Sono seimila le persone in Italia che ogni settimana diventano vegane, per un totale di trecentomila ogni anno. La terza edizione di Notte Veg sarà, perciò, ancora più partecipata degli scorsi anni: festival ideato da Sonda, casa editrice del mondo vegano, la Notte Veg 2015 coinvolgerà ristoranti, pub, librerie di tutto il Paese, che per stasera dedicheranno un angolo dei propri locali al vegetale.
L’Italia, d’altronde, si attesta sempre più ‘cruelty-free’: e a confermarlo è il rapporto Eurispes 2015, che evidenzia una percentuale di vegetariani-vegani del 7,1%, registrando così un aumento a fronte del 6% rilevato in precedenza.
“Nel leggere questi numeri bisogna considerare le conseguenze. Il sistema sanitario italiano risparmierà in spese mediche nei prossimi anni – dice Antonio Monaco, editore di Sonda – E almeno 6 milioni di animali non diventeranno cibo nel prossimo anno, dato che un onnivoro mangia in un anno oltre 20 animali. Cresce la curiosità intorno allo stile di vita vegan. Nei prossimi anni raccoglieremo i frutti di questa sperimentazione di massa. E la Notte Veg ne rappresenta un simbolo“.
Una tematica sempre più interessante, che vede le iniziative in proposito aumentare sempre più: dalle produzioni editoriali, come il mensile Vegan Italy edito proprio da Sonda, agli eventi divulgativi come il Veganfest bolognese organizzato a settembre da Assovegan, o gli imminenti Vegan Days di Padova, fissati per il 31 ottobre.
Che sia soltanto una moda? “Moda significa che molte persone ‘sentono’ come positivo un certo comportamento o atteggiamento, e provano ad adottarlo. In questo senso è certamente una moda – puntualizza Monaco – Da noi la sensibilità delle persone sta cambiando sulla base di due spinte. Da una parte la consapevolezza della stretta correlazione esistente tra l’alimentazione e la salute. Dall’altra la crescita forte dell’empatia verso gli altri animali; basta considerare anche il dissenso sociale sempre più ampio verso la caccia o le sagre con animali“.
E se la moda non è tutto sommato da criticare in toto, non bisogna certo smettere di puntare più in alto: “Il passaggio da una curiosa sperimentazione occasionale ad una pratica quotidiana consapevole è quello che si chiama scelta vegan – spiega ancora l’editore- Credo che abbiamo raggiunto una massa critica sufficiente per chiedere alle istituzioni e al mercato di considerare la scelta vegana come un diritto dei cittadini“.