Lonely girl with suitcase at country road.

Viaggiare è una delle cose che la maggior parte della gente ama fare: visitare posti sconosciuti, ammirare l’arte e la cultura dei paesi lontani, assaggiare ogni tipo di cibo e imparare nuove realtà. Adesso, inoltre, viaggiare avrà un’altra caratteristica in più.

Secondo gli studiosi, infatti, viaggiare molto modificherebbe la nostra personalità: la dottoressa Julia Zimmermann e il ricercatore Franz Neyer l’hanno dimostrato in un articolo pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology. La coppia ha studiato due gruppi di studenti universitari tedeschi – un gruppo che viaggiava all’estero per 1-2 semestri, mentre il gruppo di controllo rimase fermo. Gli obiettivi specifici di questo studio erano di determinare “come e quanto questo periodo in viaggio potesse influenzare la personalità”.

Prima di partire per il viaggio, ad ogni partecipante è stato richiesto di fare un test per calcolare gli aspetti della personalità “Big Five”: apertura, amabilità, estroversione, stabilità emotiva e coscienziosità. Quando questi studenti sono tornati dai loro viaggi, hanno dovuto compiere di nuovo lo stesso test, ed i risultati sono stati confrontati. Gli studenti che si sono recati all’estero hanno ottenuto un punteggio superiore in estroversione e alto livello quando si trattava di interazioni sociali, al contrario di quelli che sono rimasti a casa, nella loro “sede base”. Inoltre, in confronto a quelli che non viaggiano, hanno ottenuto un punteggio superiore in coscienza, apertura all’esperienza, stabilità emotiva e piacevolezza.

Viaggiare – hanno dimostrato questi esperimenti – permette di ampliare le proprie vedute, migliorare di gran lunga la propria tolleranza nei confronti del diverso e la propria cultura, grazie al continuo confronto con popoli, religioni, usi e costumi così tanto lontani.