Preoccupati dalla baraonda che ultimamente si è sollevata a proposito della carne rossa? State pensando di finirla con le bistecche o addirittura di darvi al veganismo? Un adulto su sei, e uno su cinque tra quelli di compresa tra i 16 e i 24 anni – segue una dieta vegana o vegetariana, secondo uno studio pubblicato lo scorso anno dall’ente di ricerca Mintel. Ma molti altri sono diventati ‘flexitariani’: hanno cioè limitato il consumo di carne rossa, senza privarsene del tutto, privilegiando invece le carni bianche.

E il consumo delle carni avicole va sicuramente aumentando, soprattuto alla luce dello sconcertante report della World Health Organisation, che ha classificato come cancerogeni i prodotti di carne rossa lavorata come le salsicce e come potenzialmente cancerogena la carne rossa.

Proprio qualche giorno fa, i ricercatori della Oxford University hanno messo in guardia i consumatori: già soltanto due porzioni di carne rossa alla settimana aumentano il rischio di sviluppare il cancro all’intestino.

Eppure, prima di correre drasticamente ai ripari e darsi a tofu e quinoa, vale la pena di osservare che il rischio medio di sviluppare questa patologia è del 6%: il che significa che l’aumento del rischio calcolato dalla World Health Organisation e dagli studiosi di Oxford corrisponde, complessivamente, a una percentuale che si aggira intorno al 7%.

Inoltre, molti esperti in fatto di sanità sconsigliano di eliminare la carne rossa dall’oggi al domani: questo perché, allo stato naturale, la carne rossa è una preziosa fonte di energia e di sostanze nutrienti essenziali. “Mangiare carne rossa apporta una grossa quantità di benefici in una dieta bilanciata”, ha dichiarato la dietista inglese Priya Tew. “Il nesso tra il consumo di carne rossa e lo sviluppo del cancro all’intestino è molto meno stretto di quanto non sia per il caso della carne lavorata. Bisognerebbe addirittura mangiarne di più“.

La maggior parte delle persone mangia all’incirca 70 grammi di carne rossa al giorno, un quantitativo che le istituzioni reputano più che accettabile, corrispondente a una piccola bistecca consumata ogni due giorni. Se consumata in quantità di più di 90 grammi al giorno, l’equivalente di 3 fette sottili di roast beef, invece bisogna stare più attenti.

‘Carne rossa’ è l’espressione utilizzata per quelle carni che non solo da crude, ma anche cucinate, non schiariscono di colore – cosa che accade, invece, con le carni bianche. Anche il maiale è classificato come carne rossa, sebbene le carni suine diventino più chiare quando vengono cotte. Questo perché si tratta di prodotti che contengono un più alto tasso di mioglobina, una proteina presente nei muscoli dei mammiferi, che è ciò che dà in effetti il colore rosso alla carne.

Dalle funzioni cerebrali alla resistenza alle infezioni, ecco dunque tutta una serie di vantaggi di cui, stando al parere degli esperti, si gode se si consuma carne rossa con moderazione.

Intelligenza

Molti biologi evolutivi affermano che proprio la dieta a base di carne rossa seguita dai nostri avi della Preistoria sia stata la causa dell’incredibile accrescimento del cervello, non riscontrato invece nei mangiatori di verdura e vegetali: i gorilla, per esempio, che mangiano solo piante, possono crescere fino a tre volte di più in quanto a stazza rispetto a noi, ma il loro cervello è ben più piccolo di quello umano.

Questo perché la carne rossa è un’ottima fonte di energia: nonostante il cervello costituisca solo il 2% del nostro peso corporeo, esso utilizza circa il 20% delle calorie incamerate“, spiega Robert Pickard, professore emerito di neurobiologia all’Università di Cardiff.

La carne rossa, inoltre, fornisce un tipo di acido grasso omega-3 chiamato DHA, fondamentale per lo sviluppo del cervello. Dei livelli bassi di DHA possono andare a influenzare negativamente le funzioni cognitive e la salute mentale, soprattutto nei giovani e nei bambini. La migliore fonte di quest’acido grasso è l’olio di pesce, ma dato che molti non mangiano né pesce né frutti di mare, la carne costituirebbe un’importante fonte alternativa. Diversi studiosi, poi, sono del parere che gli animali nutriti secondo diete grasse a base di carne presentino livelli ancora più alti di omega-3.

Ancora, la carne rossa è una preziosa fonte di vitamina B12, di cui le cellule nervose hanno bisogno per ripararsi e per replicare il codice genetico delle cellule, il nostro DNA. Uno studio apparso nel 2013 sul British Journal of Nutrition asserisce che le persone che evitano o limitano il consumo di prodotti animali come carne, latte e uova corrono il rischio di andare incontro a una grave carenza di questa vitamina. Benché i quantitativi necessari non siano affatto immensi, le persone oltre la sessantina tendono ad averne livelli bassi perché cominciano a produrre quantità minori di una particolare proteina presente nello stomaco che sollecita l’assorbimento della vitamina B12.

La carne rossa fornisce anche la carnosina, altamente concentrata nei tessuti muscolari e nel cervello, la quale può proteggere il cervello dall’invecchiamento. Diverse ricerche hanno riscontrato che i livelli di carnosina possono essere decisamente bassi in pazienti affetti da disordini quali il Parkinson e l’Alzheimer.

E i grassi saturi?

Gli studi scientifici finora condotti hanno dimostrato che mangiare troppa carne rossa può portare a un aumento dei rischi di patologie cardiache a causa del suo alto contenuto di grassi. Negli ultimi anni, però, il nesso tra i grassi saturi e questo genere di malattie è stato messo in questione: proprio l’anno scorso, una rivisitazione dei dati analizzati pubblicata sul giornale scientifico ‘Annals of Internal Medicine’ giungeva alla conclusione che “le prove a disposizione non vanno a confermare in via definitiva il fatto che si debbano consumare grosse quantità di acidi grassi polinsaturi (quelli presenti nel pesce, nelle arachidi e nei semi) e che si debba limitare, invece, il consumo di grassi saturi (quelli presenti nella carne rossa)“. Potrebbe darsi, insomma, che i grassi saturi della carne rossa siano stati ingiustamente demonizzati.

In maniera significativa, il tipo di grassi saturi presenti nella carne rossa, l’acido stearico, viene trasformato velocemente e facilmente all’interno dell’organismo in un grasso insaturo chiamato acido oleico, lo stesso che si trova nell’olio d’oliva pressato a freddo, comunemente considerato salutare per le funzioni cardiache. Altri tipi di grassi saturi, come l’acido palmitico (derivato dall’olio di palma, che viene aggiunto a molti cibi industriali), sono molto più difficili da trasformare in grassi insaturi.

Scegliere carni più magre e utilizzare modalità di cottura più salutari, come il grill, significa che la carne può effettivamente essere apprezzata come parte di una dieta sana e bilanciata” ha asserito Tracy Parker, esperta dietista presso la British Heart Foundation.

Salute di ferro

I medici spesso dissuadono i pazienti dal consumare carne rossa in modo da ridurre la pressione sanguigna, eppure svariati studi hanno dimostrato che mangiare carne rossa magra non ha effetti collaterali da questo punto di vista, anzi: può persino essere d’aiuto.

Quando si dice ‘carne magra’ si intende non contenente grassi visibili: sono carni magre l’arrosto di maiale, la bistecca al filetto, la fesa di manzo e la coscia d’agnello. Un team di ricercatori americani ha descritto nel 2009 i risultati del proprio studio sul giornale scientifico “Nutrition Research”, arrivando alla conclusione che una dieta povera di sodio (suggerita spesso a quanti soffrano di alta pressione) che includa carni rosse magre per la maggior parte dei giorni “è risultata efficace nella riduzione della pressione sanguigna nelle donne più in là con l’età“. Sarebbe il potassio, presente nella carne rossa in quantità maggiori rispetto a quella bianca, ad aiutare a mantenere equilibrati i livelli di pressione sanguigna.

Anche il nesso tra l’obesità e il consumo delle carni rosse è stato di recente smentito: “Il fatto è che si possono assumere più grassi saturi mangiando cibi precotti vegetariani – afferma ancora Priya Tew – che concedendosi una bistecca alla griglia. La carne rossa è una ricca fonte di proteine che si digerisce in molto tempo, motivo per il quale la sensazione di sazietà che provoca dura di più. Ciò significa che si tenderà ad assumere meno calorie nell’arco della giornata“.

La carne rossa, poi, è una delle migliori fonti di ferro e zinco, indispensabili al funzionamento del sistema immunitario. In più, fornisce apporti di vitamina D e di vitamina A, altrettanto importanti nell’aiutare l’organismo a combattere i virus.

Virilità

Il selenio, antiossidante presente nella carne rossa e nelle arachidi, gioca a sua volta un ruolo decisivo in fatto di concepimento perché fondamentale allo sviluppo di follicoli ovarici sani. “Selenio, zinco e L-Carnitina (un amminoacido) sono tutti fattori imprescindibili per una produzione di sperma sano” sostiene il Dottor Gill Lockwood, direttore della clinica Midland Fertility di Tamworth nel Regno Unito.

Molti studi hanno dimostrato che gli uomini che seguono diete carenti in selenio – le quali tendono ad essere prive di carni rosse, farine integrali e frutta secca – possono andare incontro a decisivi miglioramenti nella motilità degli spermatozoi qualora comincino ad assumere selenio“, ha spiegato il Dottor Lockwood.

Anche uno studio pubblicato nel gennaio 2015 sul giornale scientifico “Trace Elements in Medicine and Biology” ha mostrato che la carenza di selenio “può causare infertilità negli uomini provocando un deterioramento nella qualità spermatica e nella motilità degli spermatozoi“.

Contro la stanchezza

Uno dei maggiori vantaggi che il consumo di carne rossa offre è l’assunzione di ferro, indispensabile per l’emoglobina: è questo che permette alle cellule del sangue di trasportare ossigeno in tutto il corpo. “Se i livelli di emoglobina diminusicono, si diventa molto presto letargici. Si possono accusare sintomi come vomito, mal di testa e problemi alle articolazioni” dice Priya Tew.

Il ferro è assorbito molto più facilmente dal corpo se proviene dalla carne, non da prodotti vegetali“, sostiene la dottoressa Elizabeth Lund dell’Institute of Food Research. “Durante il ciclo le donne dovrebbero consumare 14,8 mg di ferro al giorno. Per il resto della popolazione, è sufficiente un quantitativo di 7 grammi giornalieri. Resta il fatto che la carne è una delle fonti di ferro principali“.

Muscoli

La carne rossa è, infine, una delle principali fonti di creatina, importante sostanza nutriente che fornisce energia. “Con l’invecchiamento, la massa muscolare diminuisce, cosa che può andare a incidere sulla mobilità e provocare cadute” dice la Dottoressa Carrie Ruxton, dietista che collabora col Meat Advisory Panel. “Le persone più in là con l’età trovano difficoltà nell’assimilare le proteine, perciò hanno bisogno di proteine di alta qualità per massimizzarne l’assunzione: le proteine presenti in un toast al formaggio, per esempio, non sono di qualità alta tanto quanto quelle presenti nella carne rossa, che contiene tutti gli otto amminoacidi essenziali (che il corpo adopera per costituire i muscoli) di cui l’organismo ha bisogno“.