà problemi di linea, magari ci sentiremo nel pomeriggio”.
Ma la speranza si accendeva quando il lui o la lei, una volta collegato/a, non perdeva tempo a farsi sentire e così tutto si ripeteva. Le lunghe conversazioni, le partite a battaglia navale, lo scambio del numero telefonico e poi finalmente la domanda che tanto aspettavamo “ti va di uscire insieme qualche giorno?”.
Ma Messenger era anche..
Un tormento per i nostri genitori, questo era anche la fatidica chat. “Ti fa male stare tutto il giorno davanti a quel computer”, tra le frasi tipiche che abbiamo sentito a lungo.
Messenger era anche dispiacere quando quella persona non si faceva sentire; ma era anche Blog, il nostro blog personalizzato e difficile da creare in cui scrivevamo di noi, pubblicavamo le nostre foto e chiedevamo ai nostri amici di commentarcelo; e infine era anche lo stato personale di cui ci servivamo per lanciare frecciatine.
E fu così che la maggior parte delle attuali storie d’amore nacquero, tra una conversazione e l’altra, tra la lunga attesa e il tempo che scorreva troppo velocemente quando finalmente si chattava. Perché in amore è così, il tempo vola quando si sta bene con una persona.
Ricordiamo con nostalgia quei tempi e viene da ridere se pensiamo che l’inizio di tutto fu determinato da una semplice domanda e da uno scambio di contatti.
Alla prossima punta di “L’amore ai tempi del..”