Quando si tratta della fine di una relazione, lo scenario è sempre lo stesso: cucchiaio e mega confezione di gelato a portata di mano e il pigiamone della nonna, perché ormai l’unico tratto percorribile è il triangolo letto-cucina-bagno. Si affonda nelle coperte, annegando nelle proprie lacrime, attaccate alla spalla della propria migliore amica in preda alla disperazione.
Sì perché quando c’è di mezzo l’amore, la condivisione di spazi, sentimenti ed emozioni, lo sconforto e i sintomi da cuore spezzato fanno parte del pacchetto completo. Ci si dovrebbe lanciare in una relazione preparati a varie ed eventuali. E invece no, l’amore è furbo. Coglie di sorpresa le sue vittime per poi lasciarle così, senza difese.
Ma anche il dolore passa e invece di affondare nelle coperte, sorseggiando un té annacquato dalle proprie lacrime, c’è un unico modo per reagire e superare l’angoscia lasciata dal proprio ex. Un nuovo studio eseguito dai ricercatori della Queens College e la University of Illinois ha dimostrato che è necessario rimettersi in carreggiata, guardare verso l’orizzonte, alla ricerca di una nuova preda. Un nuovo possibile amore. E se non è amore, una piccola distrazione, perché il senso di abbandono e la perdita di alcune attenzioni rappresentano una buona parte del malessere di fine relazione.
La ricerca è stata effettuata su 313 adulti e i ricercatori hanno scoperto che coloro che hanno trovato un nuovo partner subito dopo la fine della propria relazione, hanno rivelato una migliore salute psicologica generale, più sicurezza e un minore senso di chiusura in se stessi rispetto a coloro che hanno preferito prendersi una pausa per digerire la fine del proprio rapporto.
Sembra quindi che il motto ‘chiodo scaccia chiodo’ funzioni. Eppure il pensiero generale sembra essere del tutto contrario a questo tipo di atteggiamento. I neo single sono infatti così accecati dal dolore da cadere subito nelle braccia di qualunque persona che mostri il benché minimo interesse. Si rischia allora un’ulteriore delusione e sofferenza. Eppure se non si rischia si rimane con il dubbio. Vale quindi la pena lanciarsi, cauti. Ma lanciarsi sempre.