Sergio Marchionne è morto in ospedale a Zurigo, alla fine come avevamo immaginato, ci ha lasciato.
Era nell’aria, l’improvvisa pausa, il malessere, il ricovero in ospedale e le condizioni critiche.
Sergio Marchionne muore a 66 anni
Era stato ricoverato il 27 giugno per un intervento alla spalla destra. Niente di eccezionale, aveva deciso che si sarebbe preso una pausa.
Forse dopo una vita di lavoro era solo stanco, eppure non lasciava presagire nulla di buono.
66 anni compiuti a giugno, l’ultima sua uscita pubblica a Roma, alla consegna di una Jeep all’Arma dei carabinieri. Figlio di carabiniere, non avrebbe mai mancato questo appuntamento. Una conclusione quasi simbolica.
L’intervento era comunque andato bene. Dieci giorni fa l’aggravamento per quelle che i sanitari hanno definito “complicanze postoperatorie”.
La situazione precipita.
Sergio Marchionne passa il testimone a Mike Manley
L’amministratore delegato di Fca perde conoscenza e John Elkann avvisa che “Marchionne non potrà tornare a fare l’amministratore delegato”.
Sabato i consigli di amministrazione hanno nominato suo successore: Mike Manley, che oggi debutta ufficialmente davanti ai mercati come nuovo amministratore delegato, presentando i risultati semestrali del gruppo Fca.
In Fiat-Chrysler dunque è subentrato come amministratore delegato il britannico Mike Manley, mentre la carica in Ferrari è passata a carica a Louis Carey Camilleri, con John Elkann presidente di entrambe le aziende.
Ricordiamo che Marchionne ottenne la carica di amministratore delegato dell’allora Fiat nel 2004, a pochi giorni dalla morte di Umberto Agnelli, il primo a credere in lui tanto da cooptarlo in Consiglio di amministrazione e per 14 anni ha gestito, e salvato, la FIAT.
Piangono la scomparsa di Sergio i due figli, Alessio Giacomo e Johnatan Tyler, e dalla compagna Manuela.
D lui ricordiamo questa frase: «Mi ricordo i primi 60 giorni dopo che ero arrivato qui, nel 2004: giravo tutti gli stabilimenti e poi, quando tornavo a Torino, il sabato e la domenica andavo a Mirafiori, senza nessuno, per vedere le docce, gli spogliatoi, la mensa, i cessi. Ho cambiato tutto: come faccio a chiedere un prodotto di qualità agli operai e farli vivere in uno stabilimento così degradato? Fiat ce la farà; il concetto di squadra è la base su cui creerò la nuova organizzazione; prometto che lavorerò duro, senza polemiche e interessi politici».
Addio Sergio.