I ricercatori hanno recentemente mappato i geni dei mammiferi più longevi al mondo, le balenottere boreali: l’intento, adesso, è quello di sfruttare i risultati dello studio per allungare la vita umana. Le balenottere boreali, infatti, possono vivere 200 anni e oltre, evitando problemi di salute legati comunemente all’età avanzata come le patologie cardiache e il cancro: gli scienziati hanno appunto scoperto i geni che permettono a questo tipo di balene di riparare i danni che occorrono al livello di DNA e di resistere in tal modo alle mutazioni che inducono il cancro. L’obiettivo finale sarebbe, perciò, quello di trapiantare questi geni nelle cellule umane per favorire l’allungamento della nostra vita.
Eppure, quanti di noi vogliono vivere tanto a lungo? Già temiamo, combattiamo e ci lamentiamo della morte, figuriamoci i traumi che potrebbero verificarsi nel corso di una vita ultra-lunga. La morte, poi, è sempre stata una grande motivatrice: se potessimo vivere per sempre, sicuramente non finiremmo l’università in tempo utile né viaggeremmo per il mondo. Piuttosto, aspetteremmo, crogiolandoci nell’ozio, il secolo successivo per iniziare a metterci in moto.
E che dire dei conflitti generazionali? Provate a immaginare a quanti problemi tra familiari comincerebbero a sorgere, fino a distruggere completamente la pace in casa per via della convivenza di qualcosa di spaventoso come cinque generazioni differenti. Certo, i settantenni sarebbero pazzi dei propri nipoti, ma la quarta generazione di bebè urlanti sarebbe più una grana che una benedizione.
Infine, come poter pensare al matrimonio? Già in crisi in tempi attuali, se un domani si vivesse così a lungo sarebbe davvero un traguardo inconcepibile. Una vita media di 200 anni distruggerebbe senz’altro qualsiasi romanticismo: come poter credere, del resto, a un’anima gemella con cui intraprendere più di 100 anni di monogamia? Volete vivere 200 anni? Beh, dite addio al mito dell’amore vero. Il matrimonio è fatto per durare – al massimo – decadi, non di certo secoli.