Negli Stati Uniti l’uso di marijuana per scopi medici sta diventando sempre più diffuso: utilizzata per curare pazienti affetti da nausea da chemioterapia o soggetti sieropositivi che spesso soffrono di crisi epilettiche, la marijuana sembra adesso poter essere d’aiuto anche in ambito veterinario.
A mettere in luce, in questo senso, le proprietà benefiche della sostanza è stato il veterinario californiano Doug Kramer, anche noto come il “Vet Guru” di Los Angeles: seccato soltanto all’idea di trovarsi costretto a ricorrere direttamente all’eutanasia, il dottor Kramer ha infatti somministrato al suo husky siberiano Nikita, durante le ultime settimane di vita seguite a un intervento per asportare delle masse tumorali, dosi di cannabis che non soltanto l’hanno fatta smettere di guaire, ma che le hanno stimolato l’appetito, portandola a prendere peso e a ritornare in forze al punto tale da riprendere a farsi trovare alla porta per il saluto al rientro.
“Nikita se ne stava andando – scrive Kramer nel Journal of the American Veterinary Medical Association – e avrebbe ben presto smesso di mangiare. Avevo provato invano qualsiasi antidolorifico farmaceutico disponibile sul mercato, persino gli steroidi. A quel punto, era diventata una questione di qualità della vita: sentivo di dover assolutamente fare il possibile per risparmiarle qualsiasi ulteriore sofferenza“. Kramer e Nikita hanno così trascorso insieme un altro mese e mezzo, periodo durante il quale il dolore è significativamente diminuito.
Sebbene consapevole non si trattasse di una vera e propria cura, Kramer ha utilizzato la marijuana per lenire i dolori della sua cagnetta, migliorando notevolmente la qualità dei suoi ultimi giorni di vita. Anche uno studio condotto in due cliniche veterinarie del Colorado (rispettivamente nel 2005 e nel 2010) ha dimostrato come la marijuana per animali sia un ottimo rimedio: un’oculata dose della sostanza può avere benefici incredibili per i nostri amici a quattro zampe. E due aziende di Seattle, la Canna-pet e la Canna-companion, hanno cominciato a rivendere alcuni integratori a base di canapa, sperando che la diffusione del prodotto porti i ricercatori ad approfondire scientificamente il suo potenziale – nonostante la cannabis continui ad essere considerata nella maggioranza dei casi illegale.