martedì, 20 Maggio 2025

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I 20 profumi più in voga del 2014

Il 2014 è quasi giunto alla fine e anche per l’Accademia del Profumo è arrivato il momento di fare un quadro generale dell’anno in uscita, che si è svolto tra alti e bassi a livello commerciale.

Secondo i dati di Cosmetica Italia, il 2014 -a causa della crisi- ha avuto un calo di vendite nel settore della profumeria, superando il calo del 1,6% del 2013 rispetto al 2012. Ogni anno vengono lanciati sul mercato 300/400 profumi, ma non si tratta di grandi classici (come Chanel n.5 o J’adore di Dior) destinati a lunga vita, questi – come ha detto Luciano Bertinelli, presidente dell’Accademia del Profumo, in occasione della 26 esima edizione del Premio internazionale Accademia del Profumo – “sono per lo più ‘meteore’ o ‘flanker’, cioè profumi di successo ai quali è stata aggiunta qualche piccola variazione olfattiva”.

Il 90% delle persone, tra uomini e donne, non esce di casa se prima non ha spruzzato sul collo del profumo, e non dimentichiamoci della bella Marylin Monroe che prima di andare a dormire si metteva due gocce di Chanel n.5. Il profumo è un piacere che stimola i sensi e, a volte, la libidine. Inoltre, essendo in periodo di feste, il profumo è anche uno dei regali più quotati da fare a Natale (ma bisogna saper scegliere).
La redazione di Blog di Lifestyle ha stilato una classifica, in ordine sparso, dei 20 profumi maschili e femminili più in voga del 2014.

Fragranze femminili

1. Miss Dior- Dior
2. Lady Million- Paco Rabanne
3. Hypnotic Poison- Dior
4. Omnia Crystalline- Bulgari
5. Chance- Chanel
6. Acqua di Gioia- Giorgio Armani
7. Opium- Yves Saint Laurent
8. Signorina- Salvatore Ferragamo
9. La petite robe noir – Guerlain
10. Gucci by Gucci

Fragranze maschili

1. One Million- Paco Rabanne
2. Luna Rossa- Prada
3. Boss Botled- Hugo Boss
4. Man in Black- Bulgari
5. Boss- Hugo Boss
6. A Way for Him – Trussardi
7. Light Blue- Dolce & Gabbana
8. Le Male. Jean Paul Gaultier
9. Bleu Eau de Parfum- Chanel
10. Therre- Hermes

‘Girl Online’, il libro della beauty vlogger Zoella

Credit photo: www.dailyrecord.co.uk

Tra i vari mestieri del web, il più frequente è quello del blogger: il più delle volte ama scrivere, ama raccontarsi attraverso parole ed immagini e gli piace parlare di ciò che più lo appassiona. Il più grande privilegio del blogger è poter esprimere la propria opinione e diventare punto di riferimento per molti utenti del web, che si affezionano e chiedono consigli.

Tra i vari blogger, i più frequenti e maggiormente richiesti sono quelli del fashion blogger e della food blogger. Ma popolano il mondo di internet anche le cosiddette beauty vlogger: ragazze che, per passione verso il mondo del make up e del beauty, testano trucchi, creme e vari prodotti per il corpo, consigliandoli o meno, in base alla loro funzionalità e al loro risultato. Ovviamente mostrandovi il tutto attraverso video su Youtube, da cui il nome “vlogger”.

Una delle beauty vlogger più conosciute è Zoe Sugg, alias Zoella, 24enne inglese. Dal 2009 – anno in cui ha iniziato il mestiere – i suoi video hanno circa 260 milioni di visualizzazioni e sono 6 milioni gli iscritti al suo canale Youtube, per questo si piazza al 68esimo posto tra i canali più famosi.

E non mancano i riconoscimenti: nel 2012 la versione inglese di Cosmopolitan la nominò miglior beauty vlogger dell’anno. Stesso titolo ottenne dalla BBC Radio 1 e dai Nichelodeon Kid’s Choice Awards.

Ma Zoella si è messa in gioco e, oltre a tutti i suoi video, ha scritto un nuovo libro – “Girl Online” – pubblicato solo qualche giorno fa, martedì 25 novembre. Il libro non parlerà di Zoe, nonostante dalla trama sembri proprio autobiografico: “Girl Online” racconta la storia di Penny Porter, una ragazza di 16 anni che vive con i suoi genitori a Londra. Penny, che si trova a dover risolvere i tipici problemi adolescenziali, decide di iniziare a scrivere un blog, parlando di sè e di ciò che la turba. Quando la famiglia si trasferisce a New York, Penny si innamora di Noah, un famoso musicista rock: racconta di questo suo amore nel blog, che nel giro di poco tempo diventa virale.

“Girl Online”, della casa editrice Penguin, si può trovare online o in libreria, ma solamente in lingua originale. Sono passati solo pochi giorni e Amazon lo colloca al secondo posto tra i libri della narrativa Young Adult. Ma già prima dell’uscita, il libro era nella classifica dei “Top 100 Best Seller” di Amazon. Un successo assicurato.

Dieta: quando è possibile boicottarla

credits: elle.it

Quando si inizia una dieta, lo sanno tutti, si vede pian piano il Mondo sgretolarsi. Inizia quel periodo nero, più scuro della mezzanotte, più tetro di un’autopsia, più triste della morte del tuo personaggio preferito di una serie televisiva. Se stai iniziando la dieta lo sai bene, dovrai essere libera nelle tue scelte e dire di no alle richieste insistenti del tuo stomaco. Dovrai essere in grado di rinunciare a quei piccoli piaceri culinari e di respingere le braccia che i tuoi cibi preferiti ti tenderanno. Passerai giornate intere a chiederti se ce la farai a passare noncurante tra gli scaffali del supermercato mentre gli occhi dei biscotti che più ti piacciono saranno puntati addosso a te.

Se c’è un detto che dice “chi bella vuole apparire un poco deve soffrire” non è certo un caso. La dieta è sofferenza, una sorta di punizione per qualche peccato commesso in chissà quale vita precedente. Abbiamo sempre vissuto con questa convinzione: la dieta è una cosa seria e non deve essere trasgredita. Sbagliato, la dieta va, assolutamente, tassativamente trasgredita. Non sempre, è chiaro, ma a volte fa bene.

Lo dimostra un recente studio condotto sul Journal of Consumer Psychology: i peccati di gola commessi durante i mesi strazianti di dieta ci aiuterebbero a portarla a termine più facilmente. Chiamate propriamente “deviazioni edonistiche pianificate”, le piccole dosi di gioia che assumono l’aspetto del cibo ci danno la carica giusta per affrontare un rigido regime alimentare per tutto il tempo stabilito in partenza.

Lo studio è stato fatto su un campione di donne e uomini che stavano cercando di portare a termine la loro dieta. Gli esperti volevano sapere se fosse più attrattiva l’idea di poter mangiare 1500kcal al giorno o quella di seguire una rigorosa dieta da 1300kcal al giorno sapendo, però, di avere ogni fine settimana, un giorno in cui le calorie da poter assumere superavano le 2500kcal.

Un gruppo ha optato per la dieta più equilibrata, da 1500kcal al giorno, un altro gruppo per quella più gustosa. Alla fine, il cibo, come sempre, ha dato i suoi risultati. Sapere di arrivare alla fine della settimana e di poter boicottare la dieta ha fatto affrontare questo ristretto regime alimentare più di buon grado.

Imporsi di seguire una dieta povera per un mese o anche di più va certamente bene, ma è necessario intervallare un giorno a settimana in cui rispettare le calorie non sia un obbligo. A volte, basta solo sedersi e cominciare ad assaporare il pezzo di torta giusto.

Pink Tax, perché i prodotti da donna sono più cari?

www.naturopataroma.org

Ci avete mai fatto caso che i prodotti da donna costano di più? Che cosmetici, rasoi, giocattoli e abbigliamento hanno un costo maggiore se il pubblico di riferimento è quello femminile? No, non vi siete sbagliate: se siete donne dovete sborsare un po’ di più quando fate la spesa.
Pare infatti che esista una sorta di ‘Pink tax‘, ovvero una tassa femminile che si impone sui prodotti ‘Per Lei’, che sul mercato hanno un costo più elevato rispetto a quelli ‘Per Lui’.

Uno studio recente ha analizzato i prezzi Idealo confrontando i prodotti maschili con quelli femminili. Ebbene comparando circa 120 prodotti identici si è notata la presenza di una fortissima disparità di prezzo tra le due versioni, nel 64% dei casi. L’esito della ricerca ha fatto il giro del mondo generando un discreto movimento sui social network, luogo nel quale il pubblico femminile è insorto utilizzano gli hashtag #genderpricing, #pinktax e #gendertax. L’obiettivo? Naturalmente l’eliminazione delle imposte di lusso sui prodotti femminili e il raggiumìngimento dell’uguaglianza di genere per quanto riguarda prodotti e accessori di profumeria.


Ma qual sono le motivazioni di tanta disparità? Statisticamente le donne guadagnano meno rispetto agli uomini, ma sono disposte a pagare molto di più per prodotti beauty. Il pubblico femminile, sempre secondo le statistiche, sborsa un bel po’ per l’acquisto di cosmetici e abbigliamento, essendo più attento alla qualità del prodotto. L’uomo difficilmente spende soldi per acquistare cosmetici e, quando lo fa, ha un approccio all’acquisto molto superficiale e disinteressato.
Un’altra spiegazione si basa sul concetto che i prodotti ‘rosa’ siano speciali rispetto a quelli maschili, le cui composizioni sono più generiche e meno ‘raffinate’.