Dal Collie al Pastore tedesco, passando per il Labrador Retriever, fino al Dalmata: quante sono le razze canine che col successo di film o serie tv hanno influenzato notevolmente le richieste presso i rispettivi allevamenti? Grazie a un recente studio, è emerso che la celebrità di una determinata razza apparsa in pellicola può durare fino a ben 10 anni dopo: a scoprirlo, gli studiosi dell’Università di Bristol, della City University di New York e della Western Carolina University, i cui risultati sono consultabili sulla rivista Plos One.
Mettendo a confronto i dati dell’American Kennel Club, in cui è incluso il più grande registro di cani al mondo (più di 65 milioni di esemplari), con un totale di 87 film i cui protagonisti sono degli amici a quattro zampe, i ricercatori hanno notato che le pellicole spesso vanno di pari passo con un aumento della celebrità delle razze, risultata proporzionale al numero di spettatori presente al cinema nel primo weekend di lancio del film: un effetto che può durare fino a 10 anni, andando a determinare la scelta di un cucciolo anche parecchi anni dopo la visione del lungometraggio.
È stato calcolato che per i 10 film che hanno più spopolato sono stati venduti 800.000 cani in più nell’arco della decade successiva all’uscita di ciascuna pellicola: non sembra un caso se nei due anni dopo l’uscita di “Torna a casa Lassie” (1943) le adozioni di Collie hanno registrato un aumento del 40%, né lo è quello di “Geremia cane e spia” (1959), con cui le adozioni dell’Old English Sheepdog – noto anche come Bobtail – sono cresciute del 100%. Nel corso della ricerca, gli studiosi hanno inoltre notato che il cinema ha progressivamente accordato la sua preferenza agli amici a quattro zampe per conquistare pubblico: fino agli anni Quaranta non veniva realizzato che un film all’anno con protagonisti cani, mentre dal 2005 si è registrata una media di 7 pellicole all’anno.