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A Venezia, si sa, c’è il problema viabilità: gondole, vaporetti, imbarcaderi per i canali della città, tra residenti, lavoratori e turisti. A dir la verità il “traffico”, se così possiamo definirlo, molto spesso ostacola chi, per necessità, ha bisogno di recarsi velocemente in ufficio, in città o in periferia. Ma non esiste la metropolitana. E allora come si fa?

“Prima i veneziani poi i turisti”, sarebbe questa la rivoluzione portata avanti per il bene dei residenti. Venezia, infatti, vuole (ri)sperimentare l’accesso prioritario agli imbarcaderi del trasporto pubblico per chi, dopo aver esibito la cosiddetta carta Venezia Unica Oro, dimostrerà di abitare nel centro storico o di frequentarlo per studio o lavoro. Gli altri? Ci sarà un’apposita fila solo per loro. “Anche questo è un modo per salvare la città e renderla più vivibile”, ha dichiarato il sindaco Luigi Brugnaro in occasione della presentazione del progetto nella riunione con i vertici di Acta, la società del trasporto pubblico locale.

I turisti, infatti, rappresentano da sempre per Venezia sia una ricchezza, un onore, sia un ingombro. Che molto spesso ingarbuglia e ritarda gli altri, i residenti. Lo spazio è quello che è e le tempistiche e i mezzi anche.

Da inizio giugno la sperimentazione delle corsie separate riguarderà otto fermate: ci saranno, infatti, tre imbarcaderi lungo il Canal Grande, Santa Chiara, la stazione ferroviaria di Santa Lucia e Rialto. Gli altri cinque rimanenti sono San Marco, le isole di Lido, Murano e Burano, e Punta Sabbioni, usato d’estate dai turisti. “Un lavoratore che esce da una vetreria di Murano dopo otto ore al forno o una mamma che corre per andare a prendere il figlio all’asilo devono poterlo fare senza doversi accalcare con le comitive e senza il rischio di ritardi. Non si tratta di una discriminazione nei confronti dei turisti, ma di far funzionare meglio Venezia”, ha continuato il sindaco.

[Fonte: Repubblica]