Tom Perkins e Matt Chennells, classe 1988, hanno attraversato in bici ben 26 Paesi, ma non per solo sport: la loro è stata infatti, più di ogni altra cosa, una lunga avventura gastronomica, che li ha visti impegnati a pedalare per 20.000 km, da Londra a Città del Capo. Una vera e propria spedizione culinaria che i due amici hanno avuto modo di documentare attraverso una serie di scatti fotografici, destinati a far parte di un prossimo libro di ricette che illustreranno dettagliatamente tutti i cibi assaggiati lungo il percorso.
In viaggio dal 2011, Tom e Matt hanno provato davvero di tutto: dal polmone di toro fritto e dallo stufato di peperoncini verdi in Turchia, all’enjera (una crêpe al lievito naturale) in Etiopia, allo stufato di capra e arachidi in Ruanda. Ma gli intrepidi ciclisti – secondo i quali nulla andava rifiutato – non si sono accontentati, arrivando a mangiare persino le pietanze più inusuali: fra tutte, la più impressionante è probabilmente stata la locusta fritta del Sudan.
Attualmente Tom sta lavorando alla stesura del libro “The Nomadic Kitchen” – finanziato da una campagna di crowdfunding – che includerà 65 ricette straordinarie, ma altrettanto facili da riprodurre. Un ricettario di viaggio senz’altro unico, ispirato da un’avventura culinaria che ha dell’epico. “Ciò che più mi ha stupito – confessa Tom – è la capacità di unire le persone che il cibo ha. Anche nella landa più desolata, condividere un piatto incoraggia inevitabilmente alla conversazione e all’amicizia. Ben poche cose stimolano l’interazione allo stesso modo.”
I due, partiti da Londra nel luglio 2011, hanno raggiunto i Balcani, per poi spostarsi verso il Mediterraneo orientale, attraversando Turchia e Medio Oriente. La strada li ha condotti, subito dopo, alla Penisola del Sinai, fino al Cairo, prima di raggiungere la costa orientale dell’Africa e, da lì, giù fino al Sudafrica. Ma è stata l’Etiopia il Paese a rimanergli nel cuore: “Un’esperienza unica: scenari stupendi, tradizioni affascinanti e una delle più particolari culture eno-gastronomiche in cui ci siamo imbattuti – racconta Tom – L’Etiopia è stata per noi una terra di sfida, di frustrazione e d’incanto ad ogni momento: esattamente quel che desideravamo da un viaggio come questo.”
Il successo dell’esperienza in sé, però, è stato possibile soltanto grazie alla generosità dei completi estranei incontrati lungo la strada. “La gente ci ha spalancato le porte delle proprie case, donandoci un’ospitalità incondizionata – continua Tom – facendoci realizzare quanto fortunati fossimo ad aver intrapreso un’avventura di questo tipo“. Un’avventura da ricordare e condividere con un libro attraverso cui i due viaggiatori vogliono calorosamente ringraziare tutte queste persone la cui accoglienza si è dimostrata davvero eccezionale.