Che mondo noioso sarebbe senza delle grandi figuracce? Per fortuna ci pensiamo noi di Blog di Lifestyle a rendere tutto più brioso. Ma sicuramente anche a voi sarà capitato di fare qualche gaffe in presenza di tutta la città, dei vostri amici o ancor peggio proprio della ragazza su cui volevate fare colpo.
Abbiamo raccolto le peggiori figure, quelle che ci hanno fatto vergognare a tal punto da desiderare che in quel preciso istante si aprisse un vortice nella Terra che potesse inghiottirci e farci sparire da quella scomoda situazione.
Cadere
Le cadute sono evergreen, fanno sempre ridere, a meno che non ci si faccia male, in tal caso le lacrime non saranno per le troppe risate. Che capiti per strada, su un autobus bagnato in una giornata di pioggia, o in metro con le mani occupate non fa differenza. Quando ci si trova per terra con gli occhi di tutti i presenti puntati addosso e i nostri “accompagnatori” occupati in grosse risate si capisce subito di aver fatto una gran brutta figura. Se poi tra quei presenti c’è anche il tipo o la tipa che ci piace, ci siamo scavati la fossa da soli.
Sms inviato
Ops. Maledetto cellulare che non percepisce che quello a cui sto mandando il messaggio non era la persona che doveva riceverlo. Quando lo inventeranno, faranno un grosso favore alle sbadate come me. Non è piacevole inviare un sms in cui ci si sfoga con un’amica su quel ragazzo che ci piace oppure, ancora peggio, sull’altro ragazzo che ci piace e poi l’sms lo inviamo a nostro lui. Si prospetta una lunga settimana di liti.
Ma tu non ti chiamavi Marco?
Non fate i timidi. Anche voi avrete sbagliato nome qualche volta. Certo è una figuraccia quando per tutta la sera chiami quel nuovo ragazzo Marco, e poi scopri che si chiama Roberto.
Salutare è educazione, rispondere è cortesia
Come si dice: “Salutare è educazione, rispondere è cortesia”. Non quando hai l’abitudine di salutare anche persone che non conosci e che, chiaramente, non ricambieranno il tuo saluto, lasciandoti perplessa sulla gaffe pubblica appena fatta.
Promemoria: chiudere la porta a chiave
Possiamo dirne quante ne vogliamo, ma la figura più brutta per eccellenza rimane sempre una: essere scoperti dai genitori (peggio se di lui) in situazioni “compromettenti”. Il programma della serata è allettante, i suoi fuori a cena, voi avete casa libera e volete sfruttarne ogni angolo. Non avevate però considerando il contrattempo, i suoi hanno dimenticato le chiavi. Quella porta che lentamente – ma non troppo – si apre e voi che venite scoperti in pieno. Scappare su un altro pianeta, attraversando infinite galassie non sarebbe comunque sufficiente per sopperire a tale figuraccia.
Ah, ma è tua madre?
Ormai, prima di parlar male di qualcuno, anche se questo qualcuno ha sembianze aliene, chiedo sempre se sia parente di uno dei presenti. Troppe volte capita di raccontare una storia indicando il soggetto con appellativi sempre diversi e poco carini per poi: “Ah, ma è tua madre? No, vabbè, scherzavo”.
Abbassa la voce
In treno, in un locale o in ufficio quando dall’altro lato del telefono c’è la mamma che urla, perché giustamente sei lontano chilometri e pensa che la sua voce debba arrivarti direttamente così, rompendo quel silenzio imbarazzante e facendo sentire a tutti quello che ha da dire. No, non è bello, mamma.
Giochiamo a nascondino?
Suona il citofono. “No, proprio lui no. Non volevo vederlo. Mi nascondo”. Magari sotto il tavolo. Pessima idea, quando l’ospite inatteso si siede per un caffè, trovandoti accovacciata intenta a cercare una scusa plausibile. Non ce ne sono, non sforzarti.
Dimenticarsi di pagare
Può capitare, tra una chiacchiera e l’altra di uscire dal bar noncuranti di un conto da pagare. Quando vieni richiamata come se fossi una ladra, la situazione si fa piuttosto imbarazzante.
Incontri inaspettati
Essere sempre in tiro è impossibile, soprattutto per le ragazze, non ci svegliamo già con trucco e parrucco sistemato e con l’outfit giusto. Ci sono, infatti alcuni momenti della giornata in cui ci rilassiamo, in tutti i sensi, per esempio l’istante prima di una doccia rigenerante, quando già in accappatoio e con i capelli legati in uno chignon casalingo ci accorgiamo di dover prendere qualcosa sul balcone. Non importa se abiti in Burundi, nel Sahara o su Giove, in quel preciso istante il tuo vicino si volatilizzerà lì, sul balcone affianco, solo per poterti vedere il versione “relax”. Mai nessuno dovrebbe vederci in tale versione. Nessuno. Se poi ci saluta con “bell’accappatoio” è chiaro che sprofondare negli abissi sarebbe anche troppo poco.
E le vostre figuracce sono peggiori delle nostre?