L’orsa Daniza non è sopravvissuta all’iniezione di sonnifero somministratole durante la notte per catturarla. Dopo aver ferito un uomo nei boschi del Trentino, l’animale si era dato alla fuga insieme ai suoi cuccioli, per sfuggire alla cattura. In seguito all’accaduto, la provincia di Trento aveva deciso di uccidere l’orsa Daniza in un primo momento, e poi di catturarla perché ritenuta potenzialmente pericolosa.
Il Corpo Forestale dello Stato di iniziativa ha aperto un’indagine dopo la morte dell’orsa Daniza ipotizzando i reati di maltrattamento di animali e uccisione senza motivo reale dell’animale. A quanto si apprende, nell’agosto scorso, il Corpo Forestale dello Stato aveva inviato una lettera al ministero dell’Ambiente e al presidente della Provincia di Trento esprimendo perplessità sull’iniziativa della Provincia di catturare e isolare in cattività in una struttura solo l’orsa, peraltro senza i propri cuccioli.
“Con la morte dell’Orsa Daniza lo schifo e la vergogna sono stati raggiunti“. Così commenta Angelo Bonelli, coportavoce nazionale dei Verdi. “E’ morta – sottolinea – per mano delle istituzioni un’orsa che voleva difendere i propri cuccioli dal pericolo e ora anche i piccoli cuccioli sono in pericolo di vita senza la protezione della loro mamma. Chi doveva difendere l’orsa ovvero il ministero dell’Ambiente ha assunto una posizione indecente e fuori dall’ordinamento giuridico italiano. I boschi non sono degli zoo e un bosco senza animali sarebbe come una città senza umani e da questi atti purtroppo e drammaticamente si misura anche il grado di non civiltà della nostra società“, conclude Bonelli.
L’Ente Nazionale Protezione Animali definisce la morte dell’orsa Daniza un “animalicidio” e chiede le dimissioni del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. “Ciò che è accaduto all’orsa Daniza non è un incidente né un fatto casuale: è un animalicidio in pieno regola“. Nelle settimane, le associazioni e le iniziative a difesa dell’animale sono state numerosissime, chiedendo più volte di lasciare in pace l’animale, che aveva l’unica colpa di avere aggredito un uomo solo per proteggere i suoi cuccioli.
La presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, preannuncia una vera e propria mobilitazione legale da parte dell’associazione contro la Provincia di Trento, gli amministratori locali ed i politici locali che “hanno scatenato questa guerra di religione. Ma anche coloro i quali hanno materialmente eseguito l’intervento di telenarcosi. Al riguardo chiediamo di sapere se tale intervento sia stato posto in essere da personale medico-veterinario e se siano state rispettate tutti i protocolli veterinari“.
“La narcosi è sempre rischiosa negli animali selvatici“, commenta Marco Melosi, presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), aggiungendo che l’animale ne subisce uno stress importante, anche per lo ‘sparo’ dell’anestetico che è necessario effettuare per raggiungerlo (telenarcosi).
Inoltre l’Ente Nazionale Protezione Animali chiede quale ruolo abbia giocato il Ministero dell’Ambiente in questa vicenda “visto che si è dimostrato incapace di tutelare l’animale: per questo l’associazione chiede le dimissioni immediate del ministro. Chi a vario titolo è coinvolto nell’animalicidio di Daniza stia sicuro di non dormire sonni tranquilli: questo per noi e per tutti i cittadini italiani che hanno preso a cuore il caso dell’orsa è il punto di partenza di una battaglia che porteremo avanti finché Daniza non avrà giustizia“, conclude l’Enpa in un comunicato.
Il risultato di questo animalicidio dimostra, ancora una volta, come l’uomo sia l’unico pericolo per gli animali, infrangendo il suo territorio di proposito. L’uomo ferito dall’orsa potrà vivere con qualche graffio, mentre i cuccioli di Daniza resteranno orfani per il resto della loro vita.