Weekend in Sardegna: alla scoperta di borghi segreti e sapori autentici
Se pensi alla Sardegna immagini subito spiagge cristalline, calette nascoste e tramonti infuocati sul mare. Ma lascia che ti sveli un altro volto dell’isola, quello meno instagrammato ma forse ancor più affascinante: quello dei borghi dimenticati, dove il tempo sembra essersi fermato e il cibo ha ancora il sapore della tradizione. In questo articolo ti porto con me in un weekend lento e sorprendente alla scoperta della Sardegna più autentica, dove ogni strada acciottolata racconta una storia e ogni piatto è un viaggio nel gusto.
Weekend in Sardegna: Lollove, il borgo che non ti aspetti
A pochi minuti da Nuoro, incastonato tra le montagne del centro Sardegna, si nasconde Lollove, un micro-borgo che conta appena una decina di abitanti. Sembra un set cinematografico: case di pietra scura, vicoli silenziosi e un’atmosfera sospesa, quasi irreale. Non c’è quasi nulla: una chiesa, qualche gattino che ti osserva curioso, e una leggenda popolare che parla di suore cacciate con una maledizione (“Sarai come Lollove: non crescerai mai e mai morirai”).
Se vuoi sentirti davvero fuori dal mondo, vieni qui al tramonto. L’unico suono sarà quello del vento che accarezza le pietre. Ti consiglio di visitarlo con lentezza, senza aspettarti attrazioni turistiche: Lollove è l’attrazione. E magari scattare una foto al cartello all’ingresso del borgo: è diventato virale su TikTok per la sua triste poesia.
📍 Google Maps: Lollove, NU
Cibo da pastori e vino che sa di Sardegna
La cucina di questi piccoli borghi non è da copertina, ma è da brividi (quelli buoni). Ad esempio, a Oliena, il paese famoso per il Cannonau, ho assaggiato il miglior pane frattau della mia vita: sfoglie di carasau immerse nel brodo con pomodoro, pecorino e uovo in camicia. Un comfort food sardo che profuma di casa. E se sei fortunato, qualcuno ti inviterà a una merenda pastorale tra le campagne: formaggi ancora caldi di mungitura, salsicce stagionate in casa, e un bicchiere (o due) di Nepente di Oliena, vino scuro e ruvido come le mani di chi lo produce.
Molti piccoli ristoranti a conduzione familiare non sono nemmeno su Google, ma spargi la voce in paese e li troverai. La Sardegna dell’entroterra vive ancora di passaparola e fiducia, e forse è questo il suo incanto più grande.
Dormire in case antiche e risvegliarsi con il profumo del mirto
Per il tuo weekend slow ti consiglio di evitare hotel e resort. Ci sono tante case storiche trasformate in B&B, come Domus Antigas a Bitti, un piccolo borgo musicale famoso per i cori a tenore (patrimonio UNESCO). Dormire lì è come tornare indietro di cent’anni: letti in ferro battuto, arredi di legno grezzo e la nonna che ti prepara il caffè d’orzo la mattina.
Appena fuori dal centro potresti ritrovarti in mezzo a distese di elicriso e mirto, con il canto degli uccelli come sveglia naturale. E magari visitare un piccolo laboratorio di liquori artigianali come Antico Liquorificio Rau, dove il mirto si fa ancora secondo la tradizione.
Il bello della Sardegna nascosta è proprio questo: ti sorprende senza clamore. Un weekend tra i suoi borghi sconosciuti non è solo una fuga dal caos, ma un ritorno all’essenziale. E ti avverto: potrebbe essere l’inizio di un grande amore.



