Tutte fashion blogger, o quasi. I requisiti minimi sono un paio di abiti dell’ultima collezione, lo smartphone, sorridi, click, e il gioco è fatto.
Tutti amici su Facebook, infiniti seguaci su Instagram, e stelline su stelline con Twitter.
Fino ad adesso però si è sempre trattato di autoscatti – o al massimo era il primo malcapitato di lì che faceva la foto – il vero passo avanti ora sta nel farsi fotografare, ottenendo così un “riconoscimento” della propria immagine da blog e siti differenti rispetto a quello autogestito.
E se c’è chi ci prova disperatamente, lei, Hannah Ewens l’ha fatto per gioco.
La sua idea era quella di vestirsi “come un’idiota” – l’ha detto lei stessa sul suo profilo Twitter – per vedere in quanti l’avrebbero fotografata durante la London fashion Week.
Il suo piano era semplice e lineare: aveva un budget di 12 euro al giorno con cui acquistare l’outfit più imbecille da indossare, con l’obiettivo di attirare quanti più fotografi di street style possibili.
Venerdì mattina Hannah Ewens ha dato il via al suo piano: con Henry – il fotografo che l’ha accompagnata – si è diretta ai charity shop di Shoreditch, comprando una giacca del Liverpool tarocca, un paio di scarpe col tacco New Look e calzini da uomo, lisi.
Lo shopping non era ancora finito, così, spostati su Brick Lane, Hannah ha comprato degli accessori inguardabili e una pelliccia sintetica rosa e viola immettibile. Nulla di quello che aveva comprato era anche solo lontanamente indossabile da una persona sana di mente. E con buon gusto.
Caso vuole che la gente, oggigiorno, dimentichi il buon gusto sul cuscino quando si alza la mattina per uscire di casa.
Di questo Hannah ne ha fatto la sua “fortuna”.
Vestita di tutto punto con i suoi nuovi acquisti della giornata – era veramente impresentabile – si è precipitata per le strade del centro, dirigendosi all’apertura di un nuovo ristorante peruviano molto “in” nel tentativo di farsi notare.
Hannah non ha dovuto attendere molto, una volta varcate le soglie di Somerset House molti fotografi le si sono avvicinati chiedendole se lei fosse una fashion blogger, e la risposta era, ovviamente, “si, certo”.
Alcuni si sono informati anche sulla provenienza dei suoi capi, e lei racconta: “ho risposto che per la maggior parte si trattava di pezzi vintage di Vivienne Westwood, ma solo perché è l’unico nome che conosco. I presenti hanno annuito entusiasti, e un uomo ha aggiunto, ‘Oh, sì, me la ricordo questa borsa. Quell’anno aveva fatto il botto.'”.
L’andamento della prima giornata migliorava minuto dopo minuto.
“La gente mi prendeva sul serio nonostante avessi un solo calzino da golf tirato su fino al ginocchio e una sveglia che continuavo a passare di mano in mano. Mi ero aggiudicata cinque o sei scatti, ma sapevo di poter fare di meglio”.
La London Fashion Week continuava e Hannah si è presentata per le vie della città con calzettoni bianchi, shorts e una vecchia maglia da calcio; dopo una ricerca sulle pose e il mood delle blogger più famose.
Il suo piano funzionava alla perfezione.
E dulcis in fundo, l’ultimo giorno è stato il top. In tutti i sensi, sia per l’abbigliamento, che per il numero di persone e fotografi interessati.
Capelli multicolor e mantella argentata hanno fatto sì che molti photographer si avvicinassero ad Hannah, come se fosse una vera Vip con il suo guantino nero e il prosecco in mano.
Hannah ha raccontato di essersi divertita in quest’esperienza, avendo solo qualche difficoltà quando qualcuno le chiedeva l’indirizzo del suo blog; difficoltà superate reindirizzando tutti gli interessati al suo profilo Instagram.
Alla fine della LFW però è balenata in Hannah una domanda: “c’era qualcuno effettivamente convinto che stessi bene, o mi giravano tutti intorno fingendo di aver capito qualunque cosa volessero dire i miei vestiti?”
E anche io, scrivendo, mi pongo una domanda: non è che questa storia della moda, e dell’essere alla moda, ci è un po’ sfuggita di mano?
[Credit: vice.com]